Non più tardi di qualche mese, il sottoscritto scendeva dalla Maserati MC20 con un sorriso grande così. Solo guidandola, vivendola per qualche giorno nel quotidiano, si riesce ad apprezzare quanto sia determinata la Casa modenese nel tornare grande. Proprio con lei, era il 2020, Maserati è tornata al ruolo che le compete diventando un riferimento nel mondo delle supercar. Sì, perchè la MC20 è una supercar ma è anche una perfetta GT per la vita di tutti i giorni. Ecco perchè abbiamo accettato l’invito di Maserati per provare in anteprima la variante decapottabile, la Maserati MC20 Cielo, che presenta innumerevoli e interessanti novità tolta l’ovvia presenza di un tetto retrattile che merita a sua volta un cospicuo approfondimento.
Sotto il cofano, completamente riprogettato per ospitare i meccanismi di apertura e chiusura dell’inedito tettuccio, c’è sempre l’affabile e sorprendente motore V6 Nettuno, che anche per questa occasione ha saputo farsi riconoscere per quello che è: un capolavoro tutto italiano. I cavalli sono sempre 630, anche se cambia leggermente il modo di “averci a che fare”, come ci sarà modo di scoprire. Parliamo anche del prezzo della Maserati MC20 Cielo, già andata sold out in questa prima fase di commercializzazione in tutti i mercati dove il Tridente è impegnato. MC20 Cielo, inoltre, è il secondo dei tre modelli che dal 2020, ed entro e non oltre il 2025, andranno a completare la gamma della supercar: coupé, decapottabile e, non ultima, la versione Folgore completamente elettrica che sfrutterà molto di quanto già visto con l’omonima versione della GranTurismo 2023, alzando ancor di più l’asticella.
Vediamo come va la Maserati MC20 Cielo in questa prova in anteprima, il suo prezzo, la scheda tecnica e altre curiosità tra cui una tecnologia inedita che ci ha davvero stupito.
Ci sono alcune differenze tra la Maserati MC20 e la MC20 Cielo, e non potrebbe essere altrimenti per la completa riprogettazione della parte centrale dove il fascinoso coprimotore in policarbonato dove spicca il logo del tridente intagliato ha lasciato spazio a una porzione diversa di carrozzeria, dove per ricordare questo vezzo stilistico molto riuscito si può scegliere di personalizzare una vettura con il logo dipinto, non si tratta di un adesivo, del Tridente. Anche la parte finale del corpo vettura, almeno nella parte superiore e a livello dei passaruota, è stata rivista per permettere lo sfogo dell’aria calda prodotta dal Nettuno: nuove sono le feritoie sugli stessi passaruota, mentre sopra la terza luce di stop e non per tutta la sua larghezza ma con due feritoie, per lato, a fianco della piccola pinna che nasconde la telecamera posteriore.
Rimangono inalterate le dimensioni della MC20 Cielo, ivi compreso il passo di 2,7 metri, date dalla riuscitissima monoscocca in carbonio che verrà adattata anche per la futura Folgore elettrica. Veniamo alla vera novità della MC20 Cielo, il tettuccio a scomparsa. Rispetto alle spyder della concorrenza, la MC20 Cielo può vantare due primati: da una parte risulta essere a oggi il più grande tra questa tipologia di vetture, con una superficie che supera di poco il mezzo metro quadrato. Si apre e si chiude, cliccando su un’apposito comando della schermata “Veicolo”, in appena 12 secondi, entro e non oltre i 50 km/h.
Al suo interno c’è un’altra “magia”: sempre tramite la pressione di un altro tasto touch, il “Cielo” fa passare o meno la luce grazie a una tecnologia per la prima volta impegnata dalla Casa modenese; si chiama PDLC (Polymer Dispersed Liquid Crystal) e, grazie alla stimolazione elettrica dello strato polimerico contenuto tra i due strati di vetro, si ha un instantaneo cambio di trasparenza che diffonde tanta luce naturale nell’abitacolo da due posti secchi e non eccessivamente spazioso quando si viaggia in due, come su tutte le vetture di questo segmento. L’utilità di questa soluzione si ritrova anche in una giornata uggiosa, pensando alla clientela internazionale con cui ha a che fare Maserati: una MC20 a Londra, in una giornata tipicamente piovosa, potrà viaggiare a tetto chiuso beneficiando della luce naturale in abitacolo proprio grazie a questo sistema.
