Mazda MX è una sigla adoperata sulle auto più sfidanti e più a rivoluzionarie della casa di Hiroshima, oltre alla Miata, diverse concept nel tempo hanno portato questa sigla, ricordiamo ad esempio la MX-81 con l’innovativo volante che anticipava i moderni virtual cockpit.
Per la MX-30 la ragion d’essere è ancora più evidente, in quanto prima auto totalmente elettrica di Mazda e prima auto elettrica al mondo a portare con sé una filosofia costruttiva che bada all’eco sostenibilità per tutta la vita della vettura, dalla produzione e alla rottamazione.
La prima elettrica della Casa giapponese è quindi in pieno stile Mazda: la casa decide di lanciarsi sul mercato differenziandosi marcatamente dalle concorrenti. La scommessa è solo parzialmente vinta, e i volumi di vendita non troppo marcati lo confermano (MX-30 è la cinquantesima nel 2022 tra le BEV vendute in Europa, molto meglio per la sua gemella con Range Extended), ma per certi tipi di uso la compatta Mazda full BEV si può rilevare un oggetto utile e sostenibile.
Vediamo quindi come va, quanto è spaziosa, quali sono le prestazioni e l’autonomia della Mazda MX-30 2024.
Le dimensioni della Mazda MX-30 sono da SUV compatto: lunghezza 4,39 m, larghezza 1,79 m, altezza 1,55 m, con uno stille da crossover e un muso piuttosto lungo, simile a quello della cugina endotermica Mazda CX-30. Nonostante ciò guardandola dal vivo l’impressione è molto differente, si notano i richiami stilistici e funzionali ad altre vetture della storia di Mazda sono evidenti e le forme quasi da coupé rendono la MX-30 un animale raro e per questo curioso.
Impossibile non citare l’apertura freestyle delle portiere, mutuata dalla famosa e stilosa RX-8, che permette di eliminare il montante centrale e donare alla vettura uno stile futuristico, ma non molto arioso per chi occupa il posteriore. Il risultato è di sicuro effetto e non compromette la rigidità strutturale della vettura. Nonostante ciò la praticità di questa soluzione non può essere paragonata a quella delle classiche portiere, così gli ingegneri Mazda sono dovuti a scendere ad alcuni compromessi che faranno felici gli amanti dello stile e meno gli amanti della comodità, specie negli angusti parcheggi cittadini.
Gli esterni della Mazda MX-30 sono familiari, ma allo stesso tempo rivoluzionari, bello il disegno tondo dei fari sia all’anteriore che al posteriore che richiama altri modelli della casa. La fiancata è dominata dai passaruota scultorei già visti sulla CX-30. A questi elementi comuni si sposano una linea del tetto estremamente discendente con un particolare lavoro di grafiche a contrasto che abbassano ulteriormente, seppur solo visivamente, l’altezza della vettura. Al posteriore a cuneo si associa un anteriore molto verticale con una calandra che si rimpicciolisce talmente tanto da ricordare le vetture di fine anni ’90. Un elemento estetico, certamente, ma anche una “non necessità” tecnica in quanto come noto le vetture elettriche hanno necessità di dissipare molto meno calore rispetto alle controparti endotermiche.
Gli interni della Mazda MX-30, sono l’approssimazione più vicina a ciò che ci si aspetterebbe su una vettura premium. La qualità dei materiali è di primo livello e l’attenzione è focalizzata anche sull’eco sostenibilità grazie all’impiego del sughero, un materiale innovativo nel mondo dell’auto. Gli assemblaggi, i giochi tra le componenti e il feedback di ogni tasto “trasudano” alta qualità. La plancia, non troppo morbida, a sviluppo orizzontale dona ariosità agli interni della MX-30, così come lo schermo dell’infotainment da 8,8 molto schiacciato. Peccato per il sistema multimediale che supporta Apple CarPlay e Android Auto solo via cavo, peraltro, il sistema di navigazione integrato non ha una grafica particolarmente aggiornata e dei colori poco saturati tipici di Mazda. L’interazione che avviene esclusivamente tramite un rotore sul tunnel centrale (HMI Commander), soluzione ormai rara ed efficace per districarsi tra i menù quando si è in movimento e meno distraente rispetto al touchscreen, ma anche meno intuitivo nel comporre un numero telefonico o inserire una destinazione del navigatore, in quel caso meglio utilizzare i comandi vocali. In basso un ulteriore schermo da 7 pollici dedicato all’innovativo controllo della climatizzazione e al riscaldamento di sedili e volante.
