La settimana scorsa la notizia della fusione tra FCA e PSA ha scosso il mondo dell’automotive come un terremoto, nonostante questa mossa strategica per ridurre i costi e condividere tecnologie fosse nell’aria. È tempo quindi di pensare agli effetti che questa partnership potrà avere sui 14 marchi che andranno a convivere sotto lo stesso tetto, con attenzione particolare a un modello la cui produzione, quasi inspiegabilmente, è terminata nell’estate 2018, la Fiat Punto.
Tre serie di un modello che tanto è piaciuto al pubblico, desideroso di un’alternativa alle più piccole Panda e 500. Dunque, punto da cui ripartire per guardare al futuro con ottimismo o una pietra sopra e meglio voltare pagina? Dipende. Se prendiamo il caso italiano, sempre nel segmento B, FCA continua a fare numeri con una Ypsilon che, nonostante gli anni che passano, continua a piacere, e vendere, tanto. Detto del Marchio Lancia, ormai attivo solo in Italia e sul quale dovrà per forza di cose essere presa una decisione da dentro o fuori, Fiat non può più offrire una sua pedina nel competitivo segmento delle compatte, proprio dal momento in cui Punto è stata pensionata. E gli avversari? Di certo non stanno a guardare.
Con le recenti dichiarazioni del CEO Gorlier circa l’interesse di Fiat di riportare al centro proprio il segmento B, lasciando a Jeep e Alfa Romeo i segmenti superiori, viene naturale pensare che si possa vedere una nuova Fiat Punto all’orizzonte. Proprio grazie alla fusione, la piattaforma CMP (cui abbiamo dedicato il nostro Focus Tecnico), telaio sul quale già poggiano sia Peugeot 208 sia Opel Corsa. Un notevole punto di partenza, già pronto per ospitare sistemi ibridi, grazie al quale il Lingotto potrebbe riportare in vita un nome troppo presto scomparso dai listini, senza un’erede a prenderne il testimone e far gioire le concessionarie.
Rischio di cannibalizzazione? Forse sì, ma a quel punto starebbe alla dirigenza creare alternative nate dalla stessa piattaforma seguendo i gusti dei vari mercati del vecchio continente. Molto alto è il rischio di cui sopra, ma in un settore dell’auto che guarda con deciso interesse all’elettrificazione (e PSA, su questo fronte, è avanti), una nuova Punto verrebbe proposta sicuramente quanto meno dotata di un ibrido leggero, senza arrivare a una vera e propria versione elettrica proposta invece da Opel e Peugeot rispettivamente con e-208 e Corsa-e.
Resta da capire quanto Fiat vorrà puntare su un ritorno da protagonista al segmento B o proseguire sulla strada delle piccole, nei nomi, sempre forti, di 500 e Panda: per la prima la versione elettrica, sul quale sono già stati stanziati pesanti finanziamenti, basterà aspettare il Salone di Ginevra 2020, per il quale potremmo aspettarci nuove sorprese dopo l’annuncio della fusione, mentre per Panda la concept Centoventi ha ridato futuro alla più amata degli italiani. Staremo a vedere.
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