Non conosce tregua la campagna anti-auto del Comune di Milano, locomotiva cui vanno appresso Bologna, Firenze, Roma e altre: ora pensa alla sosta più cara per i SUV. Imitando Parigi. Oggi, a prescindere dalle dimensioni, dal peso, dalla cilindrata, dal segmento di appartenenza, tutte le vetture sono uguali di fronte alle normative dell’amministrazione meneghina: domani, se la proposta di luglio andrà in porto, gli Sport Utility Vehicle pagheranno di più. Colpevoli di essere maggiormente ingombranti e inquinanti.
L’idea è in una mozione firmata da più esponenti del parlamentino milanese. Che verrà discussa dopo la sessione di Bilancio: serve, si dice, “programmare un’adeguata maggiorazione della tariffazione della sosta su strada (da due a tre volte la tariffa ordinaria in ogni ambito di sosta interessato) che dovrà riguardare tutti i veicoli privati per trasporto passeggeri, indipendentemente dalla residenza o domiciliazione del proprietario, a partire da un peso superiore alle 1,6 tonnellate con motore termico o elettrico”. Quindi, se per una berlina si pagheranno 3 euro l’ora negli stalli blu, allora per un SUV si sborseranno 6 euro oppure 9 euro l’ora.
Perché? Qui Parigi viene scopiazzata: la quantità e la dimensione dei veicoli circolanti in città producono “effetti diretti e immediati sulla salute delle persone, sulla qualità e fluidità della mobilita urbana, sull’efficienza della rete di trasporto pubblico di superficie, sulla sicurezza della mobilità soprattutto pedonale e ciclabile”. Mentre lo spazio fisico urbano non è espandibile, “una quota crescente dello spazio urbano disponibile viene progressivamente ridotto a causa dell’incremento numerico e dimensionale del parco veicolare circolante”.
Milano ossessionata dalle auto, come se fossero il male sulla Terra. Prove scientifiche sul fatto che la sosta maggiorata per i SUV porti benefici a traffico e ambiente? Zero. Dimostrazioni che Area B e Area C stiano migliorando traffico e aria? Nessuna: i dati sono elaborati, parziali e riferiti all’arco temporale in cui le due zone a traffico limitato o ZTL più famose d’Italia sono in funzione, trascurando centinaia di migliaia di mezzi che entrano prima delle 7.30 e altrettanti che viaggiano attorno a quelle ZTL. Una crociata con presupposti squisitamente ideologici, non degna di una metropoli mondiale come Milano.
Autore: Mr. Limone
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