Il mercato italiano delle auto nel mese di luglio ha registrato 109.580 immatricolazioni, chiudendo quasi in pareggio (-0,8%) nel confronto con lo stesso mese del 2021, dopo un semestre di pesanti cali a doppia cifra. L’anno scorso, però, luglio con 110.514 unità aveva registrato a sua volta -19,2% sul 2020 e -27,9% sul 2019. Col dato di luglio, nei primi sette mesi il volume delle immatricolazioni si ferma a 793.856 unità, pari a un crollo del 20,3% rispetto al 2021 e del 35,8% rispetto al 2019.
Il tiraggio degli incentivi per le fasce 0-20 e 21-60 g/Km di CO2 prosegue con lentezza anche a luglio, ad un ritmo tale che per fine anno si calcola un mancato utilizzo dei fondi del 62% per la fascia più bassa di emissioni e dell’82% per la fascia 21-60 g/Km. In totale rimarrebbero non utilizzati oltre 300 milioni.
L’UNRAE indica nella riduzione del price-cap per l’accesso agli incentivi – misura peraltro distorsiva della concorrenza – e soprattutto nella esclusione di aziende e noleggi, le cause del lento utilizzo dei fondi a disposizione. Per questo motivo continua a sollecitare la tempestiva introduzione di opportuni correttivi, anche all’interno del decreto Aiuti 2.
“Nel primo semestre 2022 il 51% delle vetture a bassissime e basse emissioni fino a 60 g/Km, sono state acquistate da noleggiatori, enti e società, canali che coprono il 32% del mercato totale delle auto: una prova evidente che l’inclusione delle persone giuridiche fra i beneficiari degli incentivi è indispensabile per rilanciare in maniera ampia ed efficace la transizione energetica in atto”, fa osservare il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci.
“In subordine – aggiunge – è almeno necessario estendere gli incentivi ai privati che utilizzano il noleggio a lungo termine, una categoria di consumatori esclusa senza motivo, attuando nei loro confronti una discriminazione senza motivo, operata in base alla modalità di approvvigionamento della vettura”.
L’UNRAE ricorda che nel primo semestre 2022 i contratti di noleggio a lungo termine a privati hanno rappresentato una quota di circa l’11% nel mercato delle vetture con emissioni fino a 60 g/km.
“Inoltre – afferma il Presidente Crisci – in tema di transizione è nostro dovere insistere ancora per accelerare l’infrastrutturazione del Paese. Urge ormai un puntuale cronoprogramma con tempi, luoghi, tipologie di colonnine da installare e chiara indicazione dei soggetti incaricati di effettuare gli investimenti. E servono misure volte a incentivare la diffusione di infrastrutture di ricarica privata”.
Segmento A (13,7%): Fiat Panda, Fiat 500, Toyota Aygo X, Hyundai i10, Kia Picanto
Segmento B (40,3%): Citroen C3, Lancia Ypsilon, Peugeot 208, Dacia Sandero, Renault Captur
Segmento C (31,3%): Volkswagen T-Roc, Fiat 500X, Jeep Renegade, Dacia Duster, Fiat Tipo
Segmento D (12,6%): Audi Q3, Ford Kuga, Mercedes GLA, Volkswagen Tiguan, Alfa Romeo Stelvio
Segmento E (1,6%): Mercedes GLE, BMW Serie 5, Mercedes GLE Coupé, Audi A6, BMW X5
Segmento F (0,4%): Porsche 911, Porsche Taycan, Porsche Panamera, Mercedes Classe S, Maserati Ghibli
Benzina (29,9%): Citroen C3, Volkswagen T-Roc, Peugeot 208, Toyota Aygo X, Volkswagen T-Cross
Diesel (20,7%): Fiat 500X, Fiat Tipo, Volkswagen T-Roc, Citroen C3, Jeep Renegade
GPL (7,9%): Dacia Sandero, Dacia Duster, DR 5.0, Fiat Panda, Renault Captur
Metano (0,6%): Fiat Panda, Seat Arona, Volkswagen Golf, Volkswagen Polo, Skoda Octavia
Ibride HEV/MHEV (33,1%): Fiat Panda, Lancia Ypsilon, Fiat 500, Toyota Yaris Cross, Ford Puma
Ibride plug-in (4,6%): Jeep Compass, Jeep Renegade, Lynk&Co 01, Volvo XC40, Renault Captur
Elettriche (3,3%): Fiat 500, smart fortwo, Renault Twingo, Renault Megane, Peugeot 208
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