Categorie: Prove su strada

Mini Cooper S 5 porte | la prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

La Mini diventa 5paziale. 5 porte, qualche centimetro di lunghezza in più, un po’ di spazio per le gambe e un bagagliaio più capiente. Ok, ma il divertimento? C’è ancora non vi preoccupate, soprattutto a bordo della sportiva Cooper S, oggetto della nostra prova su strada. Ecco com’è andata.

Design: più spazio, ma sempre… Mini

Da fuori cambia poco, la linea non perde molta cattiveria con l’aggiunta delle due porte posteriori, il tetto è sempre piatto e nessuno si accorge che è più alto di un centimetro, mentre i paraurti marcati son distintivi della Cooper S. I fari son full LED, ma veramente full, nel senso che anche abbaglianti, anabbaglianti e fendinebbia sono – mettendo mano al portafogli – a diodi luminosi. I gadget per farsi notare sono molti, a partire dai colori sgargianti, alle stripes sul cofano, tetto in contrasto, calotte cromate e cerchi big size.

La pubblicità che in questi mesi abbiamo visto parla di 2+2=5 ovvero quattro porte e cinque posti. I posti omologati sono in effetti cinque, ma il quinto si trova a convivere con un tunnel invadente, peraltro senza funzioni strutturali, visto che si tratta solo di un mobiletto portabottiglie, che sarebbe stato meglio eliminare per lasciar posto alle gambe. In ogni caso lo spazio interno rimane esiguo per quattro persone e davanti non cambia nulla rispetto alla mini standard a 3 porte: larghezza ridotta e seduta bassa, sportiva, ma ampiamente regolabile, anche nell’estensione del piano di seduta. Dietro, invece, lo spazio aumenta di 7 cm. L’accesso non è dei più semplici: le porte posteriori hanno una dimensione risicata e lo spazio per le gambe e la testa è limitato.

L’abitacolo è raccolto attorno agli occupanti e, complici i sedili ben profilati (per trattenere in curva) e il tunnel stretto, la sensazione è di stare piacevolmente a braccetto con il passeggero. Il bagagliaio, infine, è cresciuto dai 211 litri della tre porte a 278 (espandibili a 941), quindi al livello di una Punto e, togliendo il doppio fondo, le valigie per un weekend ci stanno abbondantemente, ma dimenticate il passeggino a casa.

Gli interni, come già visto per la tre porte (link alla prova), sono maturati, ma mantengono lo spirito giocoso delle passate edizioni: ora hanno assemblaggi più curati e un’inedita disposizione di comandi e strumentazione, più razionale grazie all’introduzione del sistema iDrive. Nelle buche cittadine, nonostante l’assetto rigido, non si sentono scricchiolii e il colpo è sordo, di qualità.

Scenografico lo schermo da 8.8 pollici (2.120 € per la versione Professional) a comando vocale e il nuovo controller MINI con Touchpad, sul quale si può scrivere con un dito. Bello il LED ring: un anello a LED che cambia colore in relazione alle impostazioni di telefono e sensori di parcheggio, ma può variare tonalità anche in base al numero di giri del motore. Un’auto giovanile non poteva che essere sempre connessa: persino al volante – ma solo da fermi – ci si collega alle community: Twitter, Facebook, Foursquare e altro ancora, come il calendario dello smartphone o le MINI Apps.

Impressionante anche l’Head Up Display, a scomparsa e a colori, con indicazione delle velocità, dei limiti rilevati dai segnali stradali, del navigatore e della radio.

Alla guida: precisa e divertente, ancora Go-Kart

Tra le curve invece la Mini si dimostra come sempre a proprio agio, soprattutto nella versione cattiva Cooper S (in attesa della John Cooper Works), anche se rispetto alla peperina tre porte qualcosa si perde, sarà per il passo allungato, il peso non piuma di 1350kg rilevati e, soprattutto per le gomme invernali montate sull’esemplare in prova. Spieghiamo: l’assetto è piatto, quasi granitico con gli ammortizzatori regolabili in sport, è divertente, con inserimenti fulminei e un retrotreno molto vispo in staccata, ma la prontezza di inserimento del passato viene leggermente meno. Il sottosterzo comunque non è contemplato e l’auto rimane facile e sicura, sia su mani esperte sia per i meno avvezzi alla guida.

L’elettronica contribuisce a perfezionare le traiettorie e tenere la corda in curva, senza allargare con il muso e, se slegata parzialmente dal controllo di trazione, garantisce al contempo divertimento e sicurezza in caso di sbandata. Facile in staccata “giocare” con il retrotreno per inserirsi in curva stile rally giocando di pendolo.

