Ne parlammo già lo scorso 27 maggio, giorno dell'”anniversario” di quella qualifica che ancora oggi fa parlare, a distanza di 14 anni. La sessione protagonista è quella delle qualifiche di Montecarlo 2006 quando Schumacher provocò, già all’epoca si disse volontariamente, una bandiera gialla dopo aver registrato il miglior tempo. Ad un certo punto, le telecamere della regia internazionale lo inquadrarono fermo alla Rascasse, in una posizione insolita.
Così facendo, per Fernando Alonso fu impossibile migliorare il proprio crono ma le verifiche dei commissari sulla telemetria imputarono a Schumacher la volontarietà della scorrettezza: in sintesi, Alonso partì dalla pole e vinse la gara, Schumi partì dal fondo e rimontò fino al 5° posto, perdendo 6 punti rispetto ai 10 dell’auspicabile vittoria.
14 anni dopo, l’episodio è tornato a galla quando Felipe Massa, al primo e unico anno da compagno di squadra del Kaiser ha detto la sua ai microfoni di Sky Uk, rivelando che: “La mossa fu studiata da Ross Brawn nel briefing pre-qualifica“. Nel dettaglio: “C’erano due set di gomme a disposizione per la Q3 e Michael disse tipo: se siamo i più veloci da subito aspettiamo il secondo set. Quindi Ross Brawn disse che: forse possiamo anche provocare una bandiera gialla. Quindi io chiesi se stesse scherzando o se era qualcosa di serio, ma successe esattamente quello che tutti sappiamo. Michael aveva provato ad usare quella idea a suo favore”.
Finchè è stato in grado di farlo, ossia prima di quell’incidente sugli sci che lo ha tolto dalla scena pubblica, Schumacher ha sempre negato, in parte ammettendo di aver accettato quella strategia ma mai spintosi ad affermare la volontarietà del suo gesto. All’interno dell’ambiente, però, come ammesso dallo stesso Massa, Michael ammise il gesto, simbolo che tutti possono sbagliare e ammettere il proprio errore, anche chi, nel 2006, contava già 7 titoli in bacheca e 36 anni sul groppone.
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