Saliamo a bordo della Maserati MC20 Cielo, non prima di aver spalancato verso l’alto le sue scenografiche portiere con apertura a farfalla, Butterfly per essere internazionali. L’impostazione del raccolto abitacolo si presenta molto simile a quella della coupé, con il doppio schermo sfalsato, anche se solo accomodandosi all’interno si percepiscono novità di fino ma non meno importanti. La prima è sicuramente il nuovo selettore per le modalità di guida che caratterizza fondamentalmente il tunnel centrale, con la possibilità di optare per la cover in carbonio opaco del pacchetto interni carbonio. Ci sono il manettino, due pulsanti per le marce (D/M; R), gli alzacristalli, il comando del volume e, alla sommità, non facilissimo inserirci il telefono rimanendo concentrati sulla strada, il caricatore wireless. Quest’ultimo è anche l’unico “svuotatasche” in vettura raggiungibile da chi guida. Il piccolo pozzetto sotto il poggiagomiti, dove si nascondono anche due prese USB, è davvero striminzito e trovano riparo le chiavi di casa e poco altro. Il cassettino, invece, è meglio aprirlo o chiuderlo a vettura ferma, o chiedendo l’aiuto dell’eventuale passeggero.
Torniamo sul manettino, che dalla coupè si è evoluto in un oggetto bello da maneggiare e soprattutto bello da vedere. Le posizioni sono cinque, corrispondenti alle stesse modalità di guida: Wet, GT, Sport, Corsa, ESC OFF. Per queste ultime, da usare solo in pista, bisogna girare la rotella verso destra e tenerla in questa posizione per qualche secondo in più, per sicurezza. C’è, poi, una seconda funzione che si attiva scorrendo il piccolo schermino verso sinistra, ed è quella della risposta delle sospensioni che varia a seconda della modalità scelta: Soft e Mid è la situazione standard, solo in Corsa i settaggi diventano Mid e Hard.
Opera d’arte il volante, in parte rivestito in Alcantara, sulla cui progettazione è intervenuto niente meno il pilota Andrea Bertolini, lo ricorderete per le vittorie con la MC12 nei primi anni 2000; sulla MC20 Cielo è di serie il tasto d’avviamento di colore blu, speculare a quest’ultimo il Launch Control che si attiva solo in modalità Corsa, su una strada pianeggiante, tenendo premuto forte il freno e l’accelleratore: lasciando il primo, la macchina schizza da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi. Sono nuovi anche il pulsante dell’accensione luci e le vede di azionamento degli indicatori di direzione e del singolo tergicristallo. Anche la corona del volante è più spessa, a dare un’impronta più racing e liberamente ispirata alle auto da corsa rispetto alla coupé.
Fenomenali le leve del cambio in carbonio (associate all’omonimo pacchetto) o in alluminio scuro di serie. Lo sterzo, infine, si regola elettricamente solo richiedendo l’apposito optional: come vedremo, la posizione di guida non è mai un problema sulla MC20 Cielo, che ti mette a tuo agio fin dai primi metri. Chiudiamo commentando il bagagliaio, anzi il doppio bagagliaio, della MC20 Cielo: tutto uguale alla coupé, con 100 litri dietro e 50 davanti. C’è un problema, specie nella stagione estiva: essendo posto a poche decine di centimetri dal gruppo propulsore e dal calore che genera quest’ultimo, attenti a caricare oggetti deperibili come il cibo. Un problema comune, va riconosciuto, di molte vetture con questa configurazione.
In tutto per tutto, abitabilità degli interni della Maserati MC20 Cielo e capacità di carico rimangono esattamente le stesse sia sulla coupé sia sulla spyder prodotte a Modena.
Avendo una buona se non buonissima sensazione una volta sceso dalla MC20, risalire sulla versione decapottabile, per me, ha rappresentato il ricercare la conferma di belle sensazioni già vissute, con il piacere di farlo a “tetto giù” vivendo emozioni del tutto nuove. A macchina ferma, partiamo da quella monoscocca in carbonio che è anche il segreto delle prestazioni telaistiche di questa vettura simbolo della Motor Valley. C’è stato lo zampino di Dallara, è vero, ma è proprio grazie a lei che la MC20 Cielo ha perso “solo” 65 chilogrammi rispetto alla coupé, con la possibilità di optare per i cerchi in carbonio e salvarne altri 30. Siamo almeno 40 chilogrammi sotto nel confronto con altre supercar di cui esiste sia la versione spyder sia coupé: davvero niente male.
Le strade sulle quali abbiamo provato la MC20 Cielo, quasi mai una pista da biliardo, hanno messo in luce la capacità del doppio braccio oscillante sulle quattro ruote di assorbire bene le asperità della strada, anche se data la poca luce a terra ci sentiamo di consigliare sempre e comunque la scelta del “lifter”, che solleva l’assale anteriore di 5 centimetri. Si attiva fino a 40 km/h e si disattiva da solo sorpassata questa soglia, ma fa davvero la differenza sia su una semplice rampa sia una strada dissestata da percorrere a bassa velocità.
Gli ammortizzatori attivi, che cambiano la loro risposta rispetto alla selezione della modalità di cui sopra, trovano secondo la mia personale opinione il compromesso perfetto in Sport con una selezione soft. Così facendo, la MC20 si mangia letteralmente il manto stradale lasciando solo grandi emozioni tra le mani. Ovviamente più l’asfalto diventa liscio, più mi sento di consigliare un assetto più duro che trova la sua realizzazione completa impostando la modalità Corsa e le sospensioni Hard. Non c’è stato modo di provarlo su strade pubbliche, ma così facendo la MC20 Cielo diventa una lama da coltello pronta a migliorare i propri crono durante un track day.
