L’Italia sta marciando verso la transizione elettrica con passo tutto suo. A differenza degli altri Paesi europei, il processo ecologico nel Belpaese va molto a rilento, specie se confrontato con le aree scandinave. È il risultato di una popolazione che non ha la colpa di essere scettica, ma di essere forse meno abbiente rispetto a parte del Vecchio Continente. Lo testimonia il parco auto, che mostra inesorabile una carenza di elettriche e una netta prevalenza di auto davvero troppo vecchite, talvolta obsolete.
In Italia il parco auto circolante è fin troppo obsoleto. Stando a quanto rilevato, sulle strade italiane circolano solamente 215.000 auto elettriche, con le vetture obsolete a comporre per il 60% il totale del parco auto. Numeri tutt’altro che confortanti sotto il punto di vista ecologico, cifre rilevate da Isfort, (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti) presentate ieri al Cnel. Se gli italiani faticano a cambiare automobile un motivo ci sarà e pare sia prettamente di natura economica. Non è quindi solo lo scetticismo sull’elettrico a frenare gli acquisti di auto da parte degli italiani, ma anche, o soprattutto, le ristrettezze economiche che si palesano più frequentemente soprattutto in alcune aree della Penisola.
Tutto ciò genera non soltanto un freno al rinnovamento del parco auto circolante, ma anche la scarsa concentrazione di vetture a zero emissioni che pesano solo il 3,9%, fra le performance peggiore di tutta Europa. Il 60% delle auto in circolazione ha più di dieci anni, mentre in Germania e Francia la percentuale è del 40%. Come risolvere questo aspetto? Una soluzione potrebbe essere quella di rendere più accessibile l’acquisto di vetture elettriche, sempre troppo care per gli italiani, i quali potrebbero essere incentivati a cambiare vettura forse solo con il leasing sociale. Seppur i numeri di auto elettriche vendute in Italia siano passati da 1.500 immatricolazioni del 2015 a più di 67.000 nel 2022, la quota di mercato si è abbassata, passando dal 4,61% al 3,8%. A far da deterrente, però, ci sarebbe anche la scarsa presenza di punti di ricarica, seppur cresciuti dal 2019 in un numero pari a quattro volte. Per rinnovare il parco auto italiano, forse, non sarebbero necessarie solo le infrastrutture, ma validi incentivi che possano rendere le EV realmente alla portata delle tasche di tutti.
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