Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti il mese di agosto si è chiuso con 53.191 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un -0,2% rispetto allo stesso mese del 2013.
“Agosto, pur con il suo basso peso specifico, potrebbe anticipare la tendenza dei prossimi mesi, ossia l’assestamento del mercato auto su livelli depressivi. Detto in altri termini, l’automobile che da sempre nel nostro Paese ha spinto la ripresa dell’economia, in questo momento sta trainando… la crisi dei consumi. In pratica abbiamo trasformato una filiera da sempre virtuosa per le casse dello Stato e per l’occupazione in un problema che genera altri problemi, in un circolo vizioso che deve assolutamente essere spezzato”, commenta Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia.
Federauto fa presente che il mercato privati, l’unico che non si può “dopare” con autoimmatricolazioni o altro, langue. Mentre i numeri totali, in qualche maniera, sono livellati su quelli dello scorso anno, a prezzo di pesanti autoimmatricolazioni e ricorso ai noleggi.
La Federazione nel contempo registra un forte inasprimento nei rapporti tra Concessionarie e Case Automobilistiche. Questo a causa delle minori risorse a disposizione che spesso, per raggiungere obiettivi di breve, vengono drenate dai bilanci dei dealer. E questo genera una rete distributiva più debole caratterizzata dalla chiusura, anche di aziende storiche, e dall’impossibilità dei superstiti di investire in strutture, attrezzature, personale, aggiornamenti, per meglio soddisfare la clientela. Altro loop negativo.
Conclude Pavan Bernacchi: “Invito i politici ad astenersi da anticipazioni mediatiche che poi non trovano riscontro nella realtà dei fatti. Degli incentivi per l’automotive, di qualunque tipo, nello “Sblocca Italia” non c’è traccia e molto probabilmente non saranno varati neanche in futuro. Mancano da un lato le coperture, dall’altro la volontà politica. E questo a prescindere dal fatto che porterebbero un delta positivo a favore dello Stato e della società in termini economici, di sostegno all’occupazione, di qualità dell’aria e di sicurezza. A patto, però, che siano almeno triennali e che, in logica di “droga del mercato”, vengano tolti un po’ alla volta. Altrimenti meglio lasciare tutto così. Ai clienti dico “mai come adesso è il momento di acquistare”, i prezzi non sono mai stati così bassi né le promozioni così allettanti. Inoltre i prodotti che offriamo sono ad altissima tecnologia, belli e funzionali”.
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