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Missione Tokyo 2020: Alessandro Zanardi e l’ennesima sfida

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Cosa fa una persona normale a 53 anni? Inizia a pensare alla pensione, se mai arriverà nei tempi prestabiliti, a godersi un buon bicchiere di vino nel tempo libero (per quello c’è sempre tempo). E poi c’è lui, Alex Zanardi, l’inarrestabile Alex Zanardi. Dopo aver dimostrato tutto, e di più, lo attende un’altra sfida. Il pilota bolognese parteciperà infatti all’evento Super GT x DTM Dream Race al Fuji International Speedway.

La gara, che riunirà finalmente le vetture DTM di Audi e BMW con le Super GT e GT500 giapponesi, è stata fortemente voluta da Gerhard Berger, boss del DTM, e dal suo omonimo giapponese, Masaaki Bandoh, e prenderà il via questo weekend.

Alex Zanardi è stato scelto da BMW (insieme a Kamui Kobayashi e Marco Wittmann, due volte campione DTM) per pilotare la M4 DTM ZF, come successe nella gara di Misano del 2018, ma, con la sua tenacia che gli ha permesso di diventare la leggenda che è, il buon bolognese ha deciso di scendere in pista con la sua handbike, e il motivo è presto detto: Il Fuji International Speedway sarà la sede delle competizioni di paraciclismo dei Giochi Paralimpici di Tokyo del 2020 (JPN). Quale miglior modo per impratichirsi?

Come ricorderete, ai giochi del 2012 a Londra (GBR) e 2016 a Rio de Janeiro (BRA), Zanardi ha vinto un totale di quattro medaglie d’oro paralimpiche ed è attualmente 12 volte campione del mondo di paraciclismo.

Ecco le sue sensazioni: “Ora ho un’ottima idea di cosa devo preparare”, ha detto Zanardi. “Porto a casa informazioni importanti che mi aiuteranno a prepararmi sia dal punto di vista tecnico, perché sto progettando di sviluppare una nuova bicicletta, sia dal punto di vista fisico. Ogni circuito ha i suoi requisiti e puoi adattare la tua routine di allenamento ai diversi percorsi su cui gareggerai. Sarà un evento molto interessante. La pista è bella ma davvero dura. Non hai mai una sezione piatta, stai sempre salendo o scendendo e penso che ci vorrà anche un po’ di abilità per quanto riguarda l’avvicinarsi alle curve perché ci sono molte aree in cui devi frenare forte e entrare nel momento giusto con la linea giusta. Quindi spero che la mia abilità di guida mi aiuti un po’ in quelle sezioni, ma c’è molto  lavoro da fare perché questo scenario è abbastanza diverso da quelli in cui abbiamo gareggiato fino ad ora. È emozionante e sono molto grato alla BMW per avermi offerto questa opportunità, sicuramente soprattutto per la meravigliosa BMW M4 DTM che guiderò durante il fine settimana, ma anche per questo motivo”.

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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