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Test – Nuove Dacia Sandero e Sandero Stepway

Tempo di lettura: 5 minuti

È entrata nel mercato italiano in punta di piedi la Dacia, riuscendo comunque ad attrarre una buona dose di facili ironie associate all’idea di low cost, alla nazionalità del marchio e alla “semplicità” dei prodotti offerti. Ma a giudicare dai dati di vendita, dovrebbero essere ben altri i brand da schernire.

Perché in un mercato che segna un apocalittico -23%, il produttore franco-rumeno porta a casa risultati da standing ovation, con un +30% su base annua, una fetta di mercato pari al 2,85% ed un modello, il Duster, che è il secondo SUV più venduto in Italia. E l’avanzata del marchio che pensa più all’arrosto che al fumo non pare voler rallentare, a partire da lunedì 3 dicembre debuttano infatti nei concessionari italiani le nuove Dacia Sandero e Sandero Stepway, hatchback del segmento B aggiornate nel look e nella sostanza.

Nuovo look e dotazione più completa, ma c’è solo ciò che serve
Low cost non significa per forza scarsa qualità. Nel caso di Dacia equivale (più semplicemente) a rinunciare al superfluo, focalizzandosi su ciò che è importante. Per questo la nuova generazione Sandero non monta fari a LED stroboscopici, ma sin dall’allestimento d’ingresso offre di serie – finalmente, è il caso di dire – servosterzo, ESP, sedile posteriore frazionato 2/3-1/3 e airbag laterali anteriori. L’estetica invece riceve una rinfrescata sia dentro che fuori, con un frontale caratterizzato dall’ampia calandra orizzontale, nuovi fari ed il grande logo che campeggia al centro. Le fiancate hanno passaruota più marcati, mentre al posteriore fari ridisegnati conferiscono un po’ di personalità a una coda finora piuttosto anonima.
All’interno nessuna rivoluzione – niente materiali soft touch o illuminazioni d’ambiente da privè discotecaro, per intenderci – ma linee della plancia riviste e nuovi vani portaoggetti, per rendere allo stesso tempo più funzionale e moderno l’ampio abitacolo. Il climatizzatore resta manuale ma guadagna nuove manopole, mentre gli strumenti davanti al guidatore si aggiornano e integrano – qualora presente – un computer di bordo essenziale ma di immediato utilizzo. La vera novità è rappresentata dal sistema multimediale Dacia Media NAV, offerto di serie sulla Stepway Prestige e in opzione a 450 € sulle versioni d’ingresso di Sandero e Sandero Stepway, o a 100 € sulla più ricca Sandero Laureate. Lo schermo touch da 7″ è dotato di connettività Bluetooth per telefonate e riproduzione musicale, USB e AUX, mentre la mappa europea del sistema di navigazione è scaricabile dal sito https://dacia.naviextras.com/ al prezzo di 99 €. A seconda degli allestimenti e delle versioni, sono inoltre disponibili – di serie o in opzione – il regolatore e limitatore di velocità, gli specchietti esterni regolabili elettricamente, i fendinebbia, i sensori di parcheggio posteriori, volante e pomello del cambio rivestiti in cuoio. Insomma, dettagli che ciascun cliente può scegliere di volere o meno, in perfetto accordo con la filosofia Dacia.

