Una gamma sicuramente interessante quella della nuova MINI Countryman. Dimenticatevi la vettura, quasi B-SUV, del 2010. Siamo di fronte a una nuova generazione che per ovvi motivi ha molto in comune con la nuova BMW X1 che l’ha preceduta sul mercato e non a caso è la Countryman ma soprattutto la MINI più grande di sempre. Siamo passati, per essere esatti, dai 4,09 metri della prima serie ai 4,3 metri della seconda. Ora Countryman si avvicina con coraggio alla soglia psicologica dei 4,5 metri (4,43 metri), viene prodotta nello stesso stabilimento tedesco dove nascono BMW Serie 1 e Serie 2 Active Tourer e conta su una svariata gamma di motorizzazioni, che vanno dall’elettrica (E ed SE, i prezzi li trovate a chiusura dell’articolo) alla potente Countryman che abbiamo deciso di provare in anteprima.
La più divertente della gamma, e questo è certo, ma quanto è cambiata rispetto a chi l’ha preceduta? Scopriamola nella nostra prova su strada in anteprima dove vi parliamo anche delle sue dimensioni, dei suoi interni, della gamma di motorizzazioni e quale sia la più economica e la più costosa nel listino prezzi.
Dicevamo del confronto con la prima e la seconda generazione, ben più contenute nelle loro dimensioni. Questa terza MINI Countryman è cresciuta di 10 centimetri rispetto alla seconda e di ben 33,4 centimetri nei confronti della prima serie, quella che ha lanciato nell’olimpo questo modello ancora molto apprezzato dai clienti. Per la precisione la nuova Countryman è lunga 4,44 metri, larga 1,84 metri, alta 1,66 metri e il suo passo è di 2,69 metri. Già la precedente serie, F60, si era fatta più squadrata abbandonando definitivamente le forme fin troppo dolci della prima. Ci si accorge che la MINI Countryman è cambiata in meglio senza rinunciare ad alcuni tratti stilistici tipici come la mascherina ottagonale (chiusa sull’elettrica), mentre osservando da vicini i fari Matrix LED essi sono personalizzabili, nel senso che si può scegliere tra diverse firme diurne.
Davvero prominente sia il cofano sia i cerchi, che con una misura da 20″ riescono a mascherare bene l’allungamento del passo. Dove la Countryman cambia di più rispetto al passato è sicuramente al posteriore. Anche dietro ci sono i Matrix LED, ovviamente non su tutti gli allestimenti, con la firma luminosa che varia dalla classica bandiera inglese ad altre configurazioni. Infine il bagagliaio, prima di rivolgere la nostra attenzione agli interni che sono una rivoluzione per questo modello. Il vano posteriore varia da un minimo di 450 litri a un massimo di 505 litri proprio della JCW. L’elettrica, invece, offre una capacità minima di 460 litri. Rimangono su tutte le versioni i pratici sedili scorrevoli fino a 13 centimetri e gli schienali che si reclinano in 6 posizioni diverse. Un SUV, qui molto sportivo, che risponde alle giuste esigenze di una famiglia.
Veniamo agli interni, grandi protagonisti di questa MINI Countryman. C’è ovviamente un tratto in comune con la nuova MINI Cooper e si tratta del grande display OLED che campeggia perfettamente al centro della plancia. Ha una dimensione di 9,55″ e un diametro di 24 centimetri, sembra più grande di quanto è in realtà, ed è davvero ampiamente personalizzabile. A partire dalla levetta “Experience” che permette di configurare varie schermate corrispondenti alle varie modalità di guida. Direttamente dalla Mini del 1959 tornano i comandi a bilanciere e uno stile davvero minimalista che difficilmente lascia indifferenti. Dal taglio sportivo il volante, a due razze come le prime MINI prodotte sotto l’egida di BMW.
Totalmente proprietario è il sistema operativo basato su Android e chiamato MINI Operating System 9. Sulle prime ci ha convinto, ma per conoscerlo a fondo dovremo ridare appuntamento alla Countryman, perché no con altre motorizzazioni, nel corso di un test drive più approfondito. Molto curati sia i materiali sia l’illuminazione ambiente. Nella gallery qui sopra potete vedere quanto può cambiare lo schermo e con esso l’ambiente all’interno della nuova MINI Countryman.
Anche qui il legame con la BMW X1 (U11), si fa forte ed evidente. Partiamo subito dal fatto che tra i motori della MINI Countryman 2024 la E individua la versione elettrica, mentre la SE ha 313 CV e supera anche se di poco la JCW di questa prova in anteprima. Si parte da 204 CV della “E” e si arriva alla potenza sopra citata della “SE”. Il segreto se così si può chiamare è l’aggiunta del secondo motore elettrico al posteriore con uno 0-100 coperto in 5,6 secondi per una velocità massima di 180 km/h. Sempre la stessa la batteria, da 65,45 kWh, con un’autonomia che non supera i 460 km per la “E” meno potente.
