Alla conclusione del GP del Messico 2019, rimane viva nei tifosi la sensazione che Ferrari abbia buttato al vento un’altra sostanziosa occasione per fare bene. Difficile essere soddisfatti quando da una prima fila occupata in qualifica si torna a casa con un secondo posto e con il quarto di chi quella gara avrebbe dovuto, sulla carta vincerla, proprio perché avvantaggiato dalla partenza al palo. Per una Ferrari sottotono una Mercedes che torna a essere la schiacciasassi di sempre, alla 100° e meritata vittoria della sua storia (inutile dire quante vittorie siano arrivate dal 2014 in avanti…).
Hamilton vince anche quando sembra che non sia il suo weekend. Ok è supportato da una Mercedes strepitosa, ma poi ci vuole qualcuno che faccia la differenza e lui in questo è un fenomeno. Ora attende solo di spostarsi di qualche chilometro perchè ad Austin sarà 6 volte campione del mondo, e questo titolo se lo merita tutto, così come il 9 in pagella.
Cosa gli vogliamo dire al povero Sebastian Vettel? Legge le gare come pochi in F1, poi però dal muretto box si ingarbugliano con le strategie ed è costretto a rincorrere, chiude secondo ancora una volta e con più di qualche rammarico. La Ferrari ha fatto passi da gigante, ma ora tocca anche vincerle le corse e per questo il tedesco si becca un 8 pieno.
Bottas si merita uno striminzito 6,5: sabato fa prendere un bello spavento a tutti finendo contro le barriere nell’ultimo tentativo in qualifica, poi in gara non inizia benissimo, pizzica la gomma di Verstappen poi chiude a podio una gara senza grossi sussulti, l’ennesima…animo Valtteri.
Parte in pole quasi per caso, Leclerc è anche bravo nelle fasi iniziali di corsa, poi conclude quarto complice la scelta scellerata del muretto di farlo pittare molto presto e una sosta ai box non perfetta. E’ apparso meno a suo agio sulla monoposto rispetto a Seb e per questo si prende un 7 in pagella, Charles in valigia si porta una bella dose di rimpianti e dopo la bandiera ammette che c’è ancora molto lavoro da fare.
Verstappen è da 4, inutile girarci intorno: in qualifica commette una ingenuità imperdonabile non rallentando in regime di bandiere gialle e si compromette una pole position che avrebbe meritato per qualità di guida e talento. La domenica la solita irruenza che è il suo più grande pregio, ma a tratti il suo più grande difetto, gli rovina una gara che lo poteva vedere protagonista. Quando sconnette il cervello il voto non può che essere basso: questo gran premio gli serva da lezione.
La Ferrari si merita una sufficienza risicata grazie alla media tra il l’8 che si meriterebbe per come ha sviluppato la monoposto tornati dalla pausa estiva e il 4 che si meriterebbe per come si rovina con le sue stesse mani. Partire nuovamente con entrambi i piloti in prima fila e non vincere la gara è un delitto imperdonabile, quando si troverà la retta via su tutta la linea allora rivedremo il titolo a Maranello.
Perez settimo nel gran premio di casa, conferma il buon momento di forma generale che dura ormai dal Belgio. Se si esclude la sfortunata parentesi di Singapore ha sempre portato a casa risultati eccellenti e punti preziosissimi per il suo team, voto 8,5.
Capitolo a parte merita la Renault che in settimana ha avuto la notiza della squalifica per entrambi i piloti per il Gp del Giappone, e questo è davvero grave per un team del loro blasone: si meritano un bel 2 in pagella. Vero è che in Messico erano chiamati ad una pronta risposta e Ricciardo finisce a punti ma è sempre troppo poco. Ora sono quinti in classifica costruttori a -38 dalla McLaren (in Messico resta a bocca asciutta, quasi inspiegabilmente) che monta il loro stesso motore, e questo deve fare riflettere molto, voto 6 finale.
Weekend amaro per Giovinazzi che chiude al 14esimo posto. La sua Alfa Sauber sul circuito messicano non è propriamente un missile, però Antonio non viene neanche aiutato da un team che ai box fa pasticci e sembra entrato in una spirale negativa di non facile risoluzione, voto 5,5.
Voto 2 a Kvyat. Manovra da folle all’ultimo giro sull’incolpevole Hulkenberg, ed ennesimo segnale negativo mandato alla RedBull per un suo reintegro nel top team per l’anno prossimo. Molto male.
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