È morto Silvio Berlusconi oggi 12 giugno 2023 dopo alcuni giorni di ricovero nel reparto di degenza ordinaria del San Raffaele di Milano. Era ricoverato dalla mattinata di venerdì poiché si erano visti alcuni valori delle analisi fuori norma, ma la situazione è precipitata piuttosto velocemente, portando alla morte.
Sembrava fosse passato il peggio il 30 marzo quando era stato dimesso, ma il suo rientro repentino, dopo soli quattro giorni, ha fin da subito allarmato tutti. Dopo oltre un mese era stato dimesso, lo scorso 19 maggio; una lunga degenza causata da un’infezione polmonare, frutto della leucemia mielomonocitica di cui soffriva l’ex premier.
La morte di Silvio Berlusconi significa per molti non solo la fine di un’era politica, ma anche di un periodo storico tutto italiano. Ci lascia, così, a 86 anni il leader del partito Forza Italia ed ex presidente del consiglio per molti mandati, a partire dagli ormai lontani anni ‘90. Proprio durante alcuni di questi incarichi si occupò del mondo dell’auto, prima togliendo alcune “supertasse” sugli automobilisti, e poi introducendo il grande autogol dell’automobile italiana: il Superbollo.
Nel 1993, l’allora premier Giuliano Amato aveva introdotto una supertassa su auto e moto considerate di lusso (un’imposta basata sui cavalli fiscali, molto stringente sui Diesel e sulle auto di cilindrate superiori al 2.0, oltre che alle moto, già a partire da 600cc) e vigeva la regola che le auto sopra il 2 litri di cilindrata non erano fiscalmente deducibili.
Durante il primo governo Berlusconi nel 1994, il premier abolì totalmente queste due manovre, aprendo al mercato dei marchi premium e soprattutto, segnò, un’importante apertura verso la libera concorrenza nel mondo dell’auto.
Silvio Berlusconi con il suo governo diversi anni dopo, durante il difficile periodo dell’Italia conseguente alla crisi del 2008-2009, e più precisamente nel 2011, si “macchia” di una scelta le cui conseguenze paghiamo ancora oggi: il tanto odiato Superbollo. In molti, ancora oggi pensano che sia stato il successivo governo tecnico presieduto da Mario Monti a introdurlo, ma nella realtà, l’allora Ministro dell’economia e delle finanze Tremonti inserì nella finanziaria l’introduzione di una imposta extra per le auto che eccedevano i 225 kW (306 CV), da calcolarsi in 10 euro per ogni kW superiore alla cifra di partenza.
Il governo successivo ha poi modificato questo odioso balzello, abbassando la soglia di accesso al Superbollo a 185 kW (251 CV) e alzando il costo di ogni kW in più da 10 a 20 euro.
Ogni giorno, ancora oggi, tutti gli appassionati sperano nella sua abolizione, che potrebbe arrivare proprio dal governo in carica, formato dalle ormai ex tre figure di riferimento: Giorgia Meloni, Matteo Salvini e proprio Silvio Berlusconi.
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