Che cosa ci fa il motore di una supercar sotto il cofano di un fuoristrada nato 40 anni fa per l’esercito?
Partiamo dal presupposto che ogni auto che voglia definirsi sportiva non dovrebbe essere più alta di un metro e venti, al massimo un metro e trenta. Come una Porsche 911 per intenderci. Beh, forse possiamo arrivare a un metro e cinquanta perché tenere fuori un oggetto come la Focus RS sarebbe un peccato mortale.
In ogni caso, un metro e mezzo è davvero il massimo, dopodiché entriamo nel territorio dei fuoristrada e dei veicoli commerciali. Tuttavia, ogni regola ha le sue eccezioni e la nuovissima Mercedes G 63 AMG con il suo bel metro e novantatré ne è l’esempio perfetto. C’è qualcosa di perverso, dal punto di vista ingegneristico, nel voler infilare sotto il cofano di un’auto che è nata espressamente per resistere e avanzare nel fuoristrada più puro il motore di una supercar.
Stiamo parlando del 4 litri V8 della AMG GT, per intenderci, che solitamente scarica i suoi 585 CV sulle ruote di auto che non hanno la forma di un furgone e l’altezza di un giocatore di basket.
Ma quasi quaranta anni di evoluzione tecnologica non sono passati invano e bisogna ringraziare soprattutto l’elettronica se un fuoristrada sviluppata negli anni Settanta e nata nel 1979 con un motore diesel aspirato da 72 CV e 173 Nm, oggi riesce a stare in strada – ovviamente anche fuori – con rispettivamente circa cinquecento cavalli e settecento newtonmetro in più.
Elettronica per la G 63 AMG, che non riguarda solo i necessari controlli di trazione e stabilità, ma anche la gestione del cambio automatico a 9 marce, della trasmissione che ripartisce la coppia al 60% sul retrotreno, delle sospensioni attive, dello sterzo a servoassistenza variabile e dei freni grandi come una pala per la pizza. Un complesso insieme di idraulica e meccatronica che rende possibili accelerazioni da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi e velocità massime di 240 km/h a un’auto che pesa oltre due tonnellate e mezzo, ha il telaio a longheroni con la carrozzeria separata e il baricentro dove invece dovrebbe esserci il tetto.
Tutto questo ovviamente ha un costo e per portarsela a casa ci vogliono oltre 150.000 euro, senza contare il coraggio necessario solo per prendere una strada sterrata e rovinare i pazzeschi cerchi da 22 pollici o, peggio ancora, gli scarichi laterali in stile hot rod. Ma a noi tutto questo non importa. Noi appassionati non finiremo mai di ringraziare quei dirigenti che lavorano a Stoccarda che hanno ancora il coraggio di deliberare auto come queste e anche i ricchi americani, russi o cinesi che invece le comprano.
Noi ovviamente non ce la possiamo permettere, ma abbiamo avuto occasione di guidare la G 65 attuale, che è folle come la G 63 AMG, con la piccola differenza di avere un V12 e non un V8 a ruggire davanti al parabrezza verticale.
Beh sappiate che è l’auto più folle che abbiamo mai avuto tra le mani e che probabilmente ha stabilito il record della spia dell’ESP accesa più a lungo. L’unico modo per tenerla spenta era dimenticarsi del pedale del gas in ogni i momenti in cui il volante non fosse completamente dritto. In tutti gli altri, invece, si poteva affondare senza pietà, rivolgendo un pensiero commosso al povero asfalto contorto sotto le ruote posteriori.
Ecco come la pensiamo noi appassionati. Siete d’accordo?
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