All’inizio dell’avventura automobilistica del Leone, Armand Peugeot chiese al suo amico Fréderic Rossel, anch’egli Diplomato all’Ecole Centrale, di affiancarlo nella costruzione di automobili. E così, nel 1898, Rossel diventò vice-direttore della prima fabbrica di automobili Peugeot a Audincourt.
Ottimo motorista. convinse Peugeot a passare dai primi motori orizzontali a quelli verticali. Nel 1902 però Fréderic decise di mettersi in proprio fondando appunto la Rossel a Sochaux. Il suo interesse era infatti per vetture di fascia elevata, con motori a 4 cilindri di 4.000 cm3 in grado di erogare 25 CV, rivali delle potenti Daimler-Benz. Questa sua iniziativa non ebbe però successo. È interessante sapere che l’esperienza di Rossel si formò anche nel settore dell’Aviazione pionieristica, collaborando con Clément Ader per l’aereo monoplano Eole III.
Il rapporto tra Peugeot e l’Aviazione iniziò invece in modo estemporaneo nel 1905, con l’acquisto da parte della Santos-Dumont di un motore bicilindrico per equipaggiare i suoi dirigibili; tali propulsori vennero costruiti a Beaulieu. Il motore venne posizionato nella parte anteriore del dirigibile che in quello stesso anno compì evoluzioni sulla spiaggia di Deauville.
Entrambe queste esperienze tornarono utili nel 1909 quando la fabbrica automobilistica di Rossel fu in difficoltà economiche e con l’amico Armand Peugeot venne deciso di fondare la “Société Anonyme des constructions aériennes Rossel-Peugeot” a Valentigney. Purtroppo, anche questa attività fece fatica a decollare e verranno realizzati solo tre prototipi. Si trattava di un aereo monoposto con apertura alare di 10.20 metri, lungo 9,30 metri, una superficie portante di 20 metri quadrati, un peso di 350 kg compreso il motore Gnôme et Rhône da 50 CV. La giovane azienda studiò e realizzò anche qualche motore 7 cilindri stellare e un 4 cilindri in linea con valvole in testa e raffreddamento ad acqua. Questo motore venne chiamato Aviatick.
Nel frattempo, presso le fabbriche di Issy-les-Moulineux, vicinie a Parigi e lontane dalla Germania, si studiarono nuovi motori Peugeot per l’aviazione utilizzando gli insegnamenti di Ernest Henry, l’ingegnere che aveva ideato il motore della L76 con il quale Peugeot si era aggiudicata Indianapolis ed altre gare importanti. Henry, per Peugeot, disegnò con la stessa architettura il motore d’aereo L112: un V8 da 200 CV che venne costruito da Peugeot in 1.014 unità per equipaggiare i bombardieri Voisin. Le Forze Armate francesi necessitavano di sempre più armamenti per fronteggiare le necessità della prima Guerra Mondiale e la Casa del Leone partecipò con le sue fabbriche parigine, costruendo dal 1916 su licenza anche i motori Hispano-Suiza (200 e 300 CV) e dal 1918 anche i Bugatti. Ne costruì ben 8.060 esemplari e, ovviamente, ne curò anche la revisione e le riparazioni. Alla fine della Guerra la produzione di motori aeronautici Peugeot proseguì con un ulteriore lotto di 1.500 unità da 300 CV, prima che gli stabilimenti venissero convertiti alla produzione di ricambi per veicoli fuori produzione o in officina di riparazioni.
Nel 1921 le Forze Armate richiesero nuovamente a Peugeot di partecipare a una gara per un motore di grande cilindrata da almeno 600 CV. Al Salone dell’Aviazione del 1922 la Casa del Leone presentò l’L38: un motore a X da 600 CV. Malgrado la mancata aggiudicazione della commessa, Peugeot continuò a interessarsi all’aviazione e nel luglio 1934, con la sua Compagnie Lilloise des Moteurs (CLM) provò un motore d’aereo Diesel due tempi a cilindri contrapposti su licenza Junkers. Ne vennero fabbricati un paio di esemplari, provati al banco nel luglio 1935 e in volo a fine anno.
Il 14 settembre 1935 si affrontò una importante commessa industriale: venne siglato un contratto tra Peugeot e la Hispano-Suiza per la costruzione presso le officine della Garenne di motori aeronautici a benzina che richiedevano ben 2.700 componenti di alta precisione. Nel luglio 1936 questo motore venne presentato al mercato. Purtroppo, però, dopo 56 motori, nell’aprile 1938, l’esperienza con Hispano-Suiza terminò.
Con l’invasione della Francia da parte della Germania, le Forze Armate chiesero a Peugeot di costruire motori Gnôme et Rhône tipo Mars e dal 1940 anche di produrre 250 carrelli di atterraggio e 125 fusoliere. Purtroppo, la Werhrmarcht tedesca occupò le fabbriche Peugeot a Sochuax e la realizzazione delle commesse militari venne ovviamente impedita. Gli invasori prelevarono impianti e materiali, oltre che componenti finiti ormai a magazzino. Con questo capitolo terminò definitivamente l’esperienza di Peugeot nel settore dell’aviazione, concentrando l’attenzione sullo sviluppo delle quattro ruote.
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