“Pensavo fosse amore… invece era un calesse”: così titolava un film all’inizio degli anni 90 con l’indimenticabile Massimo Troisi. Anche questa volta sembrava che si stesse muovendo qualcosa per la trattativa sull’Euro 7, ma per ora non arriva nessuna nuova stretta.
Come ben sappiamo la mobilità green in Europa è un dibattito molto acceso e questa volta il punto va al cosiddetto ‘fronte della responsabilità’ guidato da Roma, Parigi e Praga, che mantiene per ora più lontano la norma Euro 7, in grado di cambiare e aumentare i tagli alle emissioni nocive.
Per adesso tutte le auto a benzina e diesel non avranno nessun tipo di variazione, ma resteranno in vigore le norme Euro 6. Se ne riparlerà quindi tra un paio d’anni rispetto alla scadenza già prevista del 2025.
Stiamo parlando però, ancora di un compromesso che deve ancora essere negoziato con il Parlamento europeo e la Commissione, ma che strappa qualche sorriso e desta felicità in Italia poiché rimane l’idea del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso secondo cui bisogna: “rispondere a una visione finalmente concreta, realistica e pragmatica” sulla transizione all’elettrico.
Anche su quei bio-carburanti che da mesi Roma reclama per il futuro del suo settore: la loro inclusione non è ancora stata avallata dai Ventisette, ma il principio di “neutralità tecnologica” è sancito.
Sul finire del 2022, era stata promessa una battaglia ai piani sulle emissioni nocive presentati dall’esecutivo di Ursula von der Leyen, con gli otto ministri del ‘fronte della responsabilità’, ovvero Italia, Francia e Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria, che si sono ritrovati a Bruxelles per ribadire che quei target sono di fatto “irrealizzabili”.
Gli stati del ‘fronte della responsabilità’, hanno trovato favorevole gran parte maggioranza delle capitali, compresa la Spagna anche ha attualmente la presidenza; la sola opposizione vi è stata da Germania, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Irlanda e Austria.
Ad oggi i ministri della Competitività Ue sono decisi a far valere nei prossimi negoziati alcuni paletti che vanno dagli standard Euro 6 che permangono per tutti i veicoli leggeri di nuova immatricolazione, ma assumono valori più restrittivi solo per i camion.
Per l’introduzione dei nuovi target sulle emissioni delle particelle prodotte da freni e pneumatici bisognerà attendere la decisione dell’Onu.
Le nuove norme entreranno in vigore circa 30 a 60 mesi rispetto alle scadenze attuali che vedono il 2025 per auto e furgoni e 2027 per autocarri e autobus.
Gli orientamenti adottati dai ministri dei Ventisette si sono trovati d’accordo sulla “ragione che ha prevalso sull’ideologia”, portando l’intero dossier “sulla giusta strada” per “coniugare la transizione verso l’elettrico alle esigenze dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese” italiane ed europee della Motor Valley.
Su questo tema Adolfo Urso, ministro del Made in Italy ha detto: “Il fronte della responsabilità sul regolamento Euro 7 è riuscito in quello che molti ritenevano impossibile: un vero ribaltamento delle forze in campo, che cambia la maggioranza in Ue. Il testo approvato è profondamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione, risponde a una visione finalmente concreta, realistica, pragmatica più volte reclamata dall’Italia. La ragione ha prevalso sulla ideologia”.
La spaccatura più evidente emersa è legata comunque ai costi: questo perché la tecnologia fatta per creare gli Euro 7 produrrebbe cinque volte più benefici per la salute e per la protezione dell’ambiente. Al contrario, i costruttori ritengono che la Commissione abbia sottostimato le spese, costringendo così di aumentare i listini di almeno 2.000 euro a vettura.
Il ministro dell’Industria spagnolo, Héctor Gómez Hernández, “vogliamo continuare a perseguire l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria. La nostra posizione è quella di continuare il percorso di guidare la mobilità del futuro e adottare livelli di emissioni realistici per i veicoli del prossimo decennio, aiutando la nostra industria a fare il salto definitivo verso le auto “pulite” nel 2035”.
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