L’abbiamo ormai provata in tutte le salse la Mazda CX-60. Siamo partiti dalla CX-60 ibrida plug-in, prima Mazda della storia a montare un sistema ibrido alla spina, per poi passare solo poche settimane fa alla “inedita” 3.3 turbodiesel mild hybrid da 200 CV. Oggi abbiamo chiuso il cerchio, con il sottoscritto reduce da una trasferta nei dintorni di Barcellona dopo aver provato colei che idealmente è l’auto dei volumi almeno sul mercato italiano. Là dove la plug-in da 327 CV è già entrata meritatamente in top ten, il grosso delle vendite nel segmento D è fatto ancora dai motori Diesel che potrebbero tornare a sperare in una terza vita con le notizie di questi giorni che danno i biocarburanti e i sintetici come ultima spiaggia per non abbandonare per sempre il motore termico.
Un’auto, la CX-60 Diesel 4×4 con 249 CV, che è subito apparsa come l’auto indicata sia per chi vuole fare tanti chilometri sia per chi non disdegna un po’ di prestazioni in più a fronte di consumi che rimangono comunque contenuti. Non cambia dentro e fuori la CX-60, e non avrebbe avuto senso intaccare un prodotto premium con appena un anno di vita. Ora, però, che la gamma è completa, ha più senso capire se veramente è questa la motorizzazione, sotto tutti i punti di vista, che rappresenta la migliore offerta per il nostro mercato dove il Diesel sta calando ma mantiene comunque una quota che non può essere messa in secondo piano.
Specie nel segmento D, quello delle vetture “da viaggio”, è innegabile che l’elettrico così come il plug-in stesso siano deficitati dalla reale autonomia, specie il primo. Un bel motore a gasolio, e in Mazda non hanno affatto smesso di crederci, è la miglior medicina contro chi vede solo elettrico da qui a 12 anni sapendo, ma mai ammettendo, di mentire. La scelta di offrire il sei cilindri in linea su una piattaforma creata ad hoc per ibrido e per il Diesel longitudinale è una scelta davvero controcorrente che fa meritare a Mazda un inchino per averci provato e perseguito la propria volontà.
Ora vediamo come va la Mazda CX-60 Diesel 4×4 con il motore da 249 CV, chiamata tecnicamente Mazda CX-60 e-Skyactiv D M Hybrid Boost 48 V. Sì perchè dell’elettrificazione non si può fare più a meno e, in questo caso, non può che far bene a una già notevolmente interessante base su cui costruire tutto il resto.
Per questa volta non ci soffermeremo su esterni, interni e dimensioni. Ne abbiamo già parlato nelle precedenti due prove su strada, tre se contiamo l’anteprima della plug-in nel settembre scorso di ritorno dalle vacanze. Per tutte le CX-60 queste sono le dimensioni di riferimento:
Detto delle proporzioni, laddove la gommatura da 18″ e da 20″ in base alla versione aiuta a rendere meno statica la linea laterale e il lungo passo, della CX-60 si apprezza la grande solidità data dall’enorme calandra. Ai suoi lati, i piccoli gruppi ottici sdoppiati che offrono la tecnologia full LED di tipo a matrice, con abbaglianti adattivi. Linee possenti dove non possono che spiccare le vernici, da ormai molti anni punto di riferimento di ogni Mazda. Non parliamo dell’ormai famoso Soul Red Crystal, chi non l’ha sentito nominare almeno una volta, quanto di una cartella colori che vede il pastello come unico colore senza sovrapprezzo e ben 6 alternative al rosso brillante, che è anche la tinta che costa di più (1.550 euro).
Dentro avevo personalmente già apprezzato e non posso che ripetermi sulla qualità dei materiali. Incredibile vedere sul vano portiera 5 accostamenti diversi, tra cui il legno naturale con il suo classico effetto poroso. Ovviamente può cambiare qualcosa a livello di allestimento, con il legno di serie su un allestimento alto come la Takumi provata nel primo contatto contro normale tessuto di colore nero di una Prime Line base di gamma. Diventano un must i sedili regolabili elettronicamente, e qui c’è sempre da raccontare una curiosità che continua a far discutere, così come il volante regolabile elettricamente. Entrambi fanno parte del Comfort Pack che viene proposto di serie sulle CX-60 Diesel.
