Dai campo libero agli ingegneri, mettiti una carrozzeria in rame, apriti ai sogni e avrai una concept car di quelle che non si dimenticano. Peugeot Onyx è una di queste e, non più tardi di cinque anni fa, riuscì a stupire davvero tutti durante l’esposizione al Salone di Francoforte.
Esposta per la prima volta in Italia l’anno scorso alla Milano Design Week, con tanto di teca di vetro a suggellare la sua validità artistica, la Onyx fece un salto in avanti considerevole nel mondo delle concept del Leone, improvvisandosi supercar ma con le linee, indiscutibilmente belle, di una vera top model.
Ricorda Sandeep Bhambra, designer degli esterni: “Sin dai primi schizzi, ho voluto creare una vetrina dell’eccellenza tecnologica e dell’artigianato, mediante l’abbinamento di elementi espressione di elevate prestazioni aerodinamiche, i gruppi ottici Black Diamond e i pannelli della carrozzeria in rame sagomati a mano”.
Non si era mai visto su una concept car l’accostamento tra lastre di rame lucidate e una carrozzeria che ricordava la grafite. Rame non scelto a caso: infatti, con l’evolversi del tempo, avrebbe modificato la sua consistenza e la sua lucidità, donando nuovi colori e riflessi alla fascinosa Onyx.
Contrasto di materiali che proseguiva anche all’interno: “Per gli interni, mi ero ispirato a un oggetto del nostro quotidiano, la scatola delle uova. Pur con uno straordinario risparmio di materiale, protegge corpi fragilissimi. Avevo adattato questo concetto in uno spazio intuitivo, con il minimo di elementi riportati per formare un tutt’uno con la vettura”, spiegava Julien Cueff, designer degli interni Onyx.
Non ci sono cuciture né raccordi sulla Onyx, così come si nota subito un dettaglio che avrebbe fatto scuola su tutti i modelli del futuro Peugeot, tra i quali quelli che guidiamo oggi giorno. Si tratta del volante piccolo, vero marchio distintivo del famoso i-Cockpit.
Non è invece stato utilizzato il legno, in realtà un concentrato di giornali e carta riciclata, utilizzato per la plancia (nome tecnico: Newspaper Wood). Il motore, posteriore, veniva alimentato da due grosse prese d’aria poste sotto ai gruppi ottici. Tanta aria per alimentare il V8 ibrido HDi FAP da 3,7 litri, realizzato dalla divisione Peugeot Sport.
600 CV e 1.100 chili di peso permettevano prestazioni da vera supercar alla Peugeot Onyx. La tecnologia intelligente Hybrid4, invece, recuperava l’energia cinetica altrimenti persa nelle fasi di frenata. Stoccata nelle batterie agli ioni di litio, viene poi recuperata automaticamente durante le accelerazioni, fornendo una potenza supplementare di 80 CV.
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