Come da noi anticipato 3 giorni fa il mercato di agosto continua a segnare il passo. I dati diffusi oggi dal Ministero dei trasporti evidenziano che agosto 2013, con i suoi 52.997 pezzi immatricolati, fa registrare un – 6,56% rispetto allo stesso mese del 2012.
“L’economia reale, di cui il mercato degli autoveicoli è la principale cartina di tornasole, non mente: l’Italia brancola nel buio e non si intravede una via d’uscita a breve termine”. Questo il commento a caldo di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di autoveicoli di tutti i brand commercializzati in Italia. Continua Pavan Bernacchi “Il mondo politico sta facendo del proprio meglio ma sembra essere paralizzato dall’affaire Berlusconi. Ma il Paese ha bisogno di riposte immediate che facciano ripartire i consumi interni, che rilancino le aziende, le uniche che possono dare lavoro, occupazione, dignità ai lavoratori”.
Federauto si chiede come con la disoccupazione alle stelle, si parla di 6/8 milioni di lavoratori colpiti o dalla perdita del posto di lavoro o dal ridimensionamento dello stipendio grazie agli ammortizzatori sociali, con una tassazione sproporzionata su famiglie e imprese, con una spesa pubblica oramai ingiustificabile, con un debito pubblico enorme, si possa pensare che l’Italia sia competitiva sul mercato mondiale.
Come è noto la filiera dell’automotive in Italia occupa 1.200.000 addetti, fattura l’11,4% del PIL e partecipa al gettito fiscale complessivo per il 16,6%. Nonostante questi numeri la politica non se ne occupa lasciando che le aziende si sfaldino e che centinaia di migliaia di lavoratori vengano messi su una strada.
Conclude Pavan Bernacchi: “Si scongiuri subito l’aumento dell’IVA, che per ogni automobile inciderebbe circa per 170 euro in più. E poi ci si sieda intorno a un tavolo, Governo e rappresentati della filiera dell’automotive, per ridisegnare la mobilità del futuro. Si potrebbe garantire un maggior gettito fiscale per lo Stato, rivisitare il bollo e il superbollo, stimolare la domanda di vetture a basso impatto ambientale a fronte della rottamazione di vetture obsolete. Il nostro comparto, se ascoltato, può portare: miglior qualità dell’aria, maggiore sicurezza, minori costi per feriti e morti sulle strade, minor ricorso agli ammortizzatori sociali, salvaguardia di centinaia di migliaia di posti di lavoro.”
Conclude Francesco Ascani, vicepresidente di Federauto: “Ancora una volta diciamo che gli autoveicoli si candidano a far ripartire l’economia reale, i consumi interni. La politica saprà finalmente cogliere la nostra mano tesa?”
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