Gira in rete un video che confronta le dimensioni delle auto di epoche diverse. Già, perchè le auto sono sempre più grandi? Ce lo siamo chiesto e ve lo sarete chiesti anche voi, non c’è dubbio. I motivi sono diversi e, senza andare troppo indietro nel tempo, la discrepanza sarebbe evidente anche paragonando le vetture degli anni 1980 con quelle di oggi. Stando a Transport & Environment (Federazione europea per trasporti e ambiente), la larghezza media attuale di una macchina nuova supera i 180 cm.
Fra gli esempi, le BMW X5 (200,4 cm), X6 (200,4 cm) e X7 (200 cm) e XM (200,5 cm), la Mercedes GLS (195,6 cm), l’Audi Q8 (199,5 cm), la Porsche Cayenne (198,3 cm), la Land Rover Defender (199,6 cm), la Land Rover Range Rover Sport (199 cm) e la VW Touareg (198,4 cm). Ma anche Mercedes EQS (195,9 cm), Volvo EX90 (196,4 cm), Kia EV9 (198 cm). Il Dodge RAM, un pick-up americano di successo importato in Europa, misura fino a 208,5 cm di larghezza. Attualmente, un’auto media come la Skoda Octavia è lunga 4,68 metri e larga 1,82 metri, valori sino a qualche anno fa riferibili a segmenti superiori. Una FIAT Panda negli anni 1990 si fermava a 3,41 metri, quella attuale sui 3,7, mentre la nuova Grande Panda in arrivo a fine anno schizza addirittura a 4 metri.
Il report suggerisce che l’aumento delle dimensioni sia legato all’esigenza dei consumatori, che desiderano maggiore spazio nell’abitacolo, a beneficio della comodità negli spostamenti a breve e lungo raggio. Sia per il tempo libero sia per il lavoro. O più semplicemente per caricare i sacchetti della spesa con maggiore facilità nel baule.
Il secondo fattore chiave sono le norme di sicurezza sempre più stringenti. Le Case hanno allargato i montanti dei veicoli rispetto a qualche decennio fa, per ottenere spazio extra, alloggiamenti che possano ospitare i nuovi airbag. Le macchine sono infarcite di sensori, telecamere, ADAS di ogni genere, il che richiede centimetri. Al tempo stesso, il peso aumenta. I nuovi veicoli diventano più larghi di un centimetro ogni due anni. E sono sempre più alti, con muso piuttosto marcato. I costruttori aggiungono optional, display enormi, infotainment futuristici, contenuti e prestazioni a ogni generazione di vetture, il che implica un ingrossamento dei veicoli.
Senza dimenticare che nel segmento citycar, tra 2016 e 2022, siamo passati dall’8,7% al 73,3% della percentuale di connessione. Ormai sono collegate alla rete anche le auto di minor valore, per avere maggiori servizi (esponendo maggiormente al rischio di cyber attack), rileva l’Unrae, Unione Case estere.
C’è poi la molla psicologica. Può anche darsi, rileviamo noi, che un’auto più grande rappresenti uno status symbol per il proprietario, o gli dia maggiore sicurezza mentale nei confronti di colleghi, conoscenti, vicini di casa, amici e partner. Piace anche la posizione di guida rialzata, che non si può avere su un’auto piccola per ragioni ovvie.
Questo spesso ostacola lo scorrere fluido del traffico nelle città concepite a metà del secolo scorso, con strade strette su misura per micro utilitarie. Superiori le difficoltà anche nel trovare un’area di sosta adatta e nel parcheggiare l’auto in box. Talvolta, le rampe elicoidali di accesso hanno raggi di curvatura troppo stretti.
Inevitabili le ripercussioni negative su consumi ed emissioni, con polemiche annesse. Per paradosso, se la tecnologia per la sicurezza irrobustisce i mezzi, le parti anteriori dei veicoli sollevate di 10 cm comportano un rischio di mortalità del 30% in più in caso di collisioni con pedoni e ciclisti. Anche su questo aspetto, ossia sulla protezione degli utenti vulnerabili, si dibatte da anni per capire come preservare la loro incolumità. Transport & Environment avanza critiche così forti da aver proposto alla Commissione europea una norma specifica che imponga una larghezza massima. Indicativamente 192,1 cm per le auto.
Intanto, alcune amministrazioni locali intendono dare battaglia ai SUV, o comunque ai mezzi considerati troppi ingombranti e pesanti. In particolare, Parigi ha optato per tariffe di sosta più care per i veicoli oversize, e anche Milano ci sta pensando. Non esiste tuttavia uno studio scientifico che dimostri come l’aumento dei prezzi dei parcheggi faccia calare l’inquinamento.
Autore: Mr. Limone
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