Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente della Ferrari dal 1991 al 2014, nonché amministratore delegato fino a settembre 2006, fondatore e presidente della società Nuovo Trasporto Viaggiatori e, dall’ottobre 2012, vicepresidente di Unicredit, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alla situazione del settore automotive in Italia senza usare mezzi termini.
Montezemolo lo ha fatto nel corso di un’intervista nella quale ha parlato con profonda ammirazione di Sergio Pininfarina, storico designer definito some “testardo e pignolo”.
Rievocando i tempi in cui collaborò con Pininfarina in Ferrari, Montezemolo ha ricordato come a quell’epoca tutto passasse per l’Italia e precisamente per Torino. L’ex presidente della Ferrari ha voluto specificare come a Torino la mancanza di grandi aziende italiane vada di pari passo con l’assenza di figure carismatiche come quella di Sergio Pininfarina, due fattori che combinati tra di loro hanno sbiadito l’immagine del capoluogo piemontese a livello nazionale e non solo. Luca Cordero di Montezemolo ha detto nello specifico:
“Per fare auto bellissime in quegli anni bisogna venire a Torino, era un automatismo, oggi non è più così. Non esiste più l’auto italiana. Resta solo la Ferrari. A Torino poco o niente. Stellantis è un gruppo francese, non italiano. Il design che ha prodotto il nostro Paese è stato e continua ad essere, anche se non più nell’auto, un valore culturale. Sergio Pininfarina è stato l’emblema di quei valori. Quando posava la sua matita non c’era quasi bisogno di mettere il logo Ferrari o Made in Italy, lo capivi subito che quel prodotto arrivava da quella mano. Questo è un valore che rischiamo di perdere”.
Luca Cordero di Montezemolo non ha tralasciato nemmeno il rapporto tra il design ed il futuro elettrico delle automobili. Anche in questo caso, le parole di apprezzamento nei confronti di Sergio Pininfarina non sono mancate dicendo:
“Pininfarina sarebbe stato un genio anche nel periodo della svolta green. Il design può avere libero sfogo anche su vetture elettriche. Semmai il problema è che non c’è più l’auto italiana, ribadisco, tolta la Ferrari non esiste più l’auto made in Italy, Lamborghini è tedesca, Fiat è francese. Anche tanti grandi carrozzieri torinesi sono spariti. Così è più difficile far emergere il talento dei nostri design e delle imprese. La Torino di oggi è triste. Forse lo dico perché mi vengono in mente quei giganti che hanno segnato un’epoca. Ma mi pare un territorio giù, quasi depresso. Torino è stata una delle capitali più importanti del mondo nel campo del design e dell’industria automobilistica. E si producevano prodotti che duravano nel tempo, che a volte diventavano quasi immortali”.
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