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Perchè le case auto frenano sulle auto elettriche economiche

Tempo di lettura: 2 minuti

In base a una tesi suggestiva di BloombergNEF, molte Case occidentali tratterranno il lancio di auto elettriche con prezzi più convenienti fino al 2025 nel Vecchio Continente, quando gli obiettivi UE sulla CO2 si inaspriranno di nuovo.

Obiettivo, evitare le salatissime multe dell’Unione europea: sanzionerà le aziende che vendono vetture la cui media delle emissioni sfora il limite previsto, limite che dal 1 gennaio scenderà a 95 g/km di CO2. Per un totale di 15 miliardi di euro di ammende appioppate da Bruxelles alle società, diverse delle quali in ansia per vari profit warning. Stando a questa teoria, le full electric con listini ragionevoli già esistono, ma i costruttori le tengono in “freezer”, in attesa di proporle l’anno prossimo. 

Tutto perfettamente lecito

Una pratica consentita, in un contesto di libero mercato, con le società libere di seguire una propria politica. Sullo sfondo, a incidere pesantemente sulle strategie dei Gruppi auto tradizionali e sulle scelte dei consumatori, i tecnocrati UE che hanno imposto sia i vincoli sulle emissioni sia il bando termico 2035: solo per fare un esempio, gli smartphone si sono affermati senza che il legislatore vietasse i vecchi cellulari, perché i clienti hanno espresso chiare preferenze per telefonini evoluti. Questo non accade per le auto elettriche, prescritte d’imperio dalla politica dell’Unione, e mal digerite dai potenziali acquirenti, che prediligono le termiche, comode, pratiche e più economiche.  

Da un lato, l’Unione ha optato per il full electric. Dall’altro, a livello centrale e locale, i decisori politici hanno fatto poco o nulla per spingere a favore dei mezzi a batteria: numero inadeguato di colonnine, troppe stazioni di ricarica lenta, infrastrutture scollegate alla rete, incentivi a singhiozzo e concepiti male, mancata tutela dei livelli occupazionali, nessuno scudo anti Cina (regina della filiera elettrica). Tant’è che le aziende oltre la Grande Muraglia producono da anni le elettriche a prezzi notevolmente inferiori rispetto quelli delle Case occidentali tradizionali e non è detto che i dazi possano fermare un mare già in tempesta.

Numeri da interpretare

Come conseguenza, BloombergNEF ritiene che valutare correttamente offerta e domanda delle auto elettriche in Europa nel 2024 sia difficile, se non impossibile. La prima è inficiata dalla volontà delle Case di “nascondere” macchine a pila low cost o almeno a prezzi abbordabili; la seconda è influenzata dal confronto dei listini, che vede i veicoli a benzina (e Diesel) stravincere.

Nel 2024, prosegue l’analisi, i top manager non hanno motivo per accelerare sull’elettrico, essendo le società generalmente in linea coi target sulle emissioni. Se ne riparlerà nel 2025, quando le regole del gioco cambieranno. Intanto, molti costruttori (non Stellantis, perché secondo l’ad Tavares la richiesta è tardiva) premono affinché l’Unione europea riveda i regolamenti.

Autore: Mr. Limone

Redazione Autoappassionati.it

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