“È stato campione di combattività e ha regalato tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene.”
Enzo Ferrari
Parte oggi, venerdì 4 maggio, la Mostra Gilles Villeneuve, ospitata dal Museo dell’Autodromo Nazionale Monza, un racconto per immagini e memorabilia che ripercorre, dalle basi, le origini del mito che tutti gli appassionati di corse e non portano nel profondo del cuore.
Tutti ricordano, chi per sentito dire chi perché ha vissuto sulla propria pelle quei momenti, cosa il mondo dei motori perse quel giorno di maggio del 1982, quando Gilles perse la vita dopo una breve ma intensissima carriera. Da quel momento è partito il mito, mito che oggi la mostra Gilles Villeneuve vuole ripercorrere grazie alla testimonianza di chi c’era e dei più pregiati oggetti che il campione canadese ha lasciato ai posteri.
La rassegna, curata da Giorgio Terruzzi ed Ercole Colombo, organizzata e prodotta da ViDi, in collaborazione con Autodromo Nazionale Monza SIAS SpA, Automobile Club Milano e il Museo Gilles Villeneuve di Berthierville, con il patrocinio del Comune di Monza e la Reggia di Monza, presenta un’ampia rassegna fotografica con oltre 170 immagini scattate da Ercole Colombo, tra i fotografi del Circus con più anni sulle spalle.
L’esposizione vanta poi un pezzo unico, la Ferrari 312 T4 della collezione privata Cantine Giacobazzi, storico sponsor del padre di Jacques Villeneuve. Un pezzo unico perché è l’auto che è entrata nella storia della specialità per la lotta all’ultimo metro con la Renault di René Arnoux, Digione 1979.
Quell’anno la vettura si laureò campione del mondo con Jody Sheckter e Gilles vinse tre gran premi (Kyalami, Long Beach e Watkins Glen). C’è poi una video testimonianza di chi quell’auto la progettò, l’Ing. Forghieri, da sempre legato al mito Villeneuve.
Il percorso della mostra è accompagnato dai testi di Giorgio Terruzzi, un racconto che prende vita nello stesso anno di nascita dello storico N. 27. Si parte quindi dal 1950 fino al giorno della sua tragica scomparsa. Nel 1977 il debutto in Ferrari per volontà del Drake in persona, che rivedeva in lui qualcosa che gli ricordava Tazio Nuvolari.
Un settore particolare della mostra è dedicato al 1982, l’anno della fine. Dallo scontro diretto con Didier Pironi a Imola fino alla domenica di Zolder, con quella qualifica finita tragicamente tra le reti di protezione per un banale errore di valutazione e per un salto che lo portò sì nell’aldilà ma allo stesso tempo nell’olimpo dei migliori, per sempre.
Giovedì e venerdì: 10-13; 14-18
sabato e domenica: 10-19
lunedì, martedì e mercoledì chiuso
Intero: 9 Euro
Ridotto: 7 Euro
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