Dall’Europarlamento il primo no alla proposta di interrompere la vendita di vetture con motore endotermico nel 2035. La voce che si alza in questo caso è quella dell’Eurodeputato Massimiliano Salini (Partito Popolare Europeo), membro della commissione per l’autotrasporto.
La corsa alla transizione elettrica del panorama automotive è sempre più complicata e caotica, ricca di altisonanti progetti che tra numerosi tira e molla istituzionali e date proposte (e smentite) ancora non vedono la luce del sole. Non vedono nemmeno una firma su un foglio di carta, rimanendo sempre e solo dichiarazioni d’intenti. Tra i vari ostacoli più o meno fondati dal lato scientifico, industriale, produttivo ed economico, oggi se ne aggiunge uno istituzionale.
La commissione europea per i trasporti, infatti, ferma la proposta che metterebbe al bando, dal 2035, le auto con motore tradizionale, rilanciando il tema dei biocarburanti e consigliando un nuovo sistema di calcolo delle emissioni inquinanti.
Salini, convinto che “l’elettrico non sia l’unica via per la transizione verde”, rilancia sul tema dei biocarburanti rinnovabili, soluzione oggettivamente sempre più apprezzata e collaudata dai costruttori di veicoli industriali, considerati un’opportunità per spronare le imprese ad investire sulla ricerca e lo sviluppo di nuove fonti, anche in virtù del momento complicato che sta attraversando il settore energetico (lato prezzi e reperibilità). Lo stesso argomento era già stato affrontato anche nel panorama politico italiano dal Ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. In allegato a questo, la proposta della Commissione per i Trasporti prevede anche delle deroghe per i piccoli costruttori e degli incentivi allo sviluppo ed utilizzo di biocarburanti.
Un secondo argomento messo in risalto dall’europarlamentare riguarda il metodo di calcolo delle emissioni. In Europa viene utilizzato il conteggio “tail pipe” (allo scarico), ritenuto meno adeguato del Life-Cycle Assessement (LCA) proposto, basato sulle emissioni nocive prodotte durante l’intero ciclo di vita della vettura, dall’estrazione delle materie prime alla circolazione su strada passando per la produzione. Questa soluzione potrebbe anche cambiare le carte in tavola.
La nuova proposta (o controproposta) non è un passo avanti, bensì un salto sul posto, dal momento in cui ancora non vi è nulla di certo. Quanto di cui sopra infatti deve ancora attraversare la valutazione della Commissione Ambiente, l’aula dell’Europarlamento ed infine arrivare sotto la penna dei membri del Consiglio Europeo, il quale avrà l’ultima voce in capitolo.
La strada è ancora lunga, l’incertezza sul futuro dei trasporti regna sovrana, anche in virtù delle tante voci che echeggiano nel turbine di opinioni, studi e manovre politiche. L’elettrico si, è una strada che si è già iniziaao a battere e anche con una certo impegno, ma sui cartelli del bivio si legge anche “idrogeno”, “biocarburanti”, “GPL”, “metano” e “ibrido”.
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