Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti il mese di marzo si è chiuso con 190.381 immatricolazioni di auto nuove, segnando un +17,4% rispetto allo stesso mese del 2015.
Commenta Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione dei concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus di tutti i marchi commercializzati in Italia: “Dopo l’ottimo avvio di gennaio e un superlativo febbraio, a marzo assistiamo al consolidamento degli effetti della forza dirompente delle offerte promozionali messe in campo da case e concessionari. Rammento che a marzo abbiamo targato molte vetture i cui ordini erano stati raccolti nei mesi precedenti. A questo punto resta da capire quale scenario si presenterà a breve, tenendo presente che a marzo abbiamo registrato una generale flessione delle presenze di clientela nelle concessionarie, e una conseguente riduzione della raccolta ordini che interpretiamo come un possibile segno di rallentamento della crescita. La domanda che ci poniamo è: il mercato cresce o queste operazioni hanno prodotto un “anticipo” della domanda che verrà parzialmente riassorbito nei prossimi mesi?”.
E quindi secondo Federauto, pur nella loro eccellenza, i risultati di vendita raggiunti nel primo trimestre dell’anno non esprimono un riferimento risolutivo su quello che potrà essere l’andamento complessivo dell’intero 2016. Le serie storiche mostrano l’eccezionalità dei rialzi registrati nel primo trimestre, in cui ha giocato anche l’esigenza insopprimibile di sostituire veicoli obsoleti, costosi, inquinanti e pericolosi.
Aggiunge Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault-Dacia: “Ci prepariamo ad affrontare i prossimi mesi con fiducia e la giusta motivazione, ma siamo coscienti che i risultati commerciali pregressi potrebbero aver drenato il bacino di domanda, ponendo quindi le condizioni per una oggettiva riflessione sulle capacità di assorbimento del mercato”.
Conclude Pavan Bernacchi: “Mi permetto infine una breve considerazione sulle dimissioni di Federica Guidi da ministro dello Sviluppo Economico che, secondo le notizie riportate oggi, sarebbe chiamata in causa per avere sponsorizzato un emendamento legislativo nell’interesse del proprio compagno. Se il fatto fosse vero sarebbe gravissimo, riproponendo il tema della questione morale. Oggi, però, resta in noi l’amarezza per i tanti sforzi profusi volti a chiedere – proprio in quella sede di governo – provvedimenti utili per un settore vitale per l’economia del Paese. Ministro deriva dal latino minister, ossia servitore. A me piace pensare si possa tradurre come ‘servitore della collettività’. Ma la cronaca sembra raccontare un’altra realtà”.
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