La 500 Miglia di Indianapolis, qui da noi, arriva sempre un po’ in sordina. Mentre il catino dell’Indiana ha appena festeggiato la vittoria del francese Simon Pagenaud (e ha fatto scalpore, in Europa, la mancata qualificazione, clamorosa, di Fernando Alonso) Maserati ha celebrato a Modena l’ottantesimo anniversario della clamorosa vittoria della Maserati 8CTF alla più famosa corsa americana.
Il 30 maggio di ottant’anni fa era una domenica e la Maserati 8CTF guidata dal 27enne Warren Wilbur Shaw tagliava il traguardo dopo una corsa di 4 ore e 20 minuti alla media di oltre 115 miglia orarie (pari a 185 km/h). Ancora oggi Wilbur Shaw, pilota dell’Indiana, è tra i 5 piloti più vincenti della storia ad Indianapolis con 3 vittorie (1937, 1939 e 1940, le ultime due a bordo di una 8CTF) e 3 secondi posti (1933, 1935 e 1938) per un totale di 13 partecipazioni.
La storia di Maserati alla 500 Miglia di Indianapolis vede le sue origini qualche anno prima, a cavallo della profonda crisi del ’29. È nei primi anni ’30 che Alfieri Maserati, fondatore della Casa del tridente, prima di perire nel 1932, assiste ad alcune gare sul continente americano.
L’autorità sportiva internazionale in quel periodo aveva stabilito di modificare il regolamento tecnico per le vetture da Gran Premio: a partire dal 1938 sarebbero state introdotte norme più restrittive e la cilindrata non sarebbe più stata libera bensì regolata in funzione del peso della vettura per un massimo di 3000 cc per i motori dotati di compressori. Il fratello di Alfieri, Ernesto, basandosi su questa nuova normativa, impostò lo sviluppo e la realizzazione di una nuova vettura denominata 8CTF.
Il telaio riprendeva la classica struttura delle monoposto dell’epoca, con due longheroni in profilati d’acciaio e traverse, un motore a 8 cilindri verticali in linea, costituito da due gruppi di 4 fusi in blocco unico con la testata: da qui la sigla 8CTF: 8 cilindri, testa fissa. La cilindrata era di 2991,4 cc, il rapporto di compressione di 6,5:1 e l’alimentazione era forzata, con due carburatori e due compressori volumetrici. La distribuzione, a due valvole per cilindro disposte a V di 90°, era comandata da due alberi a camme in testa.
La Maserati 8CTF arrivava ad Indianapolis dopo aver partecipato ad alcune corse nel 1938, corse dove aveva dimostrato il suo grande potenziale: il Conte Carlo Felice Trossi aveva condotto al comando alcuni giri nel GP di Tripoli e aveva ottenuto la pole position nella Coppa Ciano. Il mitico Luigi “Gigi” Villoresi si era invece aggiudicato il giro più veloce alla Coppa Acerbo.
La vettura fu affidata in gestione alla scuderia statunitense di Chicago – Boyle Racing Headquarters, e nel 1939 il team manager della squadra arrivò a Bologna per comprare un esemplare di Maserati 8CTF e portarlo a correre negli States.
La vettura, una volta arrivata in America, fu allestita per la corsa con ruote maggiorate e pneumatici Firestone; venne adottata la livrea di colore amaranto che caratterizzava la Boyle Racing Headquarters. Iscritta come “Boyle Special”, la guida fu affidata a Warren Wilbur Shaw che, il 30 maggio 1939, partito con il terzo tempo di qualifica ottenuto a quasi 129 miglia orarie (pari a 207.7 km/h), si aggiudicò la gara, con 51 giri in testa dopo una dura lotta con la Stevens-Winfield di Louis Meyer e la Adams-Sparks di Jimmy Snyder. Per Maserati si trattava di una vittoria storica, era infatti dal 1919 che un’auto europea non riusciva a vincere nel “catino” dell’Indiana.
Il trionfo del 1939 diede grande notorietà a Maserati sul piano internazionale e all’edizione successiva della 500 Miglia di Indianapolis, oltre alla vettura di Shaw, furono iscritte altre 3 esemplari della Casa del Tridente. Wilbur Shaw si impose anche nel 1940, confermando la superiorità della 8CTF per doti velocistiche, affidabilità sulla lunga distanza e ottima tenuta di strada. Queste vittorie sulla storica pista statunitense, conferirono alla Casa del Tridente un prestigio unico, accresciuto dal fatto che nel dopoguerra le 8CTF, in livree tipicamente americane, furono protagoniste non solo nel “catino” dell’Indiana ma su tutte le piste ovali degli Stati Uniti.
La HVA (Historical Vehicle Association) degli Stati Uniti nel 2014 ha registrato la leggendaria Maserati 8CTF come la prima automobile di produzione non americana ad entrare permanentemente negli annali della Biblioteca del Congresso USA. Uno dei tre esemplari costruiti, numero di telaio 3032, quello che con Wilbur Shaw ha trionfato nelle 500 Miglia del 1939 e del 1940, è stato riconfigurato con la livrea di quei giorni di gloria ed è attualmente esposto all’Indianapolis Speedway Museum.
Motore: otto cilindri verticali in linea
Cilindrata: 2991 cm³
Potenza: 350 CV; 365 CV dal 1939
Cambio: Meccanico a quattro velocità + retromarcia
Telaio: longheroni e traverse in lamiera di acciaio stampata con sezione a C, uniti per chiodatura
Peso: 780 kg
Velocità massima: 290 km/h
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