Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti il mese di marzo si è chiuso con 139.337 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un incremento del +4,96% rispetto a marzo 2013. In calo invece l’usato con un -2,78%.
A marzo il volume globale delle vendite (505.513 autovetture) ha dunque interessato per il 27,56% auto nuove e per il 72,44% auto usate. Nel periodo gennaio-marzo 2014 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 376.519 autovetture, con una variazione di +5,82% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013, durante il quale ne furono immatricolate 355.818.
Intanto la raccolta di ordini di auto nuove in Italia sale a marzo dell’8% a circa 140.000 unità, secondo una nota con i dati Anfia, l’associazione italiana dei costruttori, e Unrae, l’associazione che riunisce i marchi esteri in Italia. Più accentuato il miglioramento del primo trimestre, che con circa 385.000 contratti cresce dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Le immatricolazioni Fiat a marzo aumentano del +2,78%, con ben 39.127 vetture, rispetto allo stesso mese 2013. La Fiat Panda vola in testa alle vendite.
Nonostante tutti questi dati positivi il futuro del mercato dell’auto non sembra poi cosi florido.
Federauto evidenzia che nonostante venerdì scorso disponesse di una proiezione di chiusura compresa tra il +8% e il +10%, gli ultimi giorni non hanno confermato l’aumento atteso. Questo a dimostrazione che siamo in presenza di un mercato isterico, difficile da interpretare.
“Voglio lanciare un messaggio chiaro: il risultato delle immatricolazioni di marzo non può essere letto come una ripresa. E’ vero il contrario: siamo in piena stagnazione. Infatti con il dato di marzo, il primo trimestre 2014 proietterebbe l’anno a circa 1.380.000, cioè ai numeri del 2012 che hanno prodotto innumerevoli disastri”, afferma Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto.
Federauto rimarca che la componente più importante della domanda, ossia quella dei privati e quindi delle famiglie, arranca e, nonostante le aggressive strategie promozionali messe in campo da tutte le marche, continua a generare volumi critici.
Conclude Pavan Bernacchi: “E visti i dati diffusi oggi sul tasso di disoccupazione, a febbraio pari al 13%, non c’è da stupirsi. Più di 3 milioni di italiani senza lavoro sono un limite gravissimo per la nostra economia e grave freno ai consumi interni. Se le vendite, in questo contesto sfavorevole, si attesteranno su questi bassi volumi, pari al -30% rispetto a quello che il mercato Italia dovrebbe esprimere, a farne le spese saranno le concessionarie, le officine e tutto l’indotto, che contribuiranno a ingrossare le file dei disoccupati in una spirale negativa senza fine”.
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