Ormai da tempo si leggono quasi quotidianamente notizie riguardante i blocchi del traffico a causa del motore diesel, croce e delizia del mondo automotive. C’è chi lo sta già condannando a morte certa (ad esempio Toyota con la sua scelta di dirgli addio), chi invece ci crede ancora e molto, è il caso di Mercedes-Benz, sempre in prima linea nello sviluppo delle nuove tecnologie sull’apparentemente vituperato motore a gasolio.
Se con smart nel 2019 il Gruppo Daimler AG metterà in atto la rivoluzione elettrica, per quanto riguarda Mercedes-Benz la volontà è quella di proseguire sulla strada del motore diesel, in parte per la tipologia di vetture della Stella a tre punte in parte per ragioni tecnologiche e pratiche che cercheremo di sintetizzarvi in queste righe.
Piccola premessa: a oggi il Gruppo Daimler produce e vende nel mondo tutte le tipologie di propulsori allo stato dell’arte della tecnologia. Benzina, Idrogeno, Gas, Biocarburanti, ibridi e Ibridi Plugin. È però sul diesel che vanta un’esperienza decennale, esperienza che torna in causa quando si parla di nuove tecnologie sempre più pulite e sostenibili.
Mercedes-Benz per prima, era il 1936, spinse e sviluppò questa tecnologia, per poi introdurre il turbodiesel negli anni ’70 e, in tempi più remoti, metà anni ’90, introdurre un’altra rivoluzione come il Common Rail sviluppato in collaborazione con Bosch e Magneti Marelli.
Il filtro antiparticolato arrivò a cavallo degli anni 2000 (seppur in circolazione effettiva dal 1985) e oggi motore diesel per Mercedes-Benz significa nanotecnologie, pistoni in acciaio ed elettrificazione, con motori già conformi alle nuove norme RDE/WLTP sui consumi reali.
In parole più pratiche la Casa di Stoccarda ha investito qualcosa come 3 miliardi di euro sulla nuova generazione di motori diesel (quattro cilindri OM 654 e sei cilindri OM 656: questi motori omologati in base alla normativa Euro 6d temp* oggi inquinano molto meno rispetto a un motore a benzina di pari livello) e investimenti altrettanto importanti hanno reso questi propulsori ancora più efficienti, grazie alla tecnologia ibrida Plug-In.
Dal prossimo autunno questo motore permetterà di beneficiare di tutti i vantaggi offerti alle motorizzazioni ibride, con ben 50 km di autonomia per guidare in città a zero emissioni e il grande piacere di guida offerto dal motore Diesel nelle percorrenze extraurbane. Da tutto questo nasce la ferma convinzione che sia meglio puntare sull’innovazione anziché sui divieti.
Uno studio, sostenuto anche dal Ministero Federale per l’Ambiente, dall’Ente Federale per l’Ambiente e dal VDA (Associazione delle industrie automobilistiche tedesche), dimostra che, con il semplice rinnovamento del parco veicoli, quindi senza la necessità di ulteriori interventi, il numero delle centraline di rilevamento vicine alle zone trafficate che non rispettano il valore limite di NOx si ridurrebbe del 70% entro il 2020 e di oltre il 90% cinque anni dopo.
Convinti o meno, il canto del cigno per questo propulsore che ha fatto la storia dell’automobile sembra ancora al di là da venire, nonostante il mondo dell’auto sia davvero in costante evoluzione.
*Il primo modello Mercedes già dotato di questa omologazione è la nuova CLS, cui seguirà la nuova generazione di Classe A, Classe C e la Classe G, oltre a nuovi motori che entreranno in produzione sulle attuali generazioni.
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