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Limiti di velocità in città? Clarkson propone l’alternativa

Tempo di lettura: 3 minuti

Jeremy Clarkson, volto noto nel mondo dell’automobilismo per essere stato uno dei conduttori dell’apprezzatissimo programma televisivo chiamato “Top Gear”, si è schierato contro il sensibile abbassamento dei limiti di velocità nei centri urbani che sempre più città in Italia ed in Europa stanno adottando. La contrarietà del conduttore inglese, però, porta anche un’alternativa.

Limiti di velocità in città: Clarkson è contrario

Sono sempre di più le città italiane ed europee che giorno dopo giorno stanno optando per ridurre i limiti di velocità nei centri urbani. Pochi apprezzano e tanti disprezzano l’adozione di queste importanti riduzioni. Tra i contrari c’è anche un personaggio alquanto influente nel mondo dell’automobilismo, il conduttore televisivo Jeremy Clarkson. L’ex co-conduttore di Top Gear si è scagliato contro le cosiddette “zone 30” scrivendo un duro editoriale sul “The Sun”. Leggendo le righe da lui scritte, Clarkson non digerisce affatto il progetto inglese di estendere il limite a tutte le città indistintamente, e dopo aver puntato il dito propone un’alternativa.

Limiti di velocità in città: Clarkson non usa mezzi termini sul The Sun

Jeremy Clarkson, ex co-conduttore di Top Gear, si è scagliato contro l’abbassamento dei limiti di velocità nei centri urbani. Il britannico l’ha fatto scrivendo sul The Sun:

Tutte le strade della zona centrale di Londra hanno un limite di velocità di 20 miglia orarie (30 km/h, ndr.) ed ora si chiede che questo diventi il limite massimo generale in tutte le città, paesi e villaggi della nazione. James May, è conosciuto come Capitan Lento e non è mai andato più veloce di 20 in tutta la sua vita. Ma c’è qualcosa che non sapete di James. Vive praticamente in quel pozzo nero socialista che è Twitter, dove segue non solo Sir Starmer ma anche lo squilibrato sindaco di Londra, Sadiq Khan. Segue persino quell’uomo, Cycling Mikey, che gira per Londra con il suo giocattolo per bambini, filmando chiunque in auto pensi possa essere un sostenitore dei Tory.”

“James, quindi, come tutti gli appassionati di Twitter del mondo, non riceve una visione equilibrata su cui formare le proprie opinioni. Sta solo ascoltando persone di sinistra che competono tra loro per vedere chi riesce a pensare alla cosa più di sinistra. Ad Oxford, nell’ora di punta, la gente può solo sognare di fare i 20. La maggior parte delle strade sono un ingorgo dal 1967 circa. Naturalmente, ci sono alcune strade in tutti i centri urbani dove la gente può, e lo fa, infrangere il limite di 30 miglia orarie sfrecciando a 40 o addirittura a 50 miglia orarie. E pensate che smetteranno di farlo se il limite verrà abbassato a 20? Nel mondo socialista idealista di Twitter, forse. Ma nel mondo reale, dove vivo, non farà alcuna differenza.”

“Alcune persone guideranno sempre troppo velocemente perché sono dei pazzi. O, per usare un termine educato, motociclisti. C’è anche un altro problema più grande. Anche se la strada è tranquilla, è praticamente impossibile guidare a 20 miglia orarie. A un certo punto ci sarà sempre un tratto in discesa in cui si raggiungeranno accidentalmente le 25 miglia orarie. Il che vi farà incorrere in una multa salata. L’unico modo per evitarla è fissare costantemente il tachimetro e non farsi distrarre dal rumore di tutte le carrozzine e dei motorini che si urtano perché non si guarda dove si sta andando. Certo, si dice che andare a 20 è più sicuro e più rispettoso dell’ambiente. Ma se questi sono gli obiettivi, perché non mettere il limite a cinque? Oppure uno? O perché non vietare del tutto l’uso dell’auto e costringerci invece ad andare al lavoro saltellando?”

“È quasi certamente quello che vuole l’esercito di Twitter. Perché nel loro mondo tecnologico, dove non si può dire questo e non si può pensare quello, e nessuno ha amici veri, ha perfettamente senso limitare il desiderio di viaggiare di una persona normale. Il che mi riporta a Oxford, dove i residenti devono chiedere al governo locale il permesso di andare a trovare la madre se questa vive dall’altra parte della città. Benvenuti nella Germania dell’Est del 1965”.

Angelo Petrucci

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