Via libera alla fattibilità dell’opera da parte della commissione tecnica per la realizzazione del famoso Ponte sullo Stretto di Messina, a patto che quest’ultimo sia una struttura che si estenda su una o al massimo tre campate. Bocciata, invece, la proposta del tunnel.
Seppur il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) non lo abbia annoverato al suo interno, facendoci intendere che l’idea fosse stata esclusa dai piani del Governo Draghi, il progetto del ponte sullo Stretto di Messina sembra tornare prepotentemente al centro del dibattito politico grazie al via libera, o meglio, al parere favorevole ottenuto da parte della commissione tecnica. Un parere sulla fattibilità dell’opera che era stato richiesto nientemeno che dal precedente ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli (foto sotto).
Stando alle prime informazioni giunteci in redazione, sembrerebbe proprio che gli esperti si siano espressi in maniera favorevole alla realizzazione dell’opera di collegamento tra la Sicilia e la Calabria con la possibilità di vagliare tra due diverse ipotesi: un ponte a campata unica oppure un ponte a tre campate. Tra i numerosi progetti vagliati dagli esperti vi era anche quello che prevedeva un tunnel sotterraneo come possibilità alternativa al ponte ma sul quale gli esperti della commissione tecnica hanno dato parere negativo.
Ora il progetto dovrà però essere discusso a livello politico sia in Parlamento che in commissione ambiente. Passati anche questi due “scogli” rimarranno comunque da chiarire quali potrebbero essere le coperture finanziarie per un progetto che a oggi è stato stimato nel valore di almeno 5 miliardi di euro. Problematica non da poco visto che allo stato attuale delle cose mancano fisicamente le tempistiche per poter farlo rientrare tra le opere finanziabili che hanno diritto a riceve i soldi europei del Recovery Fund.
Un progetto ancora una volta travagliato, di cui se ne discute da moltissimi anni e che ogni volta mette a confronto e in contrasto le diverse forze politiche sia della maggioranza che non. Da un lato, infatti, si schiera chi vede il progetto la giusta soluzione per colmare il divario economico tra la penisola e l’isola siciliana, dall’altro lato chi ritiene che sia un’opera inutile e soprattutto costosa dal punto di vista ambientale, rischiosa dal punto di vista sismico e poco utile sul fronte dei trasporti.
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