A guardare la prima Mini, la piccola citycar che fa storia dal 1959, si rimane sbalorditi dalla crescita nelle dimensioni delle vetture attuali. Se poi andiamo a fare un confronto diretto all’interno del Marchio inglese, vediamo quanto ormai, per questioni di sicurezza e di comodità, le auto d’epoca sembrano ormai delle simpatiche “microcar”.
Una crescita dovuta anche alle esigenze del mercato, oggi proiettato a favore dei crossover, che ci mette di fronte a richieste differenti. Alludiamo in particolare alla Mini Countryman, la prima 4×4 della Casa, che ha l’arduo compito di mantenere lo stile e il fascino Mini, lasciando intatto (o quasi) anche il piacere di guida tipico dell’inglesina originale: ci sono riusciti? Scopriamolo nella nostra prova su strada.
Design
A prima vista si notano subito le dimensioni maggiori rispetto alla “sorella” (lunghezza 411 cm, altezza 156 e larghezza 179), ma è anche vero che si capisce subito che stiamo guardando una Mini. Family feeling e stilemi caratteristici continuano a rievocare la storia gloriosa, ma non mancano i punti dove lo stile moderno ha preso il sopravvento. Questo mix vincente è stato frutto di uno studio che ha permesso di non snaturare l’aspetto complessivo, con un occhio di riguardo ai gusti di un pubblico più ampio. Il primo obiettivo è stato raggiunto.
La Mini Countryman della nostra prova si presenta nella colorazione Starlight Blue con tetto e calotte degli specchietti in bianco. Un abbinamento di colori che ben si sposa con la stagione estiva, al quale sono stati aggiunti i cerchi in lega da 18” Turbo Fan, che riprendono il classico disegno del cerchio Cooper S.
I passaruota maggiorati rendono muscoloso il design della Countryman, che è sì nettamente più grossa della tre porte, ma senza risultare appesantita e sgraziata.
All’interno si continua con le analogie. La Crossover inglese propone un abitacolo ben rifinito, sedili in pelle e tessuto, volante corposo con comandi integrati e il tipico tachimetro posizionato al centro della plancia, dentro il quale si trova l’ottimo navigatore. Quest’ultimo non è dotato di uno schermo touchscreen e viene quindi comandato dai tasti e dal joystick nel tunnel centrale.
Spazio e visibilità sono piuttosto buoni, nonostante la cintura alta dei finestrini che penalizza la visione completa dello specchietto lato passeggero. Quattro posti comodi (optional il terzo posto dietro) – la panchetta posteriore è scorrevole – e un bagagliaio che va da 350 litri fino a 1130, ci confermano la predisposizione della Countryman ad ospitare tutta la famiglia.
Alla guida del 1.6 da 190 CV
Abbiamo scelto la motorizzazione 1.6 turbo benzina da 190 CV per 260 Nm di coppia scaricati su una trazione integrale permanente, la cosiddetta ALL4. I numeri di questa Countryman si traducono su strada in uno 0-100 km/h da 7,7 secondi e in una velocità massima di 215 km/h.
Non appena ci si siede, ci si sente a “casa”. Il posto del guidatore, infatti, è sempre in stile Mini: volante dritto e sedili facilmente regolabili per trovare la posizione ideale con grande facilità. A questi elementi caratteristici, la Mini SUV aggiunge una situazione più rialzata e una comodità maggiore, che si fa sentire soprattutto durante le lunghe tratte.
Una posizione di guida nel segno della Mini così come l’assetto, ottimo per la guida sportiva ma un po’ troppo rigido per una crossover. La sportività non manca anche nella spinta, non esagerata ma sempre disponibile fin dai bassi regimi e molto lineare. Come già detto, l’assetto asseconda le velleità sportive di questa Mini, un po’ meno il cambio automatico a 6 rapporti: veloce in modalità DS, intuitivo in D, ma un po’ lento quando si tratta di prendere in mano i comandi e gestire i paddle posti dietro il volante.
Quando si desidera una maggiore reattività, ci si affida al tasto Sport che modifica la risposta dell’acceleratore, la già alta precisione dello sterzo e il sound dei due scarichi. L’ottima insonorizzazione dell’abitacolo, annulla quasi del tutto il buon sound che emesso dal doppio terminale, coinvolgente e a tratti scoppiettante in rilascio, a favore di un buon comfort interno.
Per quanto riguarda i consumi, il dato dichiarato è di 6,4 litri per 100 km, non distante da quello che abbiamo riscontrato, tra i 7 e gli 8 litri/100 km. Se si desidera consumare un po’ meno rimanendo sulla versione sportiva a benzina, conviene scegliere il cambio manuale e la trazione anteriore.
Una granturismo 4×4
La Countryman è una vera Mini, non ci sono dubbi. Ma anche quando si è seduti dietro il volante? Ne abbiamo parlato poco sopra e il divertimento non manca, ma le prestazioni sono ovviamente inferiori. La Mini 3 porte e la recentissima 5 porte hanno fissato nuovi benchmark nel loro segmento, allontanando ancor di più un possibile confronto con la Countryman. Quest’ultima però mantiene una netta leadership nel suo segmento per quanto riguarda la sportività.
Il paragone giusto da fare quindi non è con la sorella inferiore, con la quale condivide molti pregi, ma con le altre crossover che per il momento hanno poco da dire in questo campo. Se poi questa versione “granturismo 4×4” non vi bastasse, non dimenticate che è presente anche la cattivissima Mini Countryman John Cooper Works.
Prezzo e concorrenti
La Mini Countryman parte dal prezzo di 21.750 € per la versione One, mentre per la Cooper S ALL4 che abbiamo provato si parte da 30.350 euro.
Con la vernice Starlight Blue (600 €), cerchi da 18 pollici Turbo Fan (925 € comprensivi di gomma Runflat), sedili stoffa e pelle (700 €), modulo di navigazione con radio Mini Visual Boost, USB e Aux (1.220 €), Chrome Line esterna e interna (250 €), Sport button (175 €), Cambio automatico e volante sportivo con paddles (1.820 €), il prezzo sale ulteriormente per un totale finale di poco superiore ai 36.000 euro.
Fiat 500X, Jeep Renegade, Nissan Juke e Opel Mokka, ma anche le trazioni anteriori Ford Ecosport, Peugeot 2008 e Renault Captur (tutte da noi testate), sono le principali avversarie della Mini Countryman, che però può contare su un appeal del Marchio che poche concorrenti possono vantare.
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