La consolle flottante libera ulteriore spazio al di sotto, dove sono disponibili anche due prese USB e una 220V, non comodissime a dire la verità. Molti i portaoggetti, peccato manchino di ambient light anche solo quelli minimali per la zona gambe o i vani centrali. Come anticipato l’interno è caratterizzato dalla particolare finitura in sughero, materiale ricavato senza la necessità di abbattere l’albero, ma che allo stesso tempo dona una piacevole sensazione al tatto e un buon grip. Infine come non ricordare il legame storico che lega questo materiale al marchio giapponese, nel 1920 anno in cui fu fondata Mazda la sua principale attività era proprio quella di lavorare il sughero. Anche il resto dell’abitacolo comprese le sellerie sono costituite da materiali riciclati, come il tessuto riciclato per la superficie della parte superiore della porta, ricavato da bottiglie in PET riciclate, mentre la similpelle dei sedili combina fantasie Modern Confidence e Vintage Industrial con materiali riciclati al 20%.
Infine spazio e accessibilità sono buoni solo davanti, dove ci sediamo piacevolmente con le gambe distese in una posizione più da compatta che da suv, con un pianale rialzato per far spazio alla batteria. Dietro invece troviamo un divano adatto solo a persone di piccola taglia o bambini, non certo comodo per un lungo viaggio di due adulti, né in altezza né in longitudinale. L’accessibilità posteriore con le portiere controvento è poi legata alla lunghezza di quest’ultime davvero ridotte. Notevole invece la porta anteriore che apre a 90 gradi. Ottimo invece che i comandi per far avanzare il sedile del conducente sono ripetuti dietro lo schienale dello stesso: questo privilegia l’accessibilità posteriore sinistra, e al tempo stesso, in caso di bambini alloggiati dietro, non vi è il rischio di veder modificata la propria posizione durante la guida, grazie ad un blocco automatico del settaggio quando il sedile del driver è occupato.
Una volta a bordo manca l’aria nel posteriore, dovuto ai finestrini risicati, che limitano anche la visibilità del driver nelle immissioni di ¾. La visibilità anteriore è invece favorita dall’altezza da terra, tuttavia al posteriore è particolarmente contrastata dalla forma del lunotto. Per fortuna esistono le telecamere con visuale a 360°, purtroppo lo schermo non è enorme ed è piuttosto lontano dagli occhi, perciò obbliga ad aguzzare la vista. Per ultimo il bagagliaio da 365 litri è piuttosto capiente, peccato per l’assenza dell’apertura elettroattuata.
La powerunit della MX-30 è ovviamente un motore elettrico all’anteriore denominato “e-Skyactiv” con potenza massima di 107 kW ovvero 145 CV fino a 11.000 giri, capace di garantire 270 Nm di coppia istantanea, per uno 0-100 che viene coperto in 9,7 secondi. Una prestazione più che adeguata alla vettura. Non manca mai la spinta, anche se siamo lontani da prestazioni monstre di certe BEV, ma basta affondare il piede per avere il giusto brio anche ad andature da codice (140 km/h è la punta massima).
La guida della Mazda MX-30 è particolarmente fluida e ovattata, risultato ottenuto anche grazie al sistema di controllo della coppia motrice, chiamato Il G-Vectoring Control Plus, che gestisce l’assetto in base alla velocità e in base alla pressione applicata sul pedale del motore elettrico. Presenti anche due paddle dietro il volente che, invece di cambiare le marce, che ovviamente non sono presenti, fungono da regolatori della frenata rigenerativa, con cinque livelli selezionabili non troppo differenti tra loro, ed influenzano anche la posizione di ON che di OFF del pedale del motore elettrico. Peccato avremmo gradito anche il one pedal drive e qualche driving mode, che invece non sono presenti, mentre non manca l’utile funzione “hold” per le soste al semaforo senza premere il freno.
Al volante della MX-30 la sensazione è quella di guidare quasi nel velluto, il propulsore molto silenzioso e l’ottima taratura delle sospensioni, in particolare all’anteriore, contribuiscono a questa sensazione Il carattere della vettura è del tutto peculiare, più scattante di una vettura endotermica, ma con un’erogazione decisamente più graduale e costante rispetto alle auto elettriche più diffuse.
Assetto e freni vengono dietro al resto del powertrain così come un peso di 1.750 kg che è un buon segnale per una full BEV. Peccato per l’anteriore che digerisce poco le sollecitazioni cittadine più accentuate, specie gli alti dossi con un colpo secco e poco piacevole se la velocità non è contenuta. Contenuti i fruscii in autostrada.
