Nel 1988 arrivava la prima Opel Corsa GSi, era in assoluto la prima versione sportiva della fortunata compatta tedesca, la A, con i suoi 100 CV tondi tondi (la prima GSi risale invece al 1984). Sono passati trent’anni, siamo arrivati alla E, corrispondente alla quinta generazione e, dopo la pausa dal 2012 in avanti, la sigla GSi (Grand Sport Injection) torna prorompente lasciando quel leggero amaro in bocca per il mancato ricorso della ben più performante OPC, ormai fuori dall’orbita “Corsa”. Non che la GSi non si presenti con tutte le carte in regola per fare bene, è infatti con un design indovinato e con prestazioni di tutto rispetto che la piccola di Opel si rilancia in un segmento particolare, pensando che il futuro attende la segmento B di Russelheim parla di elettroni e batterie.
Dopo aver provato la Insignia GSi, la prima a riportare la sigla in gamma nel settembre 2017, è ora il turno delle piccola tedesca. Ecco quindi come va la nuova Opel Corsa GSi nella nostra prima presa di contatto.
Dicevamo del design: la Opel Corsa GSi sa lasciare il segno, su questo non c’è dubbio. Vuoi per le vernici indovinate, come la Mandarin Orange (in realtà un giallo intenso), della versione da noi provata e che vedete nelle foto di corredo alla prova. C’è poi un kit estetico dedicato che non tradisce le origini del modello (rimangono immutate le dimensioni) e che viene proposto ovviamente di serie: prevede paraurti più sportiveggianti, un piccolo profilo sul cofano, lo spoiler posteriore che proprio minuscolo non è e cerchi in lega da 17” offerti di serie, così come le pinze rosse (in optional i 18” con pneumatici Michelin Pilot Sport 4).
Estetica al primo posto, quindi, anche perché il motore, a scanso di equivoci, non è un’assoluta novità. Ciò che semplicemente era la versione S, la più sportiva della gamma Corsa, ora è già su mercato con una sigla che per Opel vuol dire tanto e che ha toccato, a più riprese, i modelli più importanti, giusto per citare Astra e Kadett. Detto ciò appare chiaro che l’auto è votata alla sportività senza però esagerare. Manca ad esempio uno scarico come si deve, seppur anche quest’ultimo sulla GSi sia stato modificato con un terminale di forma ovale. Le minigonne, infine, sono un altro tratto caratteristico che solitamente provocano nell’appassionato un primo sorriso in vista di quello che andrà a provare una volta preso in mano il volante.
Non possiamo non citare poi le calotte dei retrovisori e il profilo nella calandra, entrambi carbon look, sono una novità assoluta della Opel Corsa GSi e sono molto azzeccati in termine di apparenza.
L’abitacolo rimane quello della normale Corsa che tutti conosciamo. A cambiare, però, anche se si pagano a parte, sono i sedili Recaro che offrono una seduta sia comoda, quando si guida “normale”, sia contenitiva come ogni sedile sportivo è chiamato a fare. Mettici la pelle (forse i due fori per il passaggio delle cinture corsaiole si potevano anche evitare) e vengono fuori due gioiellini che da soli ti cambiano tutto a un tratto l’abitacolo. Per il resto di serie troviamo il sistema Navi Intellilink 4.0 con Apple CarPlay e Android Auto, i comandi del clima bizona appena sotto e, non di meno, il volante che riprende la forma ma non i rivestimenti (in pelle) della normale Corsa così come il pomello del cambio, identico alle versioni meno potenti ma non per questo meno efficace.
Un altro segnale inequivocabile che il caratterino di questa tedeschina c’è tutto ma è forse azzardato parlare di vera e propria Hot Hatch, anche perché la potenza in oggetto non tocca quota 200 CV, là dove dominano le varie Ford Fiesta ST o Peugeot 208 GTi, ormai ex rivali della Corsa OPC da 207 CV uscita di produzione.
La seduta, dicevamo, è ottima e la schiena non soffre eccessivamente nonostante l’assetto sia votato alla rigidezza (il telaio è lo stesso della OPC ed è stato meglio interpretato dalla collaborazione con Koni, noto sviluppatore di ammortizzatori). Dietro si sta comodi in due, se non esageratemente alti, mentre il bagagliaio è piccolo: 208 litri, ci stanno due trolley a patto che non siano troppo grossi.