Il nuovo motore BMW TwinPower Turbo è l’unico quattro cilindri in gamma: con una potenza di 192 CV e una coppia massima di 280 Nm (300 con overboost) spinge vigoroso a tutti i regimi, anche se il 1.6 Peugeot era più brutale nell’erogazione e trasmetteva più emozioni, questo 2.0 si apprezza per la totale assenza di turbolag e la risposta pronta ad ogni affondo di acceleratore ad ogni regime, che possiamo riscontrare nel grafico di coppia, che perde la denominazione “curva” visto il costante da 1.250giri a 4.750.

Il cambio manuale a sei marce, dai rapporti lunghi, si sposa bene con la guida brillante, con il giusto contrasto e la giusta corsa, ma se sollecitato oltremodo tende a impuntarsi. Per i più viziati meglio volgere l’occhio sul comando automatico sportivo +1.900€. In ogni caso le prestazioni sono di rilievo con uno 0-100 in 6.9 secondi e 230km/h di punta, il tutto con consumi  medi (medi, ma con una buona presenza di tratti urbani) rilevati vicini ai 13 km/l, per la cavalleria in gioco si potrebbe parlare di mezzo miracolo, anche se lontani dai 18,5 dichiarati.

Il sound del motore è molto coinvolgente senza essere troppo invadente. In Sport e in rilascio, complice la doppietta automatica, i due terminali centrali “scoppiettano” ad ogni scalata. Esiste, infatti, la possibilità di settare i profili di guida: GREEN, MID, SPORT, che si regolano tramite una ghiera posta alla base del cambio e ottimizzano la risposta del pedale del gas, l’erogazione di coppia, la modalità ECO del climatizzatore, lo sterzo e gli ammortizzatori a smorzamento attivo nel modo più efficiente o sportivo possibile.

Con solo 16 cm di lunghezza in più della Mini standard trovare parcheggio non è un problema, siamo sempre sotto i quattro metri, 3.98 m per la precisione. Poi con i sensori anteriori, posteriori, la telecamera e il parcheggio assistito diventa un gioco da ragazzi piazzare la mini negli anfratti delle nostre affollate città. Alla guida tra i semafori lo sprint non manca affatto e le sospensioni riescono in parte a mitigare buche e pavè soprattutto con la taratura comfort degli ammortizzatori attivi.

In autostrada il rumore è ancora meno invadente, complice un motore che gira a 130 in sesta più in basso, a neanche tremila giri, e un’insonorizzazione più curata. Il volante diretto, ottimo per la guida tra i tornanti qui si rivela, ma solo a velocità oltre il codice, troppo sensibile al comando: ad ogni minima correzione corrisponde una deriva importante della vettura. Per il resto l’autonomia è discreta, visti i consumi relativamente bassi.

Anche la frenata è ottima, grazie alla bontà dell’impianto e alle generose dimensioni delle gomme in equipaggiamento (205/40 R17). Presente anche una vasta gamma di sistemi di assistenza alla guida, in grado di aumentare significativamente la sicurezza e il comfort. Tra gli optional troviamo il Forward Collision Warning (FCW), City Collision Mitigation (CCM), Speed Limit Info (SLI), Video Adaptive Cruise Control, High-Beam Assistant digitale, Traffic Sign Memory e No Passing Info (NPI). Sono disponibili anche il controllo della distanza di sicurezza e il Cruise Control attivo.

Prezzi e concorrenti

La MINI 5 porte parte da 18.900 €, ma si fa in fretta a far lievitare il prezzo d’acquisto: la nostra costava quasi il doppio. Per la Cooper S “base” bisogna mettere da parte 26.000 €, ma la dotazione non è delle più ricche, basti pensare che di serie sono previsti i cerchi da 16 pollici. Vestita di tuto punto, forse anche troppo, il nostro modello in prova con vernice metallizzata, sedili in pelle riscaldabili, cerchi da 17″, climatizzatore automatico bizona, sensori pioggia e luci, navigatore satellitare Pro, Hi-Fi Harman Kardon, luci di cortesia a LED, fari full LED, fendinebbia a LED, Mini Driving Modes, HeadUp display, sospensioni elettroniche, keyless, telecamera e tetto apribile ci avviciniamo ai 40.000 €.

Insomma, la MINI cinque porte è sicuramente un’auto matura: con dimensioni abbastanza contenute è l’ideale per la città, lo spazio interno leggermente superiore al modello standard permette brevi spostamenti in quattro, il go-kart feeling non è perduto e i consumi sono adeguati ai tempi che corrono grazie all’alta efficienza della nuova famiglia di motori made in BMW. Un bellissimo sfizio più che un’auto per la famiglia.

Le concorrenti dirette sono l’Audi S1 Sportback e la Volkswagen Polo GTI, ma le “porte aggiuntive” e il prezzo elevato potrebbero convincere anche chi “scende” da un segmento superiore come nel caso dell’A3, della Giulietta o della Golf.

 

 


Ringraziamenti:
Abiti: https://www.facebook.com/pages/Atelier-Azzurra-Di-Lorenzo/248720541986347?fref=ts
Modella: https://www.facebook.com/anja.bright.7?fref=ts

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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