Calo delle immatricolazioni in Europa nel mese di febbraio: l’ANFIA ha diffuso i dati di vendita del mese che ha anticipato lo scoppio dell’emergenza sanitaria.
Se gli effetti dell’emergenza Coronavirus si vedranno sul mercato auto a partire dal mese di marzo, e non possiamo sicuramente aspettarci miracoli, anche il mercato auto febbraio 2020 non può dirsi un mese felice. ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ha infatti diffuso i dati relativi al mese che ha dato origine all’emergenza, ormai esplosa in tutta Europa: sono state 1.066.794 le unità immatricolate a febbraio in Europa, il 7,2% in meno rispetto al mese di febbraio 2019.
Nei primi due mesi del 2020, i volumi immatricolati raggiungono 2.202.010 unità, con una variazione negativa del 7,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Febbraio è ancora un mese in sordina per il mercato auto europeo, per via di svariati fattori, tra cui le riforme della tassazione dei veicoli in alcuni stati membri, che, come già rilevato a gennaio, avevano prodotto un’anticipazione degli acquisti a fine 2019, ma anche l’indebolimento dell’economia e il clima di incertezza dei consumatori. Tutti e cinque major market che rappresentano il 70% del totale immatricolato, accusano una flessione delle immatricolazioni nel mese e, nel complesso, mostrano un calo in linea con la media europea (-7,2%). La Germania presenta la contrazione più severa (-10,8%), seguita dall’Italia (-8,8%) e dalla Spagna (-6%), mentre UK e Francia contengono la riduzione al 2,9% e al 2,7% rispettivamente.” Commenta Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA.
“Sorprendono le immatricolazioni delle motorizzazioni alternative: “Si assiste, invece, ad una buona performance del mercato delle vetture ad alimentazione alternativa, con quote di penetrazione che, a febbraio, raggiungono il 20,4% in Italia, il 17,5% nel Regno Unito, il 16,5% sia in Francia che Spagna e il 16,3% in Germania.”
Continua Scudieri: “L’epidemia da COVID-19 rappresenta ormai un’emergenza per tutti i Paesi europei e sta già mettendo a dura prova la produzione (molti OEM hanno annunciato lo stop dei siti produttivi) e il mercato automotive (in Italia sono chiuse per emergenza tutte le concessionarie), anche se i contraccolpi maggiori sono attesi per i prossimi mesi. Per questo, i singoli governi nazionali e l’UE stanno mettendo in campo provvedimenti per la salvaguardia delle economie degli Stati membri e della competitività dell’industria dell’Unione, sia in questa difficile congiuntura, che dopo il superamento della crisi. Il governo italiano ha varato misure urgenti di sostegno alle famiglie, lavoratori e imprese, come sgravi fiscali e interventi di sostegno finanziario soprattutto per le piccole e medie imprese, ma potrebbe essere necessario, nei prossimi mesi, un intervento ad hoc per il settore automotive, già messo a dura prova dalla transizione tecnologica e produttiva”.
Le difficoltà segnalate dai concessionari relativamente al mese di febbraio, in termini di calo delle visite in sede, prima che tutta l’Italia diventasse zona rossa e gli showroom venissero chiusi, si rifletteranno sicuramente in un ulteriore calo del mercato, come già a febbraio faceva presagire anche il peggiorato clima di fiducia dei consumatori.
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