Linee moderne e quel design da barchetta che fa girare la testa ancora oggi: sono passati ventidue anni da quando, al Salone di Parigi del 1996, il Leone presentò la concept car pensata, il nome parla da solo, per aggredire l’asfalto: la Peugeot Asphalte.
Presentata nello stesso anno della Touareg, la Asphalte si fece subito notare al salone parigino grazie alle sue forme da classica barchetta, con i suoi due posti secchi configurabili e un assetto racing per divertirsi tra le curve. Il peso di 580 chilogrammi, in pratica un peso piuma, era supportato dal 1.6 da 90 CV preso in prestito dalla Peugeot 106 dell’epoca.
Una potenza forse solo all’apparenza ridotta: il telaio era in fibra di carbonio, le gomme semi slick e la forma molto aerodinamica. Offriva due posti secchi, uno a scomparsa, con tanto di roll bar per la protezione degli occupanti. La cura aerodinamica come sempre è sottolineata dai dettagli.
Quando configurata per ospitare il solo pilota, la Peugeot Asphalte permetteva di far scomparire il secondo roll bar che si prestava all’operazione essendo retrattile. Fu il debutto di una tecnologia che Peugeot usò poi anni dopo quando vennero lanciate la 206 CC prima e la 307 CC dopo.
La Asphalte era in grado di raggiungere i 200 km/h con l’ausilio di un cambio automatico a tre rapporti mentre ciò che più colpisce di questa concept car è il suo lato B. Le ruote posteriori possono trarre infatti in inganno, non si tratta infatti di un triciclo motorizzato ma a ben guardare i due pneumatici vennero disposti affiancati tra loro, così da permettere ai progettisti di studiare una forma cuneiforme adatta a fendere l’aria.
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