La vera nota dolente della Mazda MX-30 è l’autonomia, che dichiarata è di 200 km, ma nella guida di tutti i giorni non supera i 160 km con un pieno di elettroni, addirittura qualcosa meno in autostrada. Infatti l’efficienza non è male, ma la batteria conta una capacità di appena 35,5 kWh, pari a poco più di una moderna e grande plug-it. Una mancanza o una scelta ponderata? La risposta è meno scontata di quanto si possa pensare.
In primo luogo Mazda rileva come in media i clienti europei percorrono 48 km al giorno, ecco perché qui l’autonomia di circa 200 km nel ciclo WLTP non dovrebbe preoccupare. Al contempo la “misura” del pacco batteria è stata influenzata dagli studi sulle emissioni di C02 delle auto elettriche considerando l’intero di vita (LCA – Life-Cycle Assessment) del mezzo, secondo quest’ultimi le emissioni di CO2, considerando quelle provocate dalla costruzione stessa della vettura e dallo smaltimento del pacco batterie esausto, sono decisamente inferiori per le auto con pacchi batteria più piccoli. Anche il costo ovviamente della vettura è proporzionato: se la batteria fosse stata di 60-70 kWh il listino sarebbe stato ritoccato a rialzo di almeno 5.000 euro. Quindi lato nostro, l’idea di una batteria taglia compatta può essere corretta.
Inoltre per chi dovrà percorrere più strada Mazda ha recentemente aggiunto alla gamma la stessa MX-30 R-EV plug-in (da noi provata): una versione con in motore rotativo di tipo Wankel che funzione come range extender. La casa giapponese ha infatti riesumato il glorioso motore rotativo perfezionandolo per renderlo perfetto per funzionare come generatore di corrente, quindi se percorrete più chilometri una soluzione da Mazda viene fornita.
Ora tornando alla versione oggetto della prova, ovvero la full BEV, per quanto riguarda la ricarica, il sistema e-Skyactiv può essere caricato con alimentazione CA a 11 kW o con ricarica rapida tramite alimentazione CC a 50 kW. Quindi si può caricare dal 20% all’80% in 3 ore utilizzando l’alimentazione in CA, o in circa 36 minuti con quella in CC. Qui casca l’asino: infatti se siamo d’accordo con la batteria di taglia “smart”, lo siamo meno con la potenza massima di ricarica a soli 50 kWh che, se da un lato preserva sicuramente la durata della batteria, dall’altro fa durare la sosta al charger, alla pari di avere una batteria di grande capacità, ma a carica elevata (oltre 130 kW). Quindi la MX-30 con un caricatore CC più prestante avrebbe davvero permesso uno stop&go per la ricarica pari a quello di un rifornimento di benzina o poco più (sicuramente 10-15min). Questo sarebbe stato davvero un bel passo avanti…
Tre gli allestimenti disponibili per la nuova MX-30: Prime Line, Exclusive Line, Makoto, e due speciali Advantage e Edition R, con prezzi che oscillano tra i 38.51 euro della prima ai 44.270 euro della top di gamma da noi provata. I prezzi indicati sono al lordo degli ecoincentivi statali ed è sempre valida la garanzia 6 anni/150.000 km del costruttore.
Già l’eltry level offre un buon livello di allestimento, con sensorie anteriori e posteriori, fari full led, cerchi da 18’’, radio DAB e retrocamera. Salendo di allestimenti troviamo il keyless, specchi ripiegabili e sedili riscaldabili, sbrinatore parabrezza, fari full led a matrice 12 altoparlanti Bose e tetto panoramico.
Le competitor? Vicine per dimensioni o prezzo troviamo: Citroen e-C4, Cupra Born, Hyundai Kona, la Kia Niro, la smart #1 e Volvo EX30.
Lotus abbandona il piano per un’elettrificazione totale entro il 2028, annunciando nuovi motori ibridi ad…
Quando sul navigatore imposti come destinazione Maranello non possono che accadere cose belle. Cene al…
Stellantis lancerà tra il 2025 e il 2026 la nuova piattaforma STLA Small, progettata per…
In Europa, Ford taglierà il 14% della sua forza lavoro: a casa 4.000 dipendenti entro…
“Gli incentivi auto sono una droga”: a parlare così, riferendosi al full electric, è stato…
Stellantis registra una costante crescita nei depositi di brevetti, con aumenti significativi sia in Italia…