Prima che iniziasse l’emergenza sanitaria, il mondo dell’automobile ha avuto appena il tempo di decretare l’Auto dell’Anno, la nuova Peugeot 208. La compatta francese, da noi già provata, ha permesso alla Casa francese di aggiudicarsi per la sesta volta l’ambito premio. Vediamo, dunque, la storia delle sei Peugeot Car of the Year, a partire dal lontano 1969…
L’iconica auto del Leone, nata dalla matita di Pininfarina, ha lasciato il segno anche sui modelli successivi. Indimenticabili i suoi fari di forma trapezoidale, si dice ispirati agli occhi di Sophia Loren, musa ispiratrice del designer. Piccoli dettagli uniti al comfort e alla grande abitabilità, diventati veri e propri capisaldi delle Peugeot d’epoca.
Nel 1988 è il turno della seconda Peugeot Car of the Year della storia, la 405. Versione extra large della celebre 205, della quale la berlina riprende alcuni canoni estetici, questo modello pone l’accento sul piacere di guida e sul comfort, come prima di lei fece, appunto, la 504. La 405, inoltre, portò al debutto diverse innovazioni, tra le quali il sistema ABS per i freni ma, anche, il 1.9 turbo Diesel da 90 CV, in un periodo storico dove questo tipo di alimentazione faceva i conti con un netto incremento della domanda.
In ambito sportivo, la 405 viene ricordata per la vittoria della Casa del Leone alla Parigi – Dakar nel 1989 e nel 1990, oltre a vincere la leggendaria Pikes Peak nel 1988 e nel 1989 con il grande Ari Vatanen a guidarla per la celebre salita americana, con tanto di mini documentario a lei dedicato, il famoso Climb Dance, o danza tra le nubi.
Dal 1988 si passa agli inizi degli anni 2000, quando è il turno della terza Peugeot Car of the Year, la 307. La berlina media vinse il titolo nel 2002 e, come accadde per la 405, anche l’erede della 205, la 206, ispirò le sue forme, riviste per diventare un’auto per famiglie giovani e intraprendenti. . I suoi interni, infatti, integravano la funzionalità, lo spazio e la versatilità dei monovolume, tipologia di auto in gran voga all’epoca.
Sotto il cofano la Peugeot 307 montava, tra gli altri, il motore Diesel più “pulito” del periodo, grazie all’installazione del filtro anti particolato (FAP), un’invenzione del 1999 intuita proprio da Peugeot. Pensate che dieci anni dopo, nel 2009, la 908 HDi FAP, con il suo motore turbo Diesel V12 dotato di questa tecnologia, vinse la 24 Ore di Le Mans.
Si passa al 2014 per trovare la successiva Peugeot Car of the Year, la 308. Erede della 307, la nuova generazione portò nel segmento delle medie il Peugeot i-Cockpit, portato al debutto, nel 2012, sulla 208. Altro debutto importante quello della piattaforma EMP2, ancora oggi base dei modelli di media lunghezza della Casa francese.
Non a caso, nel 2017, è il SUV 3008 a vincere l’ambito premio. Di questo modello va ricordato, oltre al design fuori dagli schemi, il debutto una nuova generazione di Peugeot i-Cockpit per la prima volta in versione digitale, così da cambiare la percezione sensoriale in abitacolo, elevando allo stesso tempo il piacere di guida.
Siamo al 2020 e la nuova Peugeot 208 è stata la sesta Car of the Year della storia. A questo punto, è lecito domandarsi, quale sarà la prossima?
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