Una semplice evoluzione, o molto di più? La risposta sembrerebbe propendere fortemente verso questa seconda opzione. 40 esemplari, prezzo superiore ai 3 milioni di euro, ovviamente tasse escluse (circa 3,7 milioni in Italia facendo due calcoli), nome Pagani Huayra BC Roadster, ultima realizzazione di quella figura dai tratti ormai poetici che risponde al nome di Horacio Pagani.
Vi ricordate della Huayra Roadster? La sua scheda tecnica recitava 764 CV messi a disposizione dal V12 di fabbricazione AMG e condiviso anche su queste rare opere d’arte. La Roadster BC, ovviamente, ha alzato l’asticella: la vettura che vedremo per la prima volta a Peeble Beach, poco dopo la metà di agosto, punta dritto agli 800 CV, ma ciò che impressiona di più è il peso: 1.250 chilogrammi!
Un progetto, quello della Huayra BC Roadster, iniziato nel 2017, con un profondo studio di materiali come il carbo-titanio, no non è fantascienza, ma un laboratorio di idee e di sogni che risponde al nome di Pagani Automobili. Allo stesso tempo aumenta la rigidità torsionale e con esso il piacere di guida, se mai ci fosse il dubbio.
Veniamo invece al motore: è un V12, 6 litri, capace di erogare ben 1.050 Nm tra i 2.000 e i 5.600 giri, dicono in Pagani, costante, accoppiato al cambio sequenziale Xtrac a 7 marce con sincronizzatori in carbonio e al differenziale autobloccante a controllo elettronico. Il tutto senza andare oltre alle ristrettive norme anti-inquinamento.
Esteticamente, la cura dimagrante ha riguardato la capote che è in carbonio ed è asportabile, per lasciarla comodamente in garage durante la bella stagione. Le sue forme, davvero inedite, nessuno si osa a proporle di questo tipo, sono figlie dello studio in galleria del vento: il carico generato sfiora i 500 kg a 280 km/h. Gli pneumatici sono firmati Pirelli P Zero Trofeo R, in grado di assicurare la giusta presa sull’asfalto anche quando le accelerazioni laterali sfiorano i 2,2 G.
L’assetto, a controllo elettronico, la trasforma in un animale da pista e in una fidata compagna di viaggio. L’impianto frenante rimane però quello della Brembo, con dischi carboceramici di serie, non certo il meglio per l’uso quotidiano, ma possiamo anche passarci sopra.
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