Un’occasione ghiotta, un sogno che si avvera: guidare una delle auto più performanti del Campionato Italiano Rally. Occupare il sedile del pluricampione Paolo Andreucci, un’emozione che, alla vigilia del Rally del Friuli, è ancora forte nei miei pensieri.
È successo grazie a un test organizzato da Peugeot Italia, che ha dato a piloti e giornalisti la possibilità di toccare con mano le auto che schierano in veste ufficiale, nel CIR: la piccola 208 R2, pilotata da Stefano Albertini e la più grintosa 208 T16, affidata a Paolo Andreucci.
Un paio di giri a bordo delle Peugeot 208 GTI per conoscere il tracciato, affiancati da Stefano e Paolo: la speciale, nelle colline della Garfagnana, si snoda su un tratto di prova utilizzato in alcune edizioni del Rally del Ciocco. La carreggiata è piuttosto larga e la visuale è molto ampia. Una scelta intelligente, dato che non avremo nessun navigatore al nostro fianco.
Indossiamo tuta e casco e si parte!
Salgo sulla R2, sul sedile di uno dei migliori giovani piloti italiani, Stefano Albertini. Mi piacerebbe definirlo avversario ma, per ora, è più corretto dire che corriamo nella stessa classe, nel Campionato Italiano Junior. Le sensazioni alla guida sono le stesse che sono abituato a provare a bordo della mia R2 – le auto sono assemblate a partire da un kit di montaggio, uguale per tutti. Il tracciato esalta tutti i punti di forza della piccola 208: grande frenata, ottimo inserimento in curva e buona stabilità sulle staccate sconnesse la proiettano come punto di riferimento per la categoria.
Sceso dalla r2 sono subito catapultato sulla performante 208 T16. Appena seduto mi ha subito stupito la particolarità della posizione di guida derivata da un attento studio degli spazi interni dell’abitacolo: c’è tutto quello che serve e al posto giusto. Per una questione di baricentro e distribuzione di pesi il sedile è molto arretrato e leggermente inclinato all’indietro così da assumere una buona posizione di guida con un’ottima visuale. Il volante e leva del cambio arrivano al pilota grazie a un piantone sterzo racing, molto più lungo rispetto a quella della piccola R2 e il display pilota, spostato in posizione centrale così che sia leggibile anche dal navigatore, lascia spazio a un piccolo segnalatore di marcia. Tutti gli strumenti vicini al tunnel centrale, sono protetti per via del calore, scoprirò durante il giro con Paolo, che in abitacolo, complici i finestrini in plexiglass, le temperature sono molto alte.
Presa confidenza con la pedaliera, ancorata al pavimento della vettura, e si parte. I tecnici di Racing Lions ci consigliano di fare la prima discesa senza inserire il bang, così da prendere confidenza con la macchina: lo sconnesso che aveva scosso la piccola R2 è un lontano ricordo, la stabilità sullo dell’auto è veramente impressionante così come la frenata, precisa e potente. Una volta accesso il bang si può sentire in pieno la spinta del motore da 280 cv che “chiama” le 5 marce molto velocemente.
È arrivato il momento di salire a destra per vedere all’opera i due piloti ufficiali. Andreucci, che non ha bisogno di presentazioni, ha un controllo della macchina disarmante, ci gioca la mette dove e come vuole, un giro spettacolare dove i traversi non sono mancati. L’occasione di salire a fianco di Stefano Albertini, dal mio punto di vista, è il momento più istruttivo della giornata: una frenata sempre al limite, inserimenti di curva da pilota vero con il pieno controllo dell’auto, sfruttata al 100%. Un livello, per me ancora lontano, che spero un giorno di raggiungere migliorando prova dopo prova come da inizio campionato ad oggi…
Rally del Friuli stiamo arrivando!
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