Tra le novità del Salone di Parigi 2016 spicca la nuova Micra Gen5, per questo abbiamo intervistato Bruno Mattucci – Amministratore Delegato Nissan Italia – per porgli alcune domande sull’anteprima mondiale e sul futuro del Marchio.
Avete appena presentato la Micra in quinta generazione qui al Salone Modiale di Parigi. La prima cosa che si nota è un cambio generazionale abbastanza netto rispetto alla precedente serie. Avete intenzione di cambiare target di clientela?
La Micra delle generazione uscente è nata come vettura globale, per incontrare i gusti del pubblico in tutti i mercati mondiali, una world car, un compromesso tra esigenze stilistiche europee, americane e asiatiche.
Quella presentata oggi è un prodotto che vuole privilegiare i gusti del consumatore europeo. Sulla scia del successo di Juke e Qashqai abbiamo quindi ripensato la nostra compatta ed è nata la Micra5.0 che ha molti punti in comunque con i crossover del marchio.
La Micra vuole distinguersi dalle concorrenti, è una vettura attuale, inoltre abbiamo previsto una grande personalizzazione: sono possibili fino a 125 combinazioni di colori. Ai clienti piace possedere un Must, ma preferiscono personalizzarlo a piacere, un po’ come coloro che comprano tutti lo stesso smartphone ultimo modello, ma ognuno sceglie la cover che più lo caratterizza.
Quali sono i punti forti della Micra Gen5?
Sicuramente al primo posto per noi c’è il design, ma a pari merito troviamo una tecnologia all’avanguardia per il segmento e non solo. Ad esempio il nuovo sistema di frenata automatica attivo che agisce anche in caso di attraversamento pedone unico categoria, inoltre abbiamo il previsto le telecamere a 360° uniche per la categoria, tutto nuovo anche il sistema di mantenimento in corsia attivo, pure esso unico per la categoria. Tutte queste tecnologie sono racchiuse nella tecnologia Safety Shield.
Tutti questi sistemi che oggi danno un ausilio al guidatore son quelli che già testiamo per le vetture a guida autonoma. Quindi quest’arricchimento di prodotto, non è finalizzato a se stesso, ma a sviluppare le tecnologie per la guida autonoma.
Ora nella vostra gamma è presente una full electric Leaf ed una Micra appena rinnovata. Pensa che in futuro si possa creare un gemellaggio tra le due e potremmo assistere alla nascita di una Micra EV o ibrida?
Nissan da anni lavora su tutti i fronti: elettrico, ibrido, fuell cell, sia all’idrogeno che all’etanolo. Son tutte pronte, ma occorre capire le esigente dei clienti e soprattutto seguire lo sviluppo delle infrastrutture e l’andamento legislativo. Per ora ogni paese decide in autonomia e l’Europa in questo momento è “a macchia di leopardo”. Alcuni paesi, impegnati sul fronte ecologico, ci supportano e li vendiamo molte Leaf, in altre nazioni, come l’Italia, non si è investito nel verde e non c’è una regia a carattere nazionale. Ogni autorità locale decide per se e ciò quindi porta ad un rallentamento nello sviluppo delle tecnologie green.
Come Autoappassionati sogniamo di vedere presto una Micra R. Pensa che prima o poi possa arrivare una versione “pepata” di Micra sulle nostre strade?
Anche noi abbiamo la speranza di vedere una Micra Nismo. Il marchio sportivo ha già lavorato in precedenza su Pulsar, GT-R, Juke e 370z, quindi non vediamo perché non possa esser calata anche sulla piccola del gruppo. Ad oggi il progetto non esiste ancora, ma presto potrebbero esserci news su quel fronte.
In un mercato ancora incerto come pensate di affrontare i prossimi anni? Quale segmento di mercato volete colmare?
L’Italia ha un mercato differente da tutto il resto d’Europa, sicuramente il segmento A e il B, la fanno da padrona: il 60% delle vendite è composto da auto sotto i 4metri. Per il restante 40% si sta assistendo ad un’evoluzione, un abbandono delle classiche berline in favore dei crossover. Noi con la Micra e le crossover presidiamo il mercato.
Invece il segmento delle sportive, purtroppo, è stato distrutto in Italia dal superbollo. In generale, noi pensiamo, che nel nostro paese si debba dare la possibilità di acquistare con serenità una supercar o una sportiva. In Italia spesso siamo miopi: distruggendo il mercato supercar si distrugge il tutto l’indotto che si crea dietro: i gommisti, i meccanici, i carrozzieri, gli autolavaggi e le piste per i trackday. Tutti posti di lavoro che vengono persi in questo modo.
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