Novità e tecnologia sotto al cofano
Saranno essenziali nelle dotazioni e semplici nelle linee, ma la Sandero e la Sandero Stepway non lesinano in tecnologia quando si tratta di motori. Oltre che dal classico benzina 1.2 75 CV, presente solo su Sandero anche nella doppia alimentazione benzina/GPL, l’offerta – tutta Euro5 con cambio manuale a 5 rapporti – è composta dal diesel 1.5 dCi e dal nuovo piccolo benzina sovralimentato 0.9 TCe 90 CV, entrambi dotati di ECO mode.
Il 1.5 dCi è disponibile nella versione da 75 CV e 200 Nm a 1.750 giri/min sulla Sandero, mentre la Stepway monta una declinazione più “corposa” della stessa, collaudatissima unità made in Renault, capace di 90 CV e 220 Nm a 1.750 giri/min. Proprio quest’ultimo propulsore è stato oggetto della nostra prova su strada: il 1.5 dCi 90 CV della Sandero Stepway Prestige si è dimostrato elastico e corposo sin dai bassi regimi, con una spinta costante e vibrazioni percepibili solo al di sotto dei 1.500 giri/min. Nonostante Dacia comunichi di aver incrementato la qualità dei fonoassorbenti, bisogna ammettere che il timbro dell’unità resta sempre presente nell’abitacolo, così come la rumorosità dell’aria in movimento. I punti di forza di questo motore sono la versatilità a 360° e l’accoppiata tra consumi ed emissioni, davvero contenuti. A fronte di dati dichiarati pari a 105 g/100 km di CO2 e 4,0 l/100 km nel ciclo misto, il computer di bordo della Stepway – dopo oltre 100 km percorsi tra le colline intorno a Malaga – ha riportato un consumo medio pari a 5,4 l/100 km. Considerata l’andatura piuttosto allegra che contraddistingue i giornalisti automobilistici, un risultato di tutto rispetto, cui ha contribuito senza dubbio la contenuta massa in ordine di marcia, che non raggiunge i 1.200 km conducente incluso. Le prestazioni assolute pari a 167 km/h di velocità massima e 11,8 secondi nello 0-100 km/h non fanno gridare al miracolo, ma sono più che sufficienti a garantire una risposta adeguata in ogni situazione.
La vera novità sotto al cofano è però rappresentata dal piccolo 0.9 TCe, un tre cilindri turbocompresso a benzina capace di 90 CV a 5.250 giri/min e 135 Nm a 2.500 giri/min, di cui il 90% è già disponibile a partire da 1.650 giri/min. Diretto concorrente del TwinAir Fiat e dell’EcoBoost Ford, si inserisce perfettamente nel moderno filone “piccolo è bello” in materia di downsizing. Leggermente irregolare al minimo, frulla e spinge con gioia, e tra i 3.500 giri/min ed i 5.500 giri/min tira fuori persino una buona dose di grinta. I 120 g/km di CO2 e i 5,2 l/100 km nel ciclo misto dichiarati per la Sandero TCe 90 CV sembrano realistici: l’abbiamo guidata lungo 70 km di autostrada ed una decina in città, facendo segnare al computer di bordo un dato medio pari a 5,8 l/100 km.

Due anime diverse, entrambe confortevoli e spaziose
Sandero o Sandero Stepway? Ci sbilanciamo: la seconda! Perché? Per prima cosa, perché la differenza di prezzo è compensata dalla dotazione aggiuntiva. E secondo, per questioni di look e funzionalità. L’anima della Sandero è quella di una vettura progettata per essere solida, affidabile, versatile e pronta ad essere maltrattata in ogni situazione. Una dinamica compagna di avventure, insomma. Il sottoscocca rinforzato, le soluzioni meccaniche, i pannelli degli interni realizzati in un unico stampo, tutto è ispirato a criteri di semplicità e durata a “prova di bomba”. E allora perché rinunciare alla maggiore altezza da terra (207 mm della Stepway contro i 163 mm della Sandero) e ad un tocco di caratterizzazione estetica da crossover? Le barre sul tetto, i paraurti e passaruota in plastica nera, le placche paracolpi anteriore e posteriore regalano alla Stepway quel qualcosa in più che dona fascino alla sostanza di base.
Intendiamoci, il prezzo d’attacco di 7.900 € – roba da scooteroni – può rappresentare di per sé un buon motivo per scegliere la Sandero 1.2 75 CV. Ma questa nuova incarnazione della berlina franco-rumena non deve per forza essere relegata al ruolo di “cheapskate alternative”: su strada è parca, confortevole e ben ammortizzata, l’interno è ampio e i 320 litri del bagagliaio garantiscono spazio a volontà. Certo, è piuttosto rumorosa quando si viaggia in autostrada e lo sterzo è lontano dall’essere l’ultimo grido in fatto di sensibilità e feedback, ma ha notevoli punti di forza se quello che si cerca è una vettura affidabile e dai costi contenuti. La garanzia 3 anni/100.000 km, le soluzioni meccaniche collaudate che derivano dall’esperienza del Gruppo Renault – Nissan ed il listino rappresentano frecce all’arco della gamma Sandero di non poco conto. Se poi pensate che con 11.600 € vi potete portare a casa una Stepway Prestige TCe 90 CV completa di tutto. Sicuri, coi tempi che corrono, di aver bisogno di molto di più? Prima di rispondere, date un’occhiata al listino qua sotto.

Redazione Autoappassionati.it

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