Mentre gran parte d’Europa spinge sull’acceleratore della transizione verso l’elettrico l’Olanda ha scelto di puntare su una strategia energetica che valorizza il metano in produzione locale. Una scelta che mette al centro risorse locali per sostenere l’ambiente e l’economia, ma che ha sollevato un acceso dibattito con l’Unione Europea, soprattutto per il carattere “sovranista” della normativa che entrerà in vigore dal 2026.
A partire da gennaio 2026, nei Paesi Bassi entrerà in vigore una legge che vieta l’uso di letame e rifiuti organici importati per la produzione di biometano. Questo gas, ottenuto dal trattamento di scarti alimentari e deiezioni animali, è considerato essenziale per ridurre le emissioni di metano, uno dei gas serra più dannosi, e per raggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia.
Secondo la normativa, il biometano miscelato con gas naturale dovrà essere prodotto esclusivamente da materie prime locali, come letame e scarti dell’agricoltura nazionale. L’Olanda sostiene che questa misura non è solo una necessità ambientale, ma anche una strategia per ridurre la dipendenza dal gas naturale importato e promuovere il metano come alternativa più sostenibile rispetto all’elettrico nei settori difficili da decarbonizzare.
La Commissione Europea ha espresso preoccupazioni per questa legge, ritenendola una misura protezionistica che viola le regole del mercato unico. Thierry Breton, ex commissario per il mercato interno, ha dichiarato che la normativa olandese introduce una discriminazione tra biogas prodotto localmente e quello importato, rappresentando un ostacolo al commercio interno.
Secondo Bruxelles, l’Olanda dovrebbe favorire una maggiore armonizzazione delle politiche sul metano tra i Paesi membri, invece di puntare solo su una strategia locale. Tuttavia, l’assenza di un sistema europeo di certificazione per il biogas complica ulteriormente la situazione, rendendo difficile verificare l’origine e la sostenibilità delle importazioni.
Dietro questa legge c’è anche un problema ambientale e gestionale: l’Olanda, uno dei principali produttori agricoli in Europa, si trova a dover gestire enormi quantità di letame che non può più essere utilizzato come fertilizzante a causa delle normative europee sull’azoto. La trasformazione in biogas rappresenta una soluzione efficace per questo surplus, contribuendo al tempo stesso alla decarbonizzazione del settore energetico.
In un contesto in cui l’elettrico è spesso considerato la soluzione primaria, l’Olanda punta sul metano come risorsa locale per bilanciare le esigenze ambientali ed economiche.
Il metano, sia nella sua forma tradizionale (gas naturale compresso) che come biometano, offre numerosi vantaggi per il settore dei trasporti. Utilizzato come combustibile per le auto, il metano garantisce emissioni di CO₂ significativamente inferiori rispetto alla benzina e al diesel, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale della mobilità. Inoltre, i veicoli a metano producono livelli molto più bassi di particolato e ossidi di azoto (NOx), migliorando la qualità dell’aria, soprattutto nelle aree urbane.
L’Olanda, consapevole di questi benefici, vede nel metano un’alternativa locale valida, che può convivere con lo sviluppo del mercato elettrico, offrendo ai consumatori opzioni diverse per una mobilità sostenibile. Dal punto di vista economico, il metano risulta spesso più conveniente rispetto ai carburanti tradizionali, e l’infrastruttura già consolidata nei Paesi Bassi rende questa tecnologia un’opzione pratica e immediata.
Sono ancora diverse le auto disponibili a metano nel mercato
In un contesto europeo dove le auto elettriche e le fonti rinnovabili sembrano monopolizzare il dibattito, l’Olanda offre una visione alternativa, puntando su una risorsa locale come il metano per accelerare la transizione energetica.
Se da un lato le auto elettriche dominano il futuro della mobilità urbana, dall’altro il metano, soprattutto nella sua versione biometano, può giocare un ruolo chiave per ridurre le emissioni nei settori più difficili da elettrificare, come l’industria e il riscaldamento domestico.
Il governo olandese sta negoziando con la Commissione Europea per trovare un compromesso che consenta di rispettare le regole UE e soddisfare le esigenze locali. Tuttavia, il dibattito solleva una questione più ampia: fino a che punto i singoli stati possono perseguire politiche “sovraniste” in un’Unione sempre più integrata?
L’Olanda insiste sul fatto che il metano prodotto localmente può essere una risposta concreta e sostenibile alla crisi climatica, complementare all’elettrico e più immediata per molte realtà. Bruxelles, da parte sua, chiede un approccio più armonizzato, ma l’Olanda sembra decisa a mantenere il focus su una politica energetica che valorizzi le risorse locali e il sostegno agli agricoltori nazionali.
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