Se parliamo di rally non possiamo che pensare a Miki Biasion, uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, due volte campione del mondo e primo italiano ad aver conquistato il titolo, oltre ai 17 rally vinti e oltre 40 podi. Nel weekend di chiusura di Automotoretrò & Automotoracing, la leggenda ha presenziato per firmare autografi e presentare la Collezione Heritage 2020 firmata Sparco e Martini Racing, in qualità di testimonial d’eccezione. Noi di Autoappassionati.it siamo riusciti a rubare alcuni minuti del suo tempo per strappargli una piccola intervista, eccola qua.
Miki, sei stato il primo campione italiano di rally e ti sei ripetuto per ben due anni consecutivi, senza contare gli altri innumerevoli traguardi raggiunti nel corso della tua carriera. Come ti sei avvicinato a questa specialità, come è nata la tua passione per il rally?
“La mia passione è nata fin da ragazzino, amavo le competizioni e amavo le automobili. In Veneto non c’erano circuiti quindi le gare che andavo a vedere erano i rally e così mi sono appassionato. Ho fatto gare di sci, gare di moto quindi sono sempre stato un competitivo, un agonista. Finalmente a 20 anni ho potuto comprare la mia prima automobile da corsa e da lì il mio sogno era di vincere ma non immaginavo che sarei stato l’unico italiano ad aver vinto due titoli mondiali. Quindi una grande carriera, un po’ di fortuna ma anche tantissime soddisfazioni”.
Cosa significa per te il marchio Lancia?
“Il marchio Lancia è stato quello che mi ha portato ai livelli mondiali, a vincere tutto quello che c’era da vincere in quegli anni sia come pilota che come collaudatore quindi è un vero peccato che questo marchio adesso stia andando verso il dimenticatoio. Ci sono ancora tantissimi appassionati che lo vorrebbero rivedere sulle strade”.
A tal proposito, è un bene o un male, secondo te, che Lancia abbia deciso di rinunciare alle competizioni?
“Da un punto di vista è interessante perché le vetture Lancia hanno acquisito un prezzo importante per quanto riguarda il mercato delle auto d’epoca; però è anche un peccato che non siano più prodotte delle vetture che hanno portato a passeggio le regina, i papi e i piloti come me”.
Se dovessi scegliere il momento più bello della tua carriera quale dovrebbe essere?
“Il momento più bello è stato quando ho vinto, a parte i due titoli mondiali, il Safari Rally. Dopo 19 anni di tentativi il gruppo Fiat riuscì ad arrivare sul gradino più alto del podio e poi, per due anni consecutivi, con la mia Delta sono stato il vincitore”.
Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe approcciarsi alle competizioni rallistiche? E’ più difficile o più facile rispetto a una volta?
“E’ sempre difficile perché purtroppo l’automobilismo sportivo ha dei costi importanti quindi ci vogliono dei budget o degli sponsor importanti. Posso dare un consiglio però: venire il 22 e il 23 febbraio a Bassano del Grappa in occasione del “Fiera Rally” dove un ragazzino potrà capire come fare la licenza, come comperarsi o noleggiarsi un’automobile e anche come scegliere proprio. Io e il mio navigatore faremo due giorni di scuola a chi si vuole approcciare a questo meraviglioso mondo delle competizioni”.
Rispetto alle gare di una volta, in cosa differiscono quelle moderne? Sia dal punto di vista delle auto che dal punto di vista dell’impegno umano che sta dietro tutto questo.
“Indubbiamente negli ultimi tempi le auto hanno raggiunto delle prestazioni molto interessanti. Sicuramente a livello di sicurezza sono stati fatti dei passi enormi quindi io credo che i piloti, oggi, rischino un po’ di meno di quello che rischiavamo noi. Per quanto riguarda, invece, le prestazioni, il pilota cerca sempre di andare al massimo quindi non è che Munari sia stato più veloce di Ogier o Biasion di Loeb. Ogni pilota cerca di dare il massimo con i mezzi che ha a disposizione”.
Se dovessi scegliere di guidare una Lancia Delta S4 o una WRC plus oggi?
“Beh sicuramente la WRC plus è una cosa eccezionale e sicuramente l’S4 era molto più impegnativa. E pericolosa.“
Quanto è importante l’abbigliamento tecnico per un pilota di rally?
“L’abbigliamento è importantissimo per un discorso di sicurezza e per la protezione dei piloti. Anche in questo caso c’è stata un’evoluzione enorme dal punto di vista dei materiali.“
Rally Italia Talent 2020 ha aperto le porte al mondo del rally anche ai diversamente abili realizzando, per l’occasione, una vettura ad hoc, una Suzuki Swift, per poter essere guidata anche da loro. Cosa ne pensi?
“E’ un’iniziativa bellissima. Io ho degli amici diversamente abili che corrono e che hanno fatto anche la Dakar e veramente si comportano benissimo, vanno fortissimo e quindi è giusto che il motorsport sia aperto a tutti.“
Martini Racing ti ha accompagnato per gran parte della tua carriera. Quanto ti rende orgoglioso il fatto che, insieme a Sparco, abbiano scelto proprio te come testimonial per la loro nuova collezione?
“Abbiamo lavorato bene negli anni reciprocamente, con grandissime soddisfazioni. Adesso che c’è di nuovo l’opportunità di lavorare con Sparco mi fa piacere e sono onorato di esser stato coinvolto.“
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