Una e una sola la motorizzazione proposta da Opel per la sua nuova Corsa GSi: il 1.4 turbo benzina da 150 CV, i cui dati ufficiali fanno comunque piacere alla vista: 220 Nm di coppia tra 3.000 e 4.000 giri, 8,9 secondi per coprire lo 0-100 km/h e 207 km/h di velocità massima. Non c’è, neanche a richiesta, il cambio automatico, scelta tutto sommato giusta perché questa piccoletta va guidata un po’ di cattiveria, giocando col manuale.
Questi, invece, i consumi e le emissioni dichiarate: ciclo urbano 8,0-7,7 l/100 km, ciclo extraurbano 5,5-5,1 l/100 km, ciclo misto 6,4-6,0 l/100 km; emissioni di CO2 nel ciclo misto 147-138 g/km.
Quando ti dicono che un auto è stata ampiamente se non quasi esclusivamente sviluppata al Nurburgring c’è da star certi che il risultato non deluderà. Volker Strycek, Direttore Performance di Opel e Opel Motorsport ci ha messo in guardia prima di salire in auto, con queste parole profetiche: “vi divertirete”.
In effetti c’è voluto poco per non ricredersi, anzi: sulla Route de Crètes, poco distante dal confine franco-tedesco, la Corsa GSi percorre i tornanti di montagna che è un piacere. Certo, la spinta non è spaventosa (i 1.214 di kg si fanno sentire, altre concorrenti pesano meno, una arriva dal Giappone e si chiama Suzuki Swift Sport) ma l’assetto è la guidabilità generale lasciano davvero una buona impressione di stabilità, velocità in curva e ripresa, meno in salita ma ci può stare. Non ci sono differenziali che tengano, l’auto non soffre un eccessivo sottosterzo e lo sterzo è bello diretto, merito tutto del telaio OPC che, nonostante il peso degli anni, rimane ancora un vero gioiello.
Il modello da noi provato montava i cerchi da 18” con pneumatici Michelin Pilot Sport 4 215/40 R18, garanzia di affidabilità e prestazioni sui tornanti, ma quando si parla di assetto riuscito gli pneumatici possono solo essere un quid in più, la sostanza c’è tutta e si avverte chiaramente.
Se l’accelerazione da fermo risulta discreta, non certo impressionante, mi è particolarmente piaciuto il sound del motore oltre i 4.000 giri, dove la coppia inizia a calare vistosamente ma non appunto il rumore sempre bello pieno e piacevole da ascoltare mentre si armeggia tra cambio e pedale del gas per cercare di tenere i giri in quella fascia tra i 3.000 e i 4.000 dove l’auto dà il meglio di sé.
Nulla da ridire sui freni, sempre pronti. Tutto bene quindi? Diciamo di sì, c’è da divertirsi a un prezzo concorrenziale. Il kit estetico di cui sopra, le pinze rosse, le vernici appariscenti ecc. sono tutti elementi che probabilmente faranno girare l’appassionato al passaggio della Corsa GSi. Rimane però un dato di fatto: GSi non è OPC. Sono due mondi differenti ed era giusto ricordarvelo.
Siccome, dietro le apparenze, la parentela con la Corsa D è piuttosto stretta, di serie troviamo anche vari sistemi di sicurezza e altri gingilli come il riscaldamento del volante o il pulsante Eco che è forse l’ultima delle cose che vorremmo trovare su una sportivetta ma non è l’unica a proporlo e aiuta a risparmiare qualcosa sui consumi stando leggeri sul gas.
A trent’anni di distanza dalla prima Corsa GSi, la nuova versione sportiva della compatta tedesca è già disponibile sul mercato italiano con prezzi a partire da 19.400 euro chiavi in mano, prezzo comprendente il kit estetico dedicato e i cerchi in lega da 17”. A richiesta, e intendiamo gli optional che secondo noi fanno la differenza, troviamo i sedili Recaro che vi abbiamo descritto (2.000 euro), i cerchi in lega da 18 pollici, abbinati a pneumatici Michelin Pilot Sport 4 215/40 R18 OPC Design (350 euro). Abbastanza superflua, invece, la telecamera posteriore (350 euro).
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