Motorsport

Nicolò Rocca, dal sogno di Saetta McQueen alle piste con la Nascar Euro Series

Tempo di lettura: 4 minuti

Si chiama Nicolò Rocca, è un sognatore ad occhi aperti, tra poco capirete perché, è nato nel 1993 e fin da bambino sognava di diventare pilota. La visione del film Disney “Cars-Motori Ruggenti”, ambientato sugli ovali americani, ha facilitato la cosa, e oggi Nicolò è il pilota italiano di spicco in forza alla Nascar Euro Seris, la controparte europea della famosissima serie americana. Questo weekend è andata in scena la tappa italiana, corsa sulla pista di Franciacorta, ecco com’è andata per il giovane pilota.

Considerata tra le discipline motoristiche più spettacolari, anche fuori dal nuovo continente, proprio grazie alla Euro Nascar, quest’ultima nasce, nella sua versione a stelle e strisce, oltre 70 anni. La National Association for Stock Car Auto Racing è una competizione tra vetture  da corsa (le cosiddette Stock Car) le cui gare si svolgono perlopiù all’interno di circuiti ovali, ed in parte stradali. Si pensi che tra USA, Canada e Messico si disputano oltre 1.000 gare l’anno per la gioia di 75 milioni di appassionati solo negli Stati Uniti.

Sette anni fa, nel 2012, la Nascar è approdata in Europa con la denominazione Nascar Euro Series, un campionato che quest’anno si svilupperà attraverso sette gran premi in altrettanti paesi. 64 piloti di 21 nazionalità si sfideranno in circuiti prestigiosi come Zolder, Hockenheim, Valencia, Brands Hatch, oltre alla già citata Franciacorta che rappresenta l’appuntamento tricolore del calendario.

Tornando al “nostro” Nicolò Rocca, che tiene alta la bandiera tricolore nella Nascar Euro Series, la sua carriera inizia a 15 anni, dopo anni di go-kart, in Formula BMW prima e Formula Renault dopo, per poi approdare alla Nascar europea nel 2013. Dall’esordio è stato un crescendo di risultati: 3 Gran Premi vinti, 15 vittorie junior e un 2015 da incorniciare con una collezione ininterrotta di pole position. Nelle due gare della prima tappa del campionato 2019, svoltesi a Valencia nel week-end del 13 e del 14 aprile, Nicolò Rocca infatti si è classificato 5° assoluto, primo degli italiani e primo della categoria junior.

Un sogno diventato realtà…

Il sogno di Nicolò, di cui accennavamo nell’introduzione, parte in realtà molto prima delle prime scorrazzate sui kart. A 4 anni il pilota oggi 25enne rimane “folgorato” dalla vista del film “Cars” e si innamora di Saetta McQueen. Le vicende del film d’animazione che ha tenuto incollati milioni di bambini ai teleschermi, infatti, si ispirano esplicitamente alle atmosfere della Nascar. Si pensi che la Piston Cup altro non è che una parafrasi della Winston Cup, che è poi il nome che la categoria principale della Nascar assunse a partire dal 1976, l’anno a partire dal quale cominciò a diventare il fenomeno che è oggi con la celebre Monster Energy Cup Series.

Nicolò in Euro Nascar guida una Chevrolet Camaro Nascar progettata per correre sui circuiti europei, una belva dotata di telaio tubolare, motore V8 da 450 cavalli, cambio manuale a 4 marce, nessun aiuto elettronico e trazione posteriore per un peso di 1225 kg. Ecco il suo commento dopo la gara di Franciacorta, terminata tra le posizioni che contano:

Il weekend in generale è stato positivo, mi sono qualificato quarto a un solo decimo di secondo dalla pole. Nella prima gara ho fatto una bella battaglia con Jacques Villeneuve per la terza posizione, poi ho sofferto un calo di gomma eccessivo e sono arrivato sesto. Domenica invece mi sono classificato quinto, portando avanti una gara davvero agguerrita. Durante questa tappa mi sono classificato sesto ma secondo nella categoria junior che comprende solo piloti under 25. E’ stato un weekend molto divertente, con gare intense e un forte seguito di pubblico! Nella classifica generale sono al quarto posto in campionato, adesso devo tornare a lavorare e allenarmi molto per la prossima gara che si terra il 2/3 giugno Brands Hatch in Inghilterra.”

Quattro domande a Nicolò Rocca, tra Euro Nascar e trading londinesi…

Nicolò, parlaci della tua carriera di pilota. Tanti anni di kart, poi le formule minori e infine, nel 2013, l’arrivo in Euro Nascar. Cosa ti ha attratto di più di questa disciplina e perché non hai scelto di correre nel GT, diciamo la norma, almeno in Europa?

Ho iniziato con i kart quando ero davvero un bambino grazie alla passione che papà mi ha sempre trasmesso, poi ho intrapreso la normale trafila dei giovani piloti, senza avere ancora le idee chiare su quale strada prendere. Almeno fino a quando non sono arrivato a conoscere la realtà Nascar americana, che mi è sembrata subito una grande opportunità: una realtà in crescita e in grado di attirare molta attenzione mediatica. Per me è stato come entrare in una grande famiglia, in cui ho avuto l’opportunità di crescere moltissimo. Ho potuto così vivere la crescita di questo movimento, che è diventato uno dei campionati di punta in Europa.”

Dai tuoi social si denota la tua passione per i viaggi, un po’ come quello che ti ha portato dallo schermo di Cars, film di animazione che ha fatto nascere la tua passione, all’abitacolo della tua Chevrolet. Se ci ripensi oggi che effetto ti fa essere diventato un pilota a tutti gli effetti?

I viaggi sono una grandissima passione che coltivo da quando ero piccolo. Ho sempre trovato affascinante scoprire nuovi luoghi e culture. Quando riesco a combinare le mie gare con la possibilità di viaggiare è il massimo per me! Se ripenso a tutta la strada che ho percorso provo una bella sensazione, ogni volta che salgo in macchina sono davvero felice, ma è una cosa su cui non rifletto spesso, so di avere ancora tanto da fare e migliorare!

Chi è il tuo idolo, Saetta McQueen a parte?

Non ho un idolo in particolare, ammiro i grandi piloti che si sono distinti per le loro grandi prestazioni. Sono cresciuto con il mito di Ayrton Senna. Da bambino ero affascinato dalla velocità di Juan Pablo Montoya e dalla freddezza di Mika Häkkinen. Ultimamente invece, ammiro molto Hamilton, a mio parere uno dei grandissimi della storia del nostro sport.

Al di fuori delle ruote coperte quale categoria motoristica ti appassiona di più? Sei appassionato di F1 e cosa ne pensi dello stampo americano che Liberty Media, proprio ispirandosi alla Nascar (condivisione parti, ecc) vuole dare alla Formula 1?

Sono un appassionato di motori a 360 gradi, seguo la gran parte delle serie di riferimento in giro per il mondo, dalla F1 al Supercross Americano. Sono interessato a qualunque cosa si muova grazie a un motore! Venendo dal mondo della Nascar, completamente diverso da quello della F1 perché fondato su intrattenimento e pubblico, penso che l’operato di Liberty Media sia qualcosa di assolutamente necessario per attirare nuovamente l’attenzione del pubblico. Negli ultimi anni di gestione Ecclestone si era arrivati a un livello di esclusività secondo me un po’ troppo eccessivo. Liberty Media sta provando a cambiare le cose e lo sta facendo nel modo giusto! Speriamo che anche le gare, con il nuovo regolamento, porteranno più spettacolo in pista!

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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