Come del resto accade ogni anno, anche nel 2013 il Salone dell’auto di Ginevra si conferma come un’importante vetrina per presentare il proprio nuovo modello. A questa tendenza non è sfuggito nemmeno il brand Infiniti, che sulle rive del lago ha mostrato la sua nuova Q50.
La vettura si era in realtà già esibita durante il recente salone di Detroit, scelta non casuale data l’importanza del mercato americano per tutto il settore automobilistico e luogo in cui il marchio è già abbondantemente affermato. A fare il suo debutto è però stata la versione diesel e la location europea, nuovamente, non è affatto frutto di casualità. Il compito che questa nuova berlina è chiamata a svolgere, è di quelli decisamente impegnativi e piuttosto ambiziosi. La Q50 nasce per andare a combattere nel segmento D contro avversarie del calibro di BMW Serie 3 ed AUDI A4, senza dimenticare però la Mercedes Classe C con cui come vedremo condivide qualcosa. L’obiettivo è offrire al cliente una berlina premium che sappia coniugare lusso e sportività, con ovviamente il pieno di tecnologia che da sempre contraddistingue il marchio.
Linea filante e sportiva, ma senza eccessi
Il design della Q50 è orientato più all’eleganza che alla mostra dei muscoli, niente linee squadrate ma solo forme arrotondate che sembrano scolpite dal vento. Il concetto è lo stesso già visto sulla sorella maggiore M35h di cui vi abbiamo recentemente parlato, ma la vettura appare più leggera oltre che ovviamente più piccola. Buona parte del merito di questo risultato è certamente da attribuire al frontale che introduce il nuovo family feeling, sportivo quanto basta ma senza cadere negli eccessi in cui alcune volte ci si imbatte. Unico punto che non ci ha convinto del tutto è la vista di tre quarti posteriore, in cui il montante che separa lunotto e vetratura laterale domina la scena rovinando un po’ il quadro generale. Bene invece anche il posteriore, piuttosto imponente allo sguardo ma molto elegante nel sovrastare la coppia di scarichi cromati.
L’evoluzione nello stile della casa nipponica è ben visibile anche negli interni, dove tutta la consolle centrale ha subito una profonda rivisitazione con la comparsa di un display touchscreen in luogo della classica distesa di tasti. Da questo componente non solo è possibile gestire buona parte delle funzioni di bordo, ma si possono anche lanciare varie app inerenti ad esempio a social network o gestione email. Il sistema è personalizzabile in funzione dei gusti dell’utente e si pone come un vero e proprio tablet, mantenendo comunque anche i pulsanti fisici per i comandi più comuni come climatizzatore e radio. In cima a tutto, al centro della plancia, è posizionato poi un secondo schermo cui è affidato il compito di visualizzare le varie immagini provenienti ad esempio dal navigatore o dal sistema Around View Monitor con visione a 360°, chicca quest’ultima che grazie a delle telecamere permette di vedere cosa succede intorno alla macchina. Per quanto riguarda il posto di guida tutto risulta a portata di mano e facilmente raggiungibile, ma per dare un giudizio più approfondito attendiamo di poterla provare su strada.
Un ibrido, un diesel ed uno sterzo “senza” collegamento meccanico
La novità del Salone di Ginevra è il motore diesel 2.2 litri a quattro cilindri da 170 CV e 400 Nm, che secondo la casa si distingue per lo straordinario equilibrio fra le prestazioni dinamiche ed il basso livello di emissioni di CO2 (inferiori a 115 g/km ). Questo propulsore è stato sviluppato sulla base di quello Daimler AG che viene utilizzato su alcune Mercedes classe C ed E, ed in quanto tale può definirsi il primo prodotto dell’accordo di condivisione dei componenti concluso fra le due case automobilistiche. Il lavoro che c’è dietro a questa unità non è però da considerarsi un semplice copia-incolla, le parti del motore sviluppate esclusivamente da Infiniti includono infatti la presa d’aria, l’intercooler, il sistema di alimentazione a bassa pressione ed il sistema di post-trattamento gas, la coppa dell’olio, gli ancoraggi del motore e la centralina elettronica del motore (ECU). Esclusive di Infiniti sono anche le parti visibili del motore. Il monoblocco, il turbocompressore ed il sistema di scarico e di iniezione sono invece condivisi con la versione Mercedes-Benz. Il motore diesel è disponibile con cambio manuale a 6 rapporti o con trasmissione automatica a 7 velocità, di cui il primo è una novità per la Q50 e pone l’enfasi sulla fluidità e la compattezza della cambiata mentre il secondo, è stato rivisto per esaltare la vivacità della cambiata e dare alla vettura una maggiore spinta in accelerazione.
Ultima – ma non unica – perla tecnologica è rappresentata dal Direct Adaptive Steering, un sistema elettronico “by-wire” incluso nella dotazione standard della Q50 3.5 ibrida e disponibile come optional sulla Q50 2.2 diesel. Il sistema Direct Adaptive Steering offre numerosi vantaggi quali una risposta dello sterzo più rapida, una maggiore precisione, l’eliminazione delle vibrazioni del volante e, unico fra tutti, consente a chi guida di personalizzare non solo lo sforzo di sterzata ma anche il rapporto di demoltiplicazione. La regolazione dello sterzo viene eseguita nella parte del “Selettore della Modalità di Guida Infiniti” mediante il “tablet” di cui abbiamo parlato prima. Sono disponibili due modalità preimpostate (Sport e Standard), più una modalità personalizzata. Nella modalità Standard, lo sterzo è impostato per garantire la massima facilità di utilizzo per qualsiasi automobilista su tutti i tipi di strada. La modalità Sport aumenta lo sforzo di sterzata e rende il rapporto di demoltiplicazione più diretto, per una risposta più rapida ed ideale con una guida vivace su strade tutte curve. La modalità Personalizzata consente al guidatore di combinare a piacere lo sforzo di sterzata e il rapporto di demoltiplicazione in base allo stile di guida individuale ed al tipo di strada. Leggero e reattivo, lento e pesante: la scelta sta all’automobilista. Il sistema Direct Adaptive Steering opera trasferendo elettronicamente l’input del guidatore alle ruote anteriori, dove un attuatore ad elevata reattività aziona la cremagliera eliminando le perdite meccaniche che possono ridurre la risposta nei sistemi convenzionali. Il DAS è dotato di triplo back-up (tre distinte unità elettroniche di controllo), ha alle spalle 400.000km di test in contesti reali ed offre la sicurezza assoluta della tiranteria dello sterzo. In pratica il sistema è gestito da tre centraline che si controllano a vicenda e che possono funzionare anche da sole in caso di fallimento delle altre due, con in più la sicurezza che qualora tutta l’elettronica vada in tilt potrà intervenire automaticamente il caro vecchio piantone dello sterzo.
Sul fronte dei prezzi tutto ancora tace, ma torneremo a parlare di quest’auto che promette di dare una bella scossa all’olimpo delle berline premium.
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