Parlando delle versioni termiche, si parte con la “C” che monta un 1.5 turbo benzina da tre cilindri abbinato al modulo mild hybrid 48V per un totale di 170 CV e una coppia di 240 Nm. Trazione anteriore e niente cambio manuale, c’è sempre l’automatico doppia frizione a 7 rapporti. La Countryman S passa al 2.0 quattro cilindri e i cavalli sono 218 per 320 Nm di coppia. La JCW della nostra prova in anteprima riprende in toto il propulsore della X1 M35i, con il 2.0 da 300 CV e 400 Nm. Sorpresa, ma neanche troppo, c’è anche una Countryman Diesel! Si chiama “D” e monta il 2.0 anche questa volta associato al modulo ibrido 48V per 163 CV e 360 Nm di coppia, anche in questo caso con la trazione anteriore. Non ancora chiaro se a queste si aggiungerà una motorizzazione ibrida plug-in, già presente sulla precedente generazione.
Abbiamo scelto di testare la versione più potente tra le varie versioni della nuova generazione, ovviamente si tratta della MINI Countryman JCW da 300 CV, 6 in meno del recente passato. Ammetto che è un gran bel godimento poter raccontare una nuova vettura che debutta sul mercato senza dover testare per prima la sua versione elettrificata. Evento sempre più raro negli ultimi tempi, quindi potendo, abbiamo deciso senza alcuna esitazione di raccontarvi la MINI Countryman John Cooper Works 2024 con il suo motore a quattro cilindri da 2,0 litri da 300 CV. Il motore della Countryman 2024 John Cooper Works genera 221 kW/300 CV, e permette un’accelerazione della vettura da 0 a 100 km/h in 5,4 secondi. I 400 Nm di coppia e la velocità massima autolimitata di 250 km/h rendono l’esperienza di guida esaltante.
Salendo a bordo si rimane immediatamente colpiti da un design molto minimal degli interni, specialmente seduti nella posizione privilegiata con le mani che tengono ben saldo al volante. Un ritorno al passato, alle prime generazioni di MINI i cui interni erano ridotti all’essenziale. Molto bella la parte alta di plancia e portiere ricoperta in tessuto. Una bella scelta per sostituire le solite plastiche che potrebbe anche portare dei vantaggi specie d’estate quando lasciamo l’auto sotto il sole. La parte bassa di plancia e pannelli porta invece delude un pò. Troviamo delle plastiche rigide e un pò basiche. Bello e scenografico lo schermo display OLED piatto di cui vi abbiamo parlato solo poche righe sopra. Interessanti i sedili posteriori scorrevoli che permettono di modulare al meglio lo spazio per i bagagli o per eventuali passeggeri.
Al volante tra gli splendidi panorami dei colli senesi abbiamo potuto apprezzare la grinta di questa Countryman JCW che è sicuramente più scattante di tutte le sorelle della gamma, ma la spinta non è così prepotente come accadeva in alcuni modelli delle precedenti generazioni. L’erogazione è molto progressiva e non è così affilata come ci aveva abituato la sigla JCW (la precedente era più leggera e con 6 CV in più). C’è da dire che la Countryman si rivolge ad un target di cliente che cerca anche comfort oltre che sportività quindi la quartier generale della Casa inglese controllata da BMW hanno senza dubbio pensato ad un equilibrio in tal senso. Sicuramente nonostante sia una John Cooper Works è una vettura più gestibile e sfruttabile nell’uso di tutti i giorni anche se paga qualcosa in termini di sportività. Anche i consumi, durante questo primo contatto, sono abbastanza gestibili per un’auto da 300 CV con trazione integrale ALL4.
Agendo sulla leva con cui è possibile scegliere tra una delle 8 modalità di guida, si può agire su una diversa calibrazione dello sterzo che diventa più o meno reattivo a seconda della modalità. Quella Go Kart è la più sportiveggiante e lo sterzo diventa molto diretto. Il comfort è elevato e l’assetto anche su questa Countryman John Cooper Works non è troppo rigido. L’abitacolo è molto ben insonorizzato, dispiace solo che il 4 cilindri mini si faccia sentire poco, suoni che per noi sono sempre melodie soffocate anche in questo caso a causa delle limitazioni sulle emissioni acustiche imposte dalla UE.
Davvero interessante, e variegata, la gamma MINI Countryman 2024 con relativi prezzi. Partiamo dalla C, con l’ibrido 48V, che parte da 34.900 euro. 4 gli allestimenti (Essential, Classic, Favoured, JCW), che si ripetono per le varie versioni che andiamo qui a elencare, C entry level esclusa:
Come vedete, il listino prezzi della MINI Countryman 2024 offre sia versioni termiche (benzina e Diesel mild hybrid) sia le elettriche E e SE grazie alla condivisione della piattaforma UKL2 condivisa con la nuova BMW X1. Per la prima volta elettrica la MINI Countryman, che si avvicina abbondatamente ai 4,5 metri lasciando alle spalle un passato (quasi) da B-SUV: la prima generazione, era il 2010, era lunga “solo” 4,2 metri. La MINI più lunga di sempre gioca la carta della versatilità: saprà essere attraente sia per chi vede nell’elettrico la soluzione definitiva sia per chi preferisce giocare sicuro e puntare su motorizzazioni green ma legate al motore endotermico. Poi c’è la John Cooper Works, che con il suo 2,0 litri da 300 CV e 400 Nm di coppia della nostra prova in anteprima stacca il cronometro dello 0-100 km/h in 5,4 secondi per una velocità massima di 250 km/h. Ovviamente la trazione è integrale e non manca la caratterizzazione estetica con la vernice dedicata che vede l’abbinamento tra il Legend Gray e l’evidente colorazione Chili Red, che adorna tanti dettagli ma soprattutto il tettuccio e parte del montante C.
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