Lo sterzo è affilato, ed è stata una conferma, trovando la sua completezza con l’abbinamento al doppio braccio semi-virtuale a mandrino corto, studio di ore e ore passate dagli ingegneri per affinarne l’assetto. Prima di entrare nel discorso motore Nettuno, che piacere è stato ritrovarsi, ogni modalità di guida ha un suo carattere ben definito. Ad esempio, GT e Sport non differiscono nel boost del motore ma nella sensibilità del pedale così come nelle valvole di scarico che si aprono già a 3.000 giri/min in Sport contro i 5.000 giri/min in GT. Anche la risposta del cambio 8 rapporti cambia considerevolmente, con il classico calcio nella schiena che fa tanto vettura da corsa. Il controllo di trazione, senza arrivare a vere e proprie scodate, lascia però quel senso di poter aver sempre tutto il massimo della confidenza. Solo in Corsa i 630 CV sono disponibili fin da subito e la gran turismo docile con il quale divertirsi diventa una vera e propria belva.
Ciò che ho trovato personalmente irresistibile è il sound dello sfiato della wastegate: la MC20 Cielo così come la MC20 ti parlano mentre le guidi, ti comunicano qualcosa. Rumore che non è il punto forte della MC20 Cielo, specie quando si viaggia a tetto giù laddove sono i flussi aerodinamici il principale rumore in abitacolo. Questo, sia chiaro, viaggiando in Wet e GT, già il discorso cambia in Sport e l’esperienza diventa ancor più coinvolgente. Non siamo, e non saremo mai, qui a commentare le “carenze” a livello di sound da parte di un turbo nei confronti di un aspirato, talmente è scontato. Per essere un turbo, poi, la spinta è davvero costante fino a oltre 6.000 giri/min, e volutamente la curva di erogazione è stata adattata per non dare tutto in “basso”.
Quanto costa la Maserati MC20 Cielo? Rispetto alla coupé, che parte da 231.157 euro, la MC20 Cielo parte da 269.500 euro ma, così come la abbiamo provata, tra freni carboceramici, pacchetto carbonio e altri optional, supera tranquillamente la soglia dei 300.000 euro: a titolo d’informazione, il solo pacchetto esterni in carbonio costa la bellezza di 41.480 euro, 7.320 il pacchetto interni in carbonio, 12.200 euro i carboceramici. Per chi vuole ancora di più, esiste sempre la possibilità di personalizzare totalmente la vettura grazie al programma Fuoriserie. Volete una MC20 Cielo in un elegante nero pastello? Potete richiederla, ma non è dato sapere il prezzo delle singole personalizzazioni.
Sappiamo invece il prezzo optional Maserati MC20 Cielo: impianto audio Sonus Faber High premium con 12 altoparlanti (4.270 euro), sedili anteriori riscaldati (610 euro), regolazione elettrica del piantone dello sterzo (976 euro). Altre curiosità legate alla MC20 Cielo? Le coppette copricerchio in carbonio costano 83 euro cadauna, mentre un set di valigie opportunamente studiato per i 100 litri di bagagliaio posteriore costa 7.116 euro. Dal punto di vista della sicurezza attiva, la MC20 Cielo aggiunge rispetto alla MC20 la frenata d’emergenza, il sistema Surround View Monitor 360°, con 4 telecamere aggiuntive per non vivere il parcheggio con terrore, e il Traffic Sign Recognition.
Sul configuratore ufficiale, oltre a conoscere il prezzo della Maserati MC20 Cielo, possiamo curiosare tra le possibilità offerte dal costruttore emiliano dal punto di vista prettamente estetico: sono cinque le tinte con sovrapprezzo (Bianco Audace, Giallo Genio, Rosso Vincente, Blu Infinito e Grigio Mistero), mentre è di serie la Grigio Incognito. Diversi anche i cerchi, tra cui spiccano i nuovi da 20″ che ricreano l’idea del tridente: ci sono sia in finitura Glossy Dark Miron sia Glossy Black Diamond. Cinque le opzioni di colorazioni per le pinze freno (blu, nero, rosso, giallo, argento) mentre sono standard il nero anodizzato e il grigio.
Parlando di tinte, è inedito il nuovo colore Acquamarina disponibile nel programma di personalizzazione Maserati Fuoriserie. Come ci aveva colpito il giallo tri-strato della coupé, non è stato da meno l’Acquamarina, un mix tra grigio pastello di base unito alla mica cangiante acquamarina che, specie in una giornata soleggiata, restituisce un effetto di estrema freschezza. La versione di lancio propone, inoltre, interni rinnovati dove è sempre protagonista l’Alcantara, con pelle del colore del ghiaccio. Bello il tridente sui poggiatesta che può essere ricamato a mano come optional.
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