Era l’11 luglio scorso quando, in occasione del 120° anniversario di Fiat, la dirigenza di FCA annunciava orgogliosa la “posa” del primo robot per la linea adibita alla produzione di Fiat 500 elettrica nello stabilimento torinese di Mirafiori.
Gorlier, al timone dell’aria EMEA dopo l’addio di Alfredo Altavilla seguente la morte di Marchionne, dichiarava: ““Mirafiori si è trasformata di pari passo con la città di Torino, ne ha condiviso i successi come i momenti difficili ma ha sempre trovato il modo di riemergere e resta una delle fabbriche automobilistiche europee in attività da più tempo“.
“Oggi posiamo il primo robot e continueremo l’allestimento per produrre le prime preserie della nuova 500 BEV entro fine anno“, ha annunciato orgogliosamente Pietro Gorlier. “Un investimento di circa 700 milioni di euro, una capacità produttiva di 80 mila auto l’anno, con la possibilità di aumentarle, circa 1200 persone dedicate alla produzione“.
Proprio in queste ore, passate le vacanze estive, emergono ulteriori conferme per quanto riguarda la produzione della 500 elettrica, la quale vedrà la luce nel 2020 con probabile presentazione al Salone di Ginevra 2020, kermesse nella quale la piccola di Casa Fiat, nella sua nuova era, vuole puntare al titolo di reginetta del salone automobilistico più importante del mondo.
Sempre Gorlier, pur confermando l’obiettivo delle 80.000 unità all’anno a partire da metà 2020, ha aggiunto ai microfoni della stampa in occasione dell’annuncio di accordo con il gruppo Terna: “Il settore sta cambiando: per lo sviluppo delle auto elettriche dobbiamo fare un salto di qualità, perché la vettura da sola non risolve la questione della mobilità. La nostra strategia quindi non si ferma alla costruzione dell’auto. Puntiamo alla creazione di un ecosistema intorno alla vettura, e questo accordo con Terna ne è la dimostrazione“.
“Le vetture elettriche – ha spiegato COO della regione EMEA di Fiat Chrysler Automobiles – devono essere pensate nel contesto più ampio dei servizi per la clientela, come il V2g’ con il quale le auto elettriche possono non solo ricaricarsi ma anche di immettere potenza in rete. Ed è questo che sperimenteremo grazie all’intesa con Terna“.
Per il resto poco si sa sull’auto che segnerà un nuovo inizio per la Casa piemontese, dopo 120 anni di storia. Un nuovo inizio necessario per guardare con fiducia al futuro ma sicuramente una scommessa che, volendo confinare il ragionamento al mercato italiano, con i se e con i ma, appare molto azzardata.
Sia chiaro, sono finiti da tempo in cui Fiat ragionava quasi solo ed esclusivamente sui desideri del Bel Paese…da Mirafiori partirà infatti l’intera produzione globale di 500 elettrica, così come lo stabilimento di Melfi è ormai pronto ad accogliere Jeep Compass oltre alla già esistente Renegade, entrambe esportate dallo stabilimento lucano su tutti i mercati.
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