Partiamo dal presupposto che in pista corrono, ogni due domeniche, dei veri e propri leoni, capaci, tra le altre infinite abilità, a prendere decisioni in millesimi di secondo, anche a salvaguardia della propria sicurezza. Prendiamo poi due di questi Leoni, non a caso coloro i quali si stanno giocando la gloria in questi ultimi anni di mondiale. Da una parte Vettel, dall’altra Hamilton, protagonisti ieri di un duello rusticano rovinato, e non ne sentivamo onestamente il bisogno, da una decisione politica che tutto fa meno che quello che realmente dovrebbe fare: calmare gli animi.
Lo dico, lo diciamo da appassionati: questa non può essere la F1 che ci piace, che ci tiene incollati alla TV o al PC le famose ogni due domeniche. La penalità di Vettel sa di decisione assurda, falsa, non tanto per la tempistica (è stata comunicata con discreto ritardo…) bensì per la natura stessa della decisione, in grado di sovvertire l’esito di una gara che stava offrendo spettacolo e che, chissà quando lo impareranno quelli dei piani alti, fa innamorare il tifoso.
Vettel avrebbe potuto ricevere un’ammenda nel dopo gara, risolvendo le cose da uomini dentro una stanza lontano da sguardi indiscreti. Invece no, la FIA e il suo gotha hanno pensato bene di punire il ragazzo tedesco, quasi per eccesso di foga, con una penalità di 5 secondi che davvero ha suonato come la nota sul registro e conseguente umiliazione sulla pubblica piazza ( e due punti tolti sulla sua patente).
Due campioni a sfidarsi, a rubarsi metri a vicenda, una Ferrari finalmente in ripresa che avrebbe venduta cara la pelle pur di non privarsi dello champagne dal gradino più alto del podio. E invece ci troviamo davanti a un’altra vittoria di Hamilton, da alcuni accusato di non essere stato penalizzato quando a suo tempo, Monaco 2016, portò a muro Ricciardo, in lotta con lui per la vittoria di quel GP.
Oggi Vettel, andando sull’erba, ha perso il controllo della sua monoposto e bisogna meschini a pensare che, tornando in pista, abbia volutamente chiuso Hamilton per non farsi passare. I commissari, tra i quali l’ex pilota, vincitore di Le Mans, Emanuele Pirro, non l’hanno pensata così, uccidendo la gara, e se continueranno così, agendo di carta e non di cuore, la F1 già moribonda, andrà incontro a un teatrino senza senso.
La Ferrari ha poi comunicato, quando in Italia era già notte inoltrata, di aver fatto ricorso in appello contro la penalità di Vettel. Staremo a vedere…intanto il pilota tedesco nel dopo gara si è espresso così, dopo aver smaltito la delusione per l’esito della corsa.
“Credo che siamo stati protagonisti di una grande gara e che la decisione dei giudici sia stata troppo severa. In curva 3 ho perso il controllo della mia vettura e sono stato costretto ad andare lungo sull’erba rientrando in curva 4 davanti a Lewis. Non ho visto dove lui fosse, ero troppo impegnato a tenere in pista la mia monoposto senza andare a sbattere e non l’ho stretto di proposito. Credo che per il weekend che abbiamo disputato, e anche se i nostri rivali sul passo gara si sono dimostrati molto forti, avremmo meritato la vittoria e mi pare di aver capito che molto del pubblico presente oggi in circuito la pensasse come me. È sempre bello correre in Canada, sento molto il supporto da parte della gente e sarebbe stato splendido regalare a tutti i nostri tifosi la prima grande gioia della stagione”.
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