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Oltre il motore 2 tempi da 109.000 CV: le risposte navali al 2030

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L’interesse verso la sostenibilità dei trasporti è molto più ampio rispetto al solo settore automotive. Questo interesse genera tecnologie, che a volte vengono riadattate proprio per finire nelle nostre automobili. Un esempio molto recente è l’introduzione dello steer-by-wire, che sappiamo provenire dal settore aeronautico.

Oggi andiamo a vedere cosa sta succedendo nel settore navale. A partire dal motore 2 tempi diesel da 109.000 CV, un baluardo della tecnologia motoristica navale, andiamo a vedere le ultime innovazioni, con un focus sulle loro caratteristiche e limiti.

Il motore 2 tempi diesel da 109.000 CV

Noto anche come Wärtsilä RT-flex96C, questo motore 2 tempi diesel è un pilastro della propulsione navale da quasi 20 anni. Parliamo di un motore 2 tempi che ha rivoluzionato il trasporto marittimo, alimentando navi gigantesche. 

Con una potenza massima di 107.390 CV, questo motore è progettato appunto per navi di grandi dimensioni, capaci di trasportare fino a 11.000 container. Un bestione di 13,5 metri di altezza per oltre 2.300 tonnellate di peso: niente poco di meno che il motore più potente al mondo. Motore 2 tempi che permette di ottenere un’alta efficienza volumetrica e ridurre il consumo di carburante rispetto ai motori a 4 tempi. 

Oggi sono in uso circa 25 motori 2 tempi di questo tipo, mentre altri 86 sono in costruzione. Nonostante la sua efficienza e potenza però, il 2030 è sempre più vicino. Quindi, anche il settore navale, si sta preparando a sostituire una delle sue soluzioni più fortunate.

Vediamo come.

Innovazioni sostenibili nel settore navale: possibilità e limiti

Tra le soluzioni più promettenti ci sono i motori ibridi diesel-elettrici e i motori a gas naturale liquefatto, già in uso su diverse navi. 

Il mercato della propulsione ibrida raggiungerà un valore di 5 miliardi di dollari entro il 2025. Alcuni traghetti e navi più piccole stanno già beneficiando di risparmi di carburante del 15-30% e in alcuni casi anche di 40% in confronto ai motori diesel tradizionali. Tuttavia, il limite principale dei sistemi ibridi è che non sono ancora ideali per navi più grandi che richiedono alte prestazioni continue su lunghe distanze.

Il GNL, invece, già può interessare di più alle grandi navi con l’adozione di motori dual-fuel che funzionano sia a GNL che a diesel. Ma la sua diffusione è ancora limitata per carenza di infrastrutture di rifornimento e per complessità tecniche legate alla gestione del combustibile a temperature estremamente basse​.

Guardando al futuro, le celle a combustibile a idrogeno sono considerate una delle soluzioni più ecologiche e promettenti. Questo perché permetterebbero di produrre energia elettrica senza emissioni. Tuttavia sono ancora in fase di sperimentazione per le grandi navi commerciali. Quindi non sono ancora pronte.

 Infine, i sistemi di propulsione a vela assistita, come le rotorsails, stanno guadagnando popolarità grazie alla loro capacità di ridurre il consumo di carburante sfruttando l‘energia eolica. Ma, anche su questa soluzione, ci sono diversi dubbi per un’adozione in larga scala.

Redazione Kilobit

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