Motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, motore Diesel sei cilindri in linea da ben 3.3 litri, 200 CV di potenza e un interno con tanti comandi fisici e spazio a disposizione. Da questa prima frase, vi perdoniamo se state pensando di leggere una prova su strada di 10 o 20 anni fa. Mazda CX-60 è, per questo e non solo, un’auto coraggiosa, originale e che prende in contropiede tutte le ultime mode del mondo dell’auto, in pieno stile della Casa di Hiroshima. Con CX-60, Mazda vuole fare un balzo in avanti, sfidando i costruttori premium come la connazionale Lexus, la svedese Volvo e la “triade” Audi, Mercedes-Benz e BMW. Dopo la versione ibrida, abbiamo sottoposto alla nostra prova su strada Mazda CX-60 Diesel da 200 CV, la versione a trazione posteriore dell’inedito SUV nipponico.
Per questa CX-60, un’auto completamente nuova in ogni sua parte, Mazda ha realizzato pianale, cambio e motori completamente nuovi. Sotto lo stile massiccio e sportiveggiante troviamo infatti un’inedita piattaforma a motore longitudinale e trazione posteriore, capace di ospitare sia il powertrain ibrido plug-in da 327 CV o il “nostro” Diesel sei cilindri in linea, un propulsore che ha fatto parlare tanto di sé. Dopo aver provato la CX-60 in versione Plug-In Hybrid, la discussa e intrigante Mazda CX-60 Diesel 200 CV a trazione posteriore prova a dare ancora un senso al motore a gasolio, che per la Casa di Hiroshima ha ancora tanto da dare in questo mondo dell’auto “ubriacato” dall’elettrico. g
Il sei cilindri in linea turbodiesel ha una cilindrata molto alta, 3.3 litri, completamente in controtendenza rispetto alle rivali, tanta coppia e dei consumi che, in alcune prove, hanno fatto gridare al miracolo. Questo SUV da oltre 4,70 metri è davvero in grado di superare i 25 km/l? Come si guiderà poi la prima Mazda “di categoria superiore” che sfida le premium europee e giapponesi? Scopriamo meccanica, motori, interni e consumi di Mazda CX-60 Diesel 200 CV 3.3 eSkyActiv-D RWD Takumi nella nostra prova su strada, tra tante luci e quale ombra.
SUV medio-grande dalle generose dimensioni, Mazda CX-60 Diesel è uno dei modelli più voluminosi proposti sul mercato europeo dalla Casa di Hiroshima. Lunga 4,74 metri e larga ben 1,88 metri, a livello estetico Mazda CX-60 Diesel non si differenzia troppo dalla CX-60 ibrida plug-in che abbiamo provato qualche mese fa. Rimane quindi il frontale verticale e massiccio, il lungo cofano anteriore e il profilo molto sportivo per un SUV di queste dimensioni, con l’abitacolo molto arretrato e spostato sull’asse posteriore. A differire dall’esemplare ibrido sono il badge Inline 6 sul parafiamma anteriore, che rende piuttosto godurioso salire a bordo dell’auto, il logo “eSkyActiv-D” in coda e, ovviamente, la verniciatura Soul Red Crystal, ormai marchio di fabbrica di Mazda. Riuscita a livello estetico, con un look raffinato che unisce eleganza e robustezza, spiccano i bei gruppi ottici a LED all’anteriore e al posteriore.
Convince la tecnologia Matrix LED all’anteriore, che funziona bene nella guida notturna, e una firma luminosa pulita e riconoscibile. Nonostante si tratti di un’auto molto generosa nelle dimensioni, il rosso Mazda si sposa bene con le dimensioni del SUV giapponese, che sfoggia anche un’attenzione aerodinamica curata tra frontale con prese d’aria attive, al sottoscocca carenato e ad un disegno con coda piuttosto tronca. Fanno un po’ storcere il naso gli scarichi finti, una novità (purtroppo) per Mazda, per lungo tempo fautrice degli scarichi veri. Il grande SUV giapponese può contare su un vano di carico identico alla versione Plug-In Hybrid. Il bagagliaio della Mazda CX-60 Diesel 200 CV può ospitare 570 litri, che diventano ben 1.726 abbattendo il divano posteriore. Regolare e con un pavimento piatto, ha una soglia piuttosto alta, mentre non convince l’assenza di pratici ganci o occhielli per fermare le borse nel bagagliaio.
