Curiosità

Mick Schumacher: l’analisi di un campione in erba

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Essere figli d’arte, specialmente quando il tuo papà si chiama Michael Schumacher, è un’impresa che toglierebbe il fiato a chiunque, figurarsi ad un ragazzo di belle speranze appena diciottenne. Il figlio del Kaiser, Mick Schumacher, classe 1999, punta invece in alto e dopo una prima stagione in F3 non proprio all’altezza delle aspettative rimane sereno e concentrato verso un solo obiettivo, l’unico possibile per ogni giovane pilota dal cognome più o meno pesante: la Formula 1.

L’esempio di Max Verstappen, figlio dell’ex compagno di papà Michael in Benetton Jos Verstappen, rimane un esempio a sé stante, così come Nico Rosberg, primo figlio d’arte a trionfare nel mondiale 2016, 34 anni dopo il mondiale 1982 messo in bacheca Keke Rosberg. Gli esempi non andati a buon fine in F.1 sono tanti, almeno considerando le aspettative date dal cognome: Bruno Senna e Nelsinho Piquet su tutti, entrambi approdati nella massima serie e usciti con la stessa velocità: il primo, figlio della sorella di Ayrton, reinventatosi nelle categorie GT e nel WEC, il secondo brillante protagonista in Formula E.

Mick Schumacher ha invece terminato al dodicesimo posto con una media di 3,1 punti a gara la prima stagione importante nella terza serie, dove si è posizionato in terza posizione tra i rookie della categoria europea pur guidando la vettura migliore del lotto, preparata dal team italiano Prema, dominatore della F3 dal 2011. 

Troppo stress dovuto al cognome pesante? Diamo tempo al tempo. Lo stesso Mick Schumacher, protagonista a fine agosto di un’esibizione strappa lacrime a bordo della Benetton B194 del Kaiser, è assolutamente determinato, così come ha affermato all’agenzia tedesca SID in una recente intervista: “Sì, il mio obiettivo rimane la Formula Uno; mi sono concentrato su me stesso e non guardo gli altri piloti. Ognuno progredisce al proprio ritmo, non si possono fare paragoni”. Il confronto corre subito ai due ragazzi terribili della massima serie, Max Verstappen e Lance Stroll, all’esordio nel circus rispettivamente nel 2015 a 17 anni e in questa stagione a 18 anni.

Io faccio un passo dopo l’altro e cerco di prepararmi nel miglior modo possibile per il mio futuro”, ha aggiunto Mick Schumacher. “Quando mi sento pronto, allora farò il passo, ma prima devo dimostrare il mio valore. Ho combattuto la mia prima stagione in F3 con l’obiettivo di imparare il più possibile. Questo è quanto è successo quest’anno e sono molto contento di questo. Sto cercando di migliorare ogni aspetto”.

Noi siamo sicuri che il ragazzo saprà regalarci tante soddisfazioni…magari di rosso vestito. Solo il tempo ci darà la risposta.

 

 

 

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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