Già, perchè avendo questo allestimento si può “giocare” con il sistema, praticamente unico al mondo, che permette di lasciare scegliere all’auto la posizione di guida. Ve lo spiega il nostro direttore con questo TikTok, quando si dice lasciare parlare le immagini:
@ferrerof #howitworks Driver Personalization System by #Mazda #mazdacx60 #autoappassionati #carsoftiktok #car #carinfluencer #car #fyp ♬ Monkeys Spinning Monkeys – Kevin MacLeod & Kevin The Monkey
Sempre decisamente negli standard del segmento, se non meglio, il bagagliaio: la capacità parte da 570 litri e arriva fino a 1.726 litri sfruttando tutto lo spazio disponibile fino al soffitto.
Già il fatto che si parli in queste righe di motore Diesel nel 2023 sembra una nota stonata, e non lo è per niente. Mazda ci crede eccome nel motore a gasolio e da qualche giorno ha probabilmente qualche motivo in più per continuare la sua crociata spinta dall’interesse che sta crescendo attorno all’argomento degli e-fuel e dei biocarburanti. Siamo ancora all’inizio, ma da Bruxelles si dicono possibilisti e, in estrema sintesi, è assolutamente giusto non solo secondo noi continuare a puntare su diverse soluzioni e non focalizzarsi solo e soltanto sull’elettrico come ormai stanno facendo e faranno in tanti.
In Mazda, che in quanto a volontà di stupire non è mai parsa dimessa, ha inventato un sei cilindri in linea, mild hybrid, che viene offerto in due livelli di potenza, sempre basandosi sull’architettura 3.3 litri e 6 cilindri rigorosamente in linea. Del 200 CV abbiamo già scritto, questo non fa altro che montare un’unità più potente collegata alla trazione integrale e sapientemente limitata a 249 CV, contro i 254 CV, per evitare il superbollo in Italia. Per entrambi c’è l’importante modulo ibrido M Hybrid 48 V, capace di incidere positivamente sui consumi durante il veleggiamento, così come l’inedita tecnologia DCPCI (Distribution-Controlled Partially Premixed Compression Ignition). Quest’ultima si combina alla maggiore ampiezza della camera dei cilindri con una forma davvero particolare della testa del cilindro: un incavo a forma di uovo divide la miscela aria-carburante in due regioni separate. Una doppia combustione che si traduce in una più malleabile erogazione e a valori di coppia da riferimento (450 Nm @1.400-3.000 giri/min il 200 CV, 550 @1.500-2.400 giri/min il 249 CV).
Bene anche le prestazioni del motore Diesel di Mazda CX-60 4×4: il 249 CV integrale impiega un secondo netto in meno (7,4 secondi) per accelerare da 0 a 100 km/h rispetto al 200 CV con trazione posteriore. Velocità massima, invece, in linea: 212 km/h il 200 CV, 219 km/h il 249 CV. Curiosi i pesi: le CX-60 Diesel pesano da 1.816 a 1.884 chilogrammi a secco, contro i 1.981 chilogrammi della ibrida plug-in. Infine, bene il cambio automatico a 8 rapporti
Provata in un percorso dall’aeroporto di Barcellona, direzione Girona, e nei dintorni collinari della città capoluogo della Catalogna, abbiamo apprezzato in particolare la robustezza di questo sei cilindri coadiuvato dalle quattro ruote motrici e, non meno importanti, i consumi. Partiamo da quest’ultimi per rassicurare chi pensa che il Diesel sia un motore morto (e per qualcuno anche sepolto): 5,2 l/100 km in media, ad andatura autostradale, poco meno di 6 forzando un po’ il ritmo nelle curve. Parliamo di un’auto che pesa 1,8 tonnellate, più di 1,9 con il conducente e il passeggero a bordo, e che riesce a offrire una schiena talmente piacevole da non sembrare attuale in un panorama di test drive sempre più orientato ad auto elettriche o quanto meno ibride.
Molto bene la trazione integrale i-Activ All-Wheel Drive di Mazda che permette di guidare sempre in sicurezza e di avvertire chiaramente una sensazione di grande stabilità della vettura. Certo, il baricentro è alto e la tendenza al rollio, più che al beccheggio, è sicuramente presente. Abbiamo un classico doppio braccio oscillante all’anteriore e un multilink al posteriore che fanno il loro dovere ma, non trattandosi di sospensioni adattive, non gli si possono chiedere miracoli.
Di questo Diesel che non deve essere un fuoco di paglia ora che gli e-fuel sono stati presi in considerazione anche dall’Unione Europea si apprezza poi la solidità di erogazione, perchè no il sound e il tipico gorgoglio di un motore di grossa cilindrata. Motore efficiente, molto efficiente, ma in grado di donare buone prestazioni a questo SUV che è poi altro non è che l’ammiraglia del brand. I galloni da capitano sono così suddivisi equamente tra due motori Diesel robusti e potenti e il plug-in che ha reso la Mazda CX-60 la più potente stradale di sempre creata dal costruttore nipponico con i suoi 327 CV.
Relativamente al cambio non è un doppia frizione né un convertitore di coppia, anche se il principio su cui si basa si avvicina più al secondo. Avendo montato il modulo ibrido 48 V, basta alzare il piede per sentire l’effetto molto silenzioso del veleggiamento che annulla i consumi pur mantenendo in marcia la vettura. Chiudendo con l’assetto, ho trovato personalmente un po’ troppo rigido lo sterzo, seppur diretto, per la tipologia di vettura. Confrontato con sterzi della concorrenza, basti pensare a Mercedes, sulla lunga distanza può diventare un difetto più che un pregio che si apprezza più che altro nel misto, non il suo terreno naturale. Tendente al morbido è invece l’assetto, che preferisce premiare il comfort di marcia ad andature rilassate piuttosto che una neanche troppo marcata sportività: giusto così.
In conclusione, sembra strano avervi raccontato una vettura Diesel che punta a sovvertire le fin troppo frettolose scelte dell’Unione Europea, anche considerando che Mazda è un Marchio globale che vende molto bene negli Stati Uniti e che deve considerare una strategia a 360°. Eppure è così, e in attesa di provare l’interessante Mazda MX-30 R-EV, dove l’elettrico è stato affiancato a un motore Wankel in un ibrido che è già un punto di svolta, la CX-60 appare promossa sotto diversi punti di vista. Certo, si parla sempre di un segmento di nicchia ma nel complesso la qualità è davvero alta e anche il piacere di guida tende più verso la parte alta della pagella. Non mi hanno pienamente convinto i sistemi di assistenza alla guida, la vettura provata ne aveva una dotazione completa, ma più per il fastidio del mantenimento di corsia che è fin troppo aggressivo sullo sterzo quando è ora di riportarti in corsia. Forse una taratura meno invasiva non avrebbe guastato.
Molto lineare e semplice il listino prezzi della Mazda CX-60 Diesel 4×4. Innanzitutto sono 4 gli allestimenti di cui uno è ad appannnaggio esclusivo della RWD da 200 CV (Prime Line), mentre gli altri sono condivisi. Si parte dai 49.900 della sopra citata e si attacca a 55.550 euro che è anche il prezzo Mazda CX-60 Diesel 2023 da 249, con trazione integrale AWD, da 249 CV in allestimento Exclusive Line. Si chiude a quota 61.200 euro per il motore oggetto della nostra prova in anteprima, e si risparmiano circa 3.500 euro per il pari allestimento con il motore meno potente.
Su tutte le CX-60 Diesel 4×4 e 4×2 vengono offerti di serie il clima bi-zona, lo schermo centrale da 12,2″, la radio DAB, il bluetooth, Apple CarPlay e Android Auto wireless (prima volta su una Mazda) e il navigatore satellitare. Completano la dotazione vari pacchetti (Driver Assistance, Convenience & Sound e Comfort) cui si aggiunge l’optional singolo del tetto panoramico azionabile e apribile elettricamente che costa sempre 1.550 euro, a esclusione della Prime Line. Ci sentiamo di consigliare il Driver Assistance Pack per sentirvi avvolti da una sensazione di estrema sicurezza, anche se come abbiamo visto specie il mantenitore di corsia è un po’ troppo invasivo. Quest’ultimo tuttavia è di serie, con il “pack” degli ADAS si aggiungono il sistema di rilevazione pericolo di uscita in parcheggio anteriore, il sistema di frenata automatica in uscita posteriore, il sistema di rilevamento ostacoli (anche pedoni) con frenata sui due assi e il cruise adattivo con Traffic System per la guida in colonna.
Chiudiamo con la previsione che vede il 60%, previsione fatta dalla divisione italiana del brand, di vendite di questa motorizzazione sul mercato italiano. Con un prezzo Mazda CX-60 Diesel 4×4 che copre un range che va esattamente da 49.900 a 61.200 euro, tra 200 e 249 CV, questo 60% si somma ai 15% del 3.3 in versione 200 CV e il restante 25% all’ibrido plug-in che sta piacendo a un pubblico alla ricerca di una soluzione alternativa.
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