Passando agli interni di Mazda CX-60 Diesel 200 CV, qui il SUV giapponese segna un passo avanti molto grande rispetto alle altre vetture della Casa giapponese. Dotata di un layout simile a quello delle Mazda 3 e CX-30, molto apprezzate da critica e pubblico per qualità costruttiva e design, a livello di materali, funzionalità e qualità costruttiva Mazda CX-60 si avvicina moltissimo alle migliori rivali tedesche. Il design è molto semplice e pulito, con pochi voli pindarici e un’attenzione all’ergonomia e all’usabilità in marcia. Un esempio ne sono i comandi per il clima fisici, il comodo rotore centrale dietro alla generosa leva del cambio e il volante multifunzione, molto facile da usare. Dietro al volante, poi, trova posto un quadro strumenti completamente digitale da 12,3 pollici, leggermente configurabile ma sempre dotato di un contagiri “analogico”, che richiama l’impostazione tecnologica ma tradizionale di Mazda CX-60.
La qualità costruttiva degli interni di Mazda CX-60 Diesel 200 CV è a livello delle migliori rivali. Gli assemblaggi sono solidi e robusti, le plastiche morbide sulla parte alta della plancia e la pelle bianca è di ottima fattura. A colpire gli occupanti e migliorare ancora la qualità percepita ci pensano i rivestimenti in legno d’acero su tunnel e pannelli porta e l’inserto in tessuto sulla plancia, con un’impuntura delicata e raffinata. I portaoggetti sono piuttosto spazioso, compreso il grande pad per la ricarica wireless, che non ha un vero e proprio cassetto ma permette ai telefoni più grandi di “sforare” sul pannello in legno, adattandosi anche ai più generosi “padelloni”.
A proposito di tecnologia, a spiccare nella parte alta degli interni di Mazda CX-60 Diesel 200 CV è il sistema di infotainment da 12,3 pollici Mazda Connect, che integra Apple CarPlay e Android Auto wireless. Il sistema è lo stesso visto su Mazda 3 e CX-30, con un’interfaccia molto semplice, forse troppo, e comandabile unicamente con il rotore al centro della plancia. Per la prima volta su una Mazda, invece, selezionando Android Auto e Apple CarPlay lo schermo diventa touch. L’interfaccia dei due sistemi di connettività è infatti studiata per l’utilizzo touch, e alcune funzionalità come lo stop della musica e la selezione di alcune icone può essere ben più veloce utilizzando il touchscreen.
@ferrerof Driver Personalization System by Mazda CX60 #howitworks #mazda #cx60 #mazdacx60 #autoappassionati #carsoftiktok #car #carinfluencer #car #fyp ♬ Monkeys Spinning Monkeys – Kevin MacLeod & Kevin The Monkey
A questo sistema si sposa bene l’ottimo sistema Hi-Fi Bose con 12 altoparlanti, che suona molto bene. Non convince a pieno, invece, il tetto apribile non panoramico come su altre rivali, con la classica barra trasversale che interrompe il cristallo. Molto buona l’abitabilità anteriore degli interni di Mazda CX-60 Diesel 200 CV, con dei sedili comodi e facili da regolare, con sistema di riscaldamento e raffrescamento. Non esageratamente contenitivi, i sedili sono regolabili elettricamente anche tramite il sistema di regolazione automatico a seconda dell’altezza del conducente, come mostrato nel video del nostro Direttore Federico Ferrero sul suo profilo TikTok. Dietro, invece, lo spazio è decisamente generoso, con comandi per il clima e una pratica presa di corrente da 150 W nel tunnel centrale, inclusa nel pacchetto Convenience & Sound Pack da 2.750 euro, che include anche il sistema Bose.
Arriviamo così alla meccanica e ai motori di Mazda CX-60 Diesel 200 CV, la parte dove la versione a gasolio del SUV giapponese differisce maggiormente dalla versione Plug-In Hybrid provata qualche mese fa. A livello di telaio e piattaforma, il SUV giapponese non propone grandi differenze rispetto alla versione elettrificata, con una meccanica raffinata e completamente nuova. Realizzata su un telaio completamente nuovo con motore longitudinale e trazione a prevalenza posteriore, chiamato SkyActiv Large Product Group, Mazda CX-60 ha sospensioni anteriori a doppio braccio oscillante, mentre dietro troviamo un Multilink a ruote indipendenti.
A rivoluzionare la questione motori di Mazda CX-60 Diesel 200 CV è il propulsore che troviamo sotto il cofano, il 3.3 eSkyActiv-D. Quando tutti i costruttori cercano di limitare le dimensioni dei loro motori per limare consumi ed emissioni, Mazda continua con il suo progetto del “rightsizing“, ovvero scegliere la giusta cilindrata e frazionamento per i motori delle sue automobili. Questa scelta ha portato negli anni Mazda ad utilizzare propulsori aspirati di cubatura medio-grande sulle sue compatte, al debutto del rivoluzionario SkyActiv-X su Mazda 3 e CX-30 e oggi al lancio dell’inedito 3.3 sei cilindri in linea eSkyActiv-D.
Il più intrigante dei motori di Mazda CX-60 è completamente nuovo, sviluppato ad hoc per CX-60 e per i modelli futuri sviluppati sulla piattaforma a motore longitudinale e trazione posteriore. Dotato di una cilindrata di 3.283 cm3 e sovralimentato da un singolo turbocompressore, il sei cilindri è disponibile in due livelli di potenza, 200 CV e 450 Nm di coppia e 249 CV e 550 Nm di coppia, quest’ultimo in accoppiata con la trazione integrale. Il Diesel nipponico è dotato di soluzioni innovative per offrire piacevolezza ed elasticità di marcia ma, soprattutto, un’efficienza sorprendente. La testa dei pistoni ha una particolare forma denominata “double egg”, a doppio uovo, e fa il paio con un sistema di iniezione diretta a 2.500 bar che sfrutta una tecnologia Mazda chiamata DCPCI (Distribution Controlled Partially Premixed Compression Ignition), che riduce ulteriormente le turbolenze in camera di combustione.
Il risultato è un motore Diesel tra i più puliti mai visti sul mercato, dotato di un’efficienza termica da primato del 40%. Quest’efficienza così alta permette ad un’auto da 4,75 metri e dalla massa a vuoto di oltre 1.800 kg di avere delle emissioni di CO2 di soli 128 g/km nel ciclo omologativo nella versione da noi provata, la RWD da 200 CV e 450 Nm. Sia la versione a trazione posteriore che l’integrale AWD condividono lo stesso cambio, un particolare automatico a 8 marce denominato, nuovamente, SkyActiv-Drive. Si tratta di una trasmissione piuttosto particolare, realizzata in casa da Mazda e non prodotta da alcun fornitore esterno. Gli otto rapporti sono gestiti da una frizione multidisco, mentre una seconda frizione si occupa di accoppiare e disaccoppiare il motore elettrico integrato all’interno del cambio, che funge un po’ come un classico convertitore di coppia.
Come gran parte dei moderni motori Diesel, anche Mazda CX-60 è dotata di un modulo Mild Hybrid a 48 V, con un motore da 16,8 CV di potenza e 145 Nm di coppia, che unito al particolare cambio permette a Mazda CX-60 di avere un sistema Start&Stop molto pronto e veloce, e una modalità veleggio che spegne il motore per diverse centinaia di metri, sfruttando l’inerzia dell’auto per avanzare e ridurre ulteriormente i consumi. Sul nostro esemplare, infine, la trazione è esclusivamente posteriore. Concludendo con le prestazioni di Mazda CX-60 Diesel, la nostra versione 3.3 eSkyActiv-D da 200 CV e trazione posteriore copre lo 0-100 km/h in 8,4 secondi, arrivando fino a 212 km/h di velocità massima. I consumi nel ciclo misto omologativo WLTP, notoriamente severo con le auto termiche, è superiore a auto ben più piccole, con una percorrenza media di ben 20,0 km/l.
Con CX-60, Mazda desidera fare il definitivo salto di qualità da costruttore generalista a Casa premium, e in Europa dovrebbe essere proprio questa Mazda CX-60 Diesel a guadagnarsi i maggiori consensi da parte del pubblico. Dopo i consumi miracolosi ottenuti da diversi colleghi in vari test drive in anteprima, ero molto curioso di mettermi alla guida di questo D-SUV rivale di bestseller come Mercedes-Benz GLC e BMW X3. Sarà questa giapponese così particolare in grado di reggere il confronto con i marchi premium? La prova su strada di Mazda CX-60 Diesel mi ha dato una risposta che non mi aspettavo: quasi. Il primo tentativo di Mazda, dopo le Xedos degli anni ’90, di innalzare il brand è riuscito, con luci e ombre che non le permettono di brillare quanto un progetto così coraggioso meriterebbe.
Fin dai primi metri, Mazda CX-60 Diesel sfoggia un feeling di auto consistente, con comandi che restituiscono un feedback curato e “maturo”, da brand abituato a produrre auto di questa categoria. Ottima poi la visibilità anteriore, con una posizione di guida molto alta e “rilassata” che piacerà ai clienti americani, con il lungo cofano sempre visibile dal sedile del guidatore. Meno positiva la visibilità posteriore, sebbene non sia troppo costretta, aiutata da un buon sistema di telecamere a 360°. In città, Mazda CX-60 si rivela ben insonorizzata e isolata dal traffico, con uno sterzo leggero ma privo di un rapporto variabile aggressivo come altre rivali dirette. Cosa significa? Che rispetto ad una BMW X3 o Audi Q5, che impiegano meno di due giri per andare da lock to lock, qui i giri sono quasi 3.
In città, quindi, ci si trova spesso a “remare” con lo sterzo, che però ha un buon ritorno ed è molto leggero. Come ogni auto a trazione posteriore, poi, il raggio di sterzata è ottimo per le dimensioni, donando a questo SUV da quasi 4,8 metri un’agilità decisamente buona. Il 3.3 Diesel, poi, è molto fluido ed elastico, permettendo di muoversi con un filo di gas fin dal minimo. Rispetto ad altri motori a gasolio, però, ha una rumorosità piuttosto ruvida ai bassi giri, che entra nell’abitacolo nelle ripartenze e può non piacere a chi non ama i Diesel. Fluido e morbido il cambio automatico, mentre il selettore ha un bel feedback meccanico cambiando tra retromarcia e marcia avanti. Ottima la qualità costruttiva, che non presta il fianco a scricchiolii o incertezze.
Il terreno di caccia preferito di Mazda CX-60 è, ovviamente, l’autostrada. Su percorsi ad alto scorrimento, infatti, il SUV giapponese sfoggia una stabilità che non presta il fianco a critiche, una silenziosità solo leggermente inferiore alle migliori rivali (complici anche i grandi cerchi da 20 pollici) e uno sterzo leggero ma sempre preciso e con un feedback positivo. Il motore, anche in questo caso, si conferma per una grande fluidità e piacevolezza di erogazione. La sovralimentazione non si fa quasi sentire, offrendo una spinta costante e regolare, anche se non esageratamente vigorosa. Mazda CX-60 è vivace senza essere esagerata, effettua sorpassi senza indugi e raggiunge le velocità autostradali velocemente. Ottima la funzione di veleggio, che permette di spegnere il motore per viaggiare riducendo a zero i consumi, mentre gli ADAS ora sono molto più precisi e completi rispetto ad altre Mazda, con una guida autonoma di Livello 2 piuttosto raffinata.
Anche fuori città, in una strada tutta curve, Mazda CX-60 Diesel non brilla per prestazioni esagerate. Del resto, gli 8,4 secondi per coprire lo 0-100 km/h non mentono. Se cercate un’auto che vi incolli al sedile, è meglio scegliere la più veloce Plug-In Hybrid, o la più vigorosa 3.3 da 249 CV e 550 Nm di coppia. Questa Mazda CX-60, però, è più leggera di oltre 170 kg rispetto alla ibrida, e il sei cilindri è davvero piacevole da utilizzare e “tirare” tra le curve. Qui la sua erogazione lineare permette quasi di divertirsi alla guida, effettuando cambiate piuttosto veloci con i paddle del cambio automatico. Dopo il suono ruvido dei bassi giri, poi, superati i 1.500 giri l’Inline 6 tira fuori una voce piacevole per un motore a gasolio, arrivando con una buona dose di spinta alla linea rossa posta a 5.500 giri. Il 3.3 Diesel è un motore davvero ottimo, che convince non tanto per le prestazioni pure quanto per la sua piacevolezza di utilizzo, la fluidità e le sensazioni che restituisce.
Convince poi lo sterzo, che ha una inaspettata dose di feeling e comunicatività nonostante la mole e l’indole della vettura. Nei primi chilometri coglie di sorpresa la demoltiplicazione maggiore rispetto ai millimetrici comandi delle rivali. Qui, come sulle altre Mazda compresa la mitica MX-5, per far girare l’auto bisogna usare più angolo volante rispetto ad altri SUV rivali, una sensazione a cui non si è più abituati ma che restituisce un comando piacevole e sincero. Il telaio, poi, è rigido e molto ben realizzato, dimostrando l’attenzione al piacere di guida messo in questa piattaforma SkyActiv. Tutto questo, finora, è positivo, al netto di prestazioni non a livello delle più veloci rivali. C’è infatti una componente dell’auto che, purtroppo, non le permette di esprimere tutto il suo potenziale: l’assetto.
Nella prova su strada di Mazda CX-60 Diesel 200 CV, infatti, fa storcere il naso proprio l’assetto scelto dalla Casa giapponese. In città, l’assorbimento è corretto, anche se a causa dei cerchi da 20″ dell’allestimento Takumi diventa rigido sulle buche più grandi e sui dossi più aggressivi. Uscendo dalla città, sia in autostrada che soprattutto fuori città troviamo un’impostazione, a mio parere, non corretta. Mazda CX-60 riesce ad essere rigida sulle asperità ma molto morbida in curva. Il rollio e il beccheggio sono ben avvertibili quando si alza il ritmo, e sulle buche più grandi prese in velocità il retrotreno ha una risonanza che fa “sobbalzare” i passeggeri posteriori.
Un assetto così morbido va a penalizzare anche lo sterzo, che a causa dei movimenti di cassa non può dimostrare in alcune circostanze la sua massima precisione, ma soprattutto il piacere di guida. La precisione tra le curve è molto inferiore a quanto questo telaio potrebbe offrire, e la tendenza al rollio rende piuttosto complicati i trasferimenti di carico, tenuti a bada da un controllo di trazione che, per questo, è tarato in maniera piuttosto aggressiva, causando soprattutto col bagnato sporadici fenomeni di sottosterzo. Mazda CX-60 ha tutte le carte in regola per essere un ottimo SUV sportiveggiante, ma un assetto così morbido mal si sposa con una meccanica nobile e ben realizzata.
Siamo sicuri che la Casa di Hiroshima riuscirà a rimediare a questo errore di gioventù, riuscendo a dare finalmente a CX-60 la dinamica di guida che merita. Concludendo con la prova su strada di Mazda CX-60, tutti i comandi sono posizionati correttamente, facili e intuitivi da usare in marcia. Anche il sistema di infotainment è facile e intuitivo da utilizzare, anche se non è il più completo o futuristico. Precisa e affidabile la connessione ad Android Auto e Apple CarPlay, che ricordiamo può essere usato con lo schermo touch. Infine, il quadro strumenti è estremamente chiaro e leggibile, ma in quanto a personalizzazione e stile è, per scelta, molto classico e tradizionale.
Arriviamo così al termine della prova su strada di Mazda CX-60 Diesel 200 CV parlando dei consumi del SUV giapponese, che per la massa sono molto interessanti. Il motore 3.3 con la sua eccezionale efficienza termica riesce a regalare consumi da SUV molto più piccolo a questa voluminosa auto da famiglia, anche se i consumi “miracolosi” visti in altri test drive non sono stati molto facili da ottenere. Facendo un vero e proprio “Hypermiling”, con utilizzo moderato dell’aria condizionata e velocità compresa tra 70 e 90 km/h in statale, infatti, sono riuscito ad ottenere un consumo medio in una tratta di 30 km di soli 2,9 l/100 km, ovvero oltre 33 km/l. Si tratta, ovviamente, di un risultato eccezionale per un’auto così grande, ma ottenibile solo sfruttando al massimo l’efficienza del 3.3 e il sistema di veleggio.
Nella guida normale, invece, la media totale dei consumi di Mazda CX-60 Diesel è stata più alta, ma comunque buona: 5,5 l/100 km, 18 km/l. Nei vari contesti, la media ottenibile da chiunque in statale è di 20 km/l, con punte di 22/23 km/l facendo attenzione, mentre in autostrada si sale a 5,8 l/100 km a 110 km/h, ovvero 17 km/l, che diventano 6,0 l/100 km (16 km/l) a 130 km/h, dato quest’ultimo che dimostra l’efficienza aerodinamica del SUV nipponico. Infine, in città Mazda CX-60 deve fare i conti con una massa molto generosa che non le permette di superare gli 11/12 km/l, un buon risultato vista la mole. L’efficienza del sei cilindri è dimostrata, infine, anche dai consumi durante la guida più spinta. Chiedendo tutti i 200 CV del Diesel giapponese, infatti, non si superano quasi mai gli 8 km/l.
Concludiamo, infine, con i prezzi di Mazda CX-60 Diesel piattaforma a motore longitudinale e trazione posteriore, powertrain ibrido Plug-In o Diesel sei cilindri in linea e uno stile massiccio e sportivo, che costa tra i 1.000 e i 2.000 euro meno della 2.5 Plug-In Hybrid a parità di allestimento. In realtà, il prezzo di partenza di Mazda CX-60 è relativamente contenuto: la 3.3 eSkyActiv-D 200 CV a trazione posteriore e allestimento base Prime Line parte da 53.120 euro al momento in cui scriviamo. Di serie, questa versione offre il cambio automatico SkyActivDrive, Cruise Control Adattivo, fari Full LED, sensori di parcheggio posteriori, cerchi in lega, clima bizona e infotainment da 12,3 pollici con Apple CarPlay e Android Auto. La nostra CX-60, una Takumi con tutti i pacchetti che integrano fari Matrix LED, interni in pelle, impianto audio Bose, tetto apribile e verniciatura Soul Red Crystal, invece, arriva a superare quota 65.000 euro. Si tratta di un prezzo alto, certo, ma inferiore alle dirette concorrenti.
Per avere una BMW X3 20d con un’allestimento simile in quanto a sicurezza, dotazioni e comfort, infatti, servono oltre 70.000 euro, così come per Mercedes GLC e Audi Q5. Lo stesso vale per la connazionale Lexus NX, che a parità di allestimento (ma con trazione integrale e sistema Full Hybrid) ha un prezzo superiore di diverse migliaia di euro. Mazda CX-60 non è interessante solo per il prezzo “concorrenziale”, ma per essere un’auto con grandi potenzialità e caratteristiche già di rilievo. Gli interni sono raffinati, spaziosi, fatti con cura e con materiali molto curati. L’impostazione è molto tradizionale, forse troppo per i più “nerd”, ma la tecnologia c’è e funziona molto bene. L’automobile è comoda, silenziosa, ha ottimi sistemi di assistenza alla guida e uno dei motori termici più gustosi visti negli ultimi anni.
Il telaio è ottimo, lo sterzo è preciso e ha un feedback un po’ “antico”, con la maggiore demoltiplicazione ma un maggior feeling rispetto ad alcune rivali, e la trazione posteriore dona vantaggi a livelli di agilità nel traffico, guidabilità ed efficienza. Al momento, Mazda CX-60 è penalizzata da un assetto non all’altezza di un pacchetto così ben riuscito, che limita comfort e guidabilità. La versione ibrida, essendo dotata della pesante batteria in coda, è riuscita a mascherare questa tendenza a “saltellare”. Sulla Mazda CX-60 Diesel 200 CV a trazione posteriore, invece, questa tendenza compare maggiormente, non permettendole di brillare come merita. Se non cercate una guidabilità affilata e volete comunque un’auto comoda, silenziosa, con un motore dalle grandi doti e un telaio con grandi potenzialità, Mazda CX-60 è un’auto davvero promettente. Peccato che, allo stato attuale, CX-60 non riesce a sfruttare tutto il potenziale di un modello che, ne siamo certi, con qualche aggiustamento potrà diventare ciò che merita di essere.
Lotus abbandona il piano per un’elettrificazione totale entro il 2028, annunciando nuovi motori ibridi ad…
Quando sul navigatore imposti come destinazione Maranello non possono che accadere cose belle. Cene al…
Stellantis lancerà tra il 2025 e il 2026 la nuova piattaforma STLA Small, progettata per…
In Europa, Ford taglierà il 14% della sua forza lavoro: a casa 4.000 dipendenti entro…
“Gli incentivi auto sono una droga”: a parlare così, riferendosi al full electric, è stato…
Stellantis registra una costante crescita nei depositi di brevetti, con aumenti significativi sia in Italia…