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Il MAUTO al Motor Show 2017: 4 vetture da collezione

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Per la seconda volta il MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile sarà presente al Motor Show di Bologna, in programma dal 2 al 10 dicembre 2017 presso Bologna Fiere, con quattro importanti vetture da corsa, simbolo della sua collezione permanente.

La Temperino mod. 8/10 HP, che ebbe un certo successo in Italia e all’estero per le sue doti di economicità e maneggevolezza; la Monaco-Trossi da competizione collaudata dallo stesso Trossi nelle prove del G.P. d’Italia, a Monza, nel 1935; la Itala mod. 11, presentata nel 1925 dalla prestigiosa marca Itala e realizzata su progetto dell’ingegnere Giulio Cesare Cappa; e la Monaco-Nardi mod. Chichibio, costruita da Augusto Monaco con la collaborazione di Enrico Nardi, Massimo Lancia e Giulio Aymini.

Quest’ultima vettura sarà protagonista delle operazioni di restauro eseguite in diretta nello stand, dove sarà anche esposta una gigantografia riproducente i disegni tecnici della Itala mod. 11, facenti parte del fondo che i familiari dell’Ing. Cappa hanno donato al Museo e tuttora conservati nel Centro di Documentazione. Alle quattro vetture se ne aggiungerà una quinta, la OM 469 N del 1922, che sarà invece esposta nello stand della rivista Ruoteclassiche.

Con la partecipazione al più importante appuntamento dedicato agli appassionati delle quattro ruote il MAUTO – progetto in costante evoluzione, luogo di memoria prestigioso e unico nel suo genere – vuole ancora una volta ribadire la sua mission non solo conservativa ma anche didattica: lo stile deve essere coniugato alla funzionalità e ogni vettura pensata e disegnata per muoversi in un contesto e di quel contesto farsi interprete.

Temperino mod. 8/10 HP (Italia, 1920)

La Temperino era una fabbrica di vetturette a due posti, fondata a Torino nel 1919 dai fratelli Maurizio, Giacomo e Carlo Temperino. Prerogativa di queste auto di tipo utilitario era il motore a 2 cilindri raffreddato ad aria. Il modello 8/10 HP è stato il primo costruito dalla Temperino ed ebbe un certo successo in Italia e all’estero per le sue doti di economicità e maneggevolezza. La versione sportiva conobbe diverse affermazioni, tra cui la gara in salita Sassi-Superga nel 1919, mentre l’anno successivo si aggiudicò, alla media di 52,325 km/h il giro del Sestrières di 256 km.

Monaco-Trossi mod. da competizione (Italia, 1935)

Vettura da corsa di concezione rivoluzionaria, fu realizzata dal tecnico Augusto Monaco e da Carlo Felice Trossi, che la collaudò nelle prove del G.P. d’Italia, a Monza, nel 1935. La sua particolarità più interessante è il motore a due tempi a 16 cilindri disposti a doppia stella, con una camera di scoppio unica ogni due cilindri, montato frontalmente e raffreddato ad aria, come sugli aerei. Altra singolarità, per l’epoca, è la trazione anteriore che evitava l’adozione di un lungo albero di trasmissione.

Itala mod. 11 (Italia, 1925)

Piccola vettura da corsa, fu presentata nel 1925 dalla prestigiosa marca Itala e realizzata su progetto dell’ingegnere Giulio Cesare Cappa. È una delle prime monoposto mai costruite e si fa notare per le sue caratteristiche tecniche d’avanguardia, tra cui il motore 12 cilindri a V di soli 1050 cc, sovralimentato da compressore volumetrico Roots, la trazione anteriore, la sospensione a quattro ruote indipendenti, il telaio in legno rinforzato e il gruppo motore-cambio-differenziale in blocco unico. Di questa vettura fu progettata anche una seconda versione, la “15” di 1500 cc.

Monaco-Nardi mod. Chichibio (Italia, 1932)

Vettura da corsa costruita da Augusto Monaco con la collaborazione di Enrico Nardi, Massimo Lancia e Giulio Aymini, è dotata di trazione anteriore, motore trasversale a 2 cilindri a V con raffreddamento ad aria e sospensioni a balestra del tipo semi-cantilever con elementi di fibra inseriti tra le foglie per smorzare le vibrazioni. Con un telaio molto semplificato e la carrozzeria in alluminio ha un peso a vuoto di soli 300 kg. La vettura, battezzata Chichibio dal nome del cane di Augusto Monaco, partecipò a diverse gare in salita e sul chilometro lanciato a Monza registrò la velocità di 180 km/h.

OM 469 N (1922)

È la versione sportiva della vettura costruita nel 1922 dalla OM (Officine Meccaniche) di Brescia e rimasta in produzione fino al 1934. Vinse nella categoria 1500 la Coppa delle Alpi e i circuiti del Garda e del Mugello durante la stagione sportiva 1922. Nella sigla “469” sono indicati, con la prima cifra, il numero dei cilindri del motore, con le altre due la misura dell’alesaggio.

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta

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