Sono quattro i dati drammatici che riguardano l’auto in Italia. Anzitutto, a ottobre 2024 il mercato delle vetture nuove crolla del 9,1% sullo stesso mese del 2023, con 126.488 unità immatricolate nello stesso mese del 2023, proseguendo nella sua discesa. Inoltre, l’Unrae (Case estere) ha rivisto al ribasso le precedenti previsioni, che parlano di 1,59 milioni di vetture nel 2024 (-17% sul 2019 pre pandemia) e 1,6 milioni nel 2025. Terzo, il governo Meloni ha tagliato di 4,6 miliardi di euro (l’80% del totale) il Fondo automotive per il periodo 2025-30.
Non ultimo, il parco auto circolante cresce e invecchia con un’età media di 12,5 anni, record fra i Paesi big: il 75% delle macchine che viaggiano è stato immatricolato da almeno cinque anni. I tempi d’oro sono preistoria: nel 2001 in Italia furono 2,4 milioni le unità immatricolate, col picco del 2007 a 2.49 milioni.
Con l’auto elettrica spesso inavvicinabile e il termico sempre più costoso, crescono le probabilità che l’età media vetture sulle nostre strade si alzi ulteriormente. Con ripercussioni negative su ambiente e sicurezza stradale. In parallelo, l’Unione Europea non ha nessuna intenzione di rivedere le sue posizioni sulla transizione energetica. Il risultato è che l’Italia rappresenta la nuova Cuba dell’auto, per utilizzare un’iperbole che renda l’idea. Un’esagerazione per dare il senso di quanto accade nel nostro Paese, come si verificò a L’Avana e dintorni nel 1960, quando il governo abolì la proprietà privata, vietando anche l’importazione di auto: gli abitanti furono sostanzialmente costretti a riparare le vecchie vetture. E a recuperare pezzi di ricambio se e quando possibile, con ricadute sull’incidentalità e sulle emissioni.
A peggiorare la situazione, i provvedimenti degli enti locali, che fanno invecchiare precocemente ogni auto nuova, facendole perdere di valore: le limitazioni al traffico sempre più aggressive, condite da telecamere con multe di 95 euro a infrazione rilevata dal Grande Fratello, sono una maledizione per il settore automotive. Qualsiasi mezzo termico è soggetto a obsolescenza tecnologica precoce, quasi quanto il full electric. Una tagliola sempre più insidiosa per l’industria dell’auto, che ostacola la decarbonizzazione.
Autore: